Fin dal primo momento dell’intervento, molto attivo soprattutto da parte di Francia e Gran Bretagna, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era abbastanza scettico di fronte all’idea di regolare i conti con Gheddafi con le armi. Ma, dopo la risoluzione dell’Onu e le “spinte” di Barack Obama, Berlusconi si è dovuto impegnare di più, perchè probabilmente ha pensato che non esistesse altra alternativa. Per cui l’Italia
non fornirà solo le basi militari ed aerei da rifornimento, ma invierà caccia muniti di missili per bombardare obiettivi militari ed anche personale esperto in strategie militari per addestrare i libici che combattono Gheddafi.
Non poteva fare altrimenti Berlusconi. Dopo che si era impegnato a prendere posizione contro Gheddafi, è naturale il fatto che adesso debba anche avere un atteggiamento più attivo. La sua era una posizione molto scomoda. Dire di no significava mettersi contro mezza Europa e pure contro l’America, e subire, oltre che il danno dei profughi che arrivano, anche la beffa di essere tagliati fuori dagli affari che l’Italia intrattiene con la Libia. E poi anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato fin dall’inizio favorevole all’intervento armato in Libia, in linea con le disposizioni Onu. Insomma, al punto in cui siamo, Berlusconi non poteva far altro che cedere alle pressioni e spedire i caccia per bombardare Gheddafi, altrimenti l’Italia avrebbe rischiato l’isolamento internazionale.
Finalmente Berlusconi ha preso una posizione netta. Non aveva senso dire che l’Italia non faceva la guerra alla Libia. Il fatto stesso di avere messo a disposizione le basi militari e sostenere logisticamente gli Alleati, di aver mandato gli esperti per addestrare i libici militarmente, e nel contempo dire di non fare la guerra, aveva assunto un significato politico e militare ibrido e incerto.
Inutili quindi le polemiche di Bossi o di altri che chiedono un ritorno al voto per stabilire se approvare queste missioni o no, anche perchè l’Italia aveva già preso un accordo con l’Onu, che la maggioranza ha già votato e approvato, per cui non è cambiato sostanzialmente nulla, si sta solo eseguendo quanto già stabilito in precedenza. Insomma, un mese fa si è votato a favore dell’intervento ed ora non ci possiamo più tirare indietro. E’ chiaro, comunque, che tutti speriamo che la vicenda libica possa concludersi al più presto, perchè la guerra non piace a nessuno.
Giusto dunque partire per difendere la libertà di un popolo, anche se è chiaro che dietro ci sono numerosi interessi da parte delle varie potenze.
Ma, ingenuamente, ci chiediamo: e la Siria? In quel Paese si sta consumando una tragedia simile, per non parlare di decine di Paesi sparsi nel mondo che si trovano nelle stesse condizioni. Perchè si difende la libertà della Libia e non anche quella della Siria e degli altri?
I motivi sono palesi, ed hanno un solo nome: petrolio!