Berlusconi e Santoro
Io non so quale valutazione possono aver fatto gli Italiani dell’esibizione del “re di Arcore” durante la trasmissione di Servizio pubblico di Michele Santoro. Posso però esprimere la mia impressione per tentare poi di dare un giudizio sullo straordinario spettacolo di ieri sera che ha avuto lusinghieri risultati di ascolto: il 35% di share pari a circa nove milioni di telespettatori.
Difficile raggiungere esiti di questa portata in un’altra qualsiasi piazza. Perché, si sa, tra i due personaggi in campo, e con il terzo incomodo tra i piedi qual è Travaglio, il predecessore di Monti ha una lunga storia di sfide corpo a corpo, a conclusione delle quali ad avere partita vinta è sempre stato il più forte: perché capo di governo o perché proprietario di diverse televisioni e imprese di carta stampata. Perciò, tanto per cominciare, questa trasmissione mi è parsa sorprendente, insolita.
E poi c’è un altro motivo. Questa è forse la prima campagna elettorale interamente virtuale, che si gioca in tv e nelle varie radio, e in questi luoghi che sono congeniali a Berlusconi, è difficile che ci siano persone con una competenza tanto accurata e studiata a tavolino, di quanta di fatto non ne abbia il capo di Mediaset. Egli conosce vizi e virtù degli italiani, e forse più i primi che i secondi. Perciò sempre più massicciamente invade i principali canali televisivi. E’ stato infatti ospite di Lilli Gruber alla Sette, di Bruno Vespa a Porta a Porta e di innumerevoli altre tv che gli dànno spazio a tutto campo, con il risultato che gli italiani hanno assistito a piacevoli show. E siccome vince non chi dice la verità delle cose, ma chi compare di più, anche se le spara grosse, ecco perché vediamo che Berlusconi si sta giocando tutto per comparire, pur se artefatto, truccato, e con una sua sceneggiatura ingoiata a memoria, scritta su misura a seconda dei casi.
Francamente devo dire che nell’arte della recitazione a scena aperta Berlusconi è insuperabile e anche ieri sera ha dimostrato di non essere per niente turbato dalla presenza di un pubblico ostile, e da un conduttore che in più di una occasione ha perduto le staffe, anche se poi è riuscito a dominarsi. Santoro è letteralmente saltato in aria quando Berlusconi si è messo a leggere una “lettera” indirizzata a Travaglio, scritta per conto del suo capo, da Bonaiuti e basata sulle dieci condanne per diffamazione da cui è stato raggiunto nel tempo Marco Travaglio. Il conduttore ha perso letteralmente le staffe per una questione meramente tecnica: cioè l’abbassamento di tono dell’intera trasmissione che, in effetti, fino a quel momento, era stata piuttosto sostenuta. Secondo gli accordi. Fatta di battute reciproche, sorrisi e strette di mano. Un armonico spettacolo della pacificazione, tra il serio e il faceto, con il suo più potente nemico. A un certo punto si è temuto che Berlusconi abbandonasse il campo. Durante il diverbio si era infatti alzato in piedi e aveva dato la mano al padrone di casa, come a volersi congedare. In quel momento Santoro ha tremato. Si è parato davanti al suo ospite e gli ha ricordato i patti stabiliti prima della trasmissione. Ma era un gioco. Perchè Berlusconi non aveva per niente il desiderio di andarsene.
La partecipazione dell’uomo più ricco e più chiacchierato d’Italia a una trasmissione condotta da sicuri suoi avversari personali e politici è stata infatti uno spettacolo sobrio con attori semiseri sulla scena. Senza pensarci troppo essi si sono fatti reciprocamente un regalo inaspettato. Oltre due ore e mezza di risate e battute, guastate dall’imprevisto colpo basso di Berlusconi. Ma nessuno avrebbe potuto sostituire l’ospite e la trasmissione sarebbe fallita. L’inconveniente si sarebbe ritorto contro Berlusconi e contro Santoro.
Tutto sommato abbiamo assistito a una sorta di spaghetti western. Siamo in Italia e siamo sempre disposti a perdonare. Speriamo però che il prossimo 24 febbraio gli italiani non abbiano una simile generosità alle urne.
Giuseppe Casarrubea