Stefano Folli, editori
Su questo caso, che va avanti da 10 anni, Peter Gomez ci riassume brevemente i fatti: ” è stato condannato per la negoziazione di una serie di diritti cinematografici cioè l’acquisto di film e programmi televisivi, da parte, prima di Fininvest poi di Mediaset tra il 1994 e io 1998, circa tremila film che, secondo l’accusa inizialmente avevano portato a gonfiare i costi per pagare meno tasse. 360milioni di dollari che però sono finiti in prescrizione. Inizialmente a Berlusconi erano contestati, frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita, cioè che parte di quei soldi se li è intascati ma, alla fine è rimasto in piedi solo la frode fiscale di due anni, i bilanci Mediaset del 2003/2004 per un totale di 7 milioni di euro, gonfiati per pagare meno tasse”.
Sull’appropriazione indebita e falso in bilancio, nel 2007 è arrivata la spugna della prescrizione. È la prima volta, invece, che Berlusconi subisce una condanna anche in appello, nonostante la difesa avesse chiesto un nuovo stop, ma la Corte è andata dritta a
L’inizio della fine del Cavaliere?
Sallusti non ha dubbi:” L’avevo sentito dire anche nel novembre del 1994, quando venne raggiunto da un avviso di garanzia, primo Presidente del consiglio in carica a ricevere questo trattamento. In quel processo fu assolto per non aver commesso il fatto. Per cui, le accuse e le condanne di Berlusconi, che poi non riescono mai a raggiungere un verdetto finale, è un film che dura da diciotto anni. Per trentadue volte è stato, o assolto, o non condannato. È talmente bislacco questo processo. Be
L’ennesima tegola giudiziaria cade sul leader del Pdl pochi giorni dopo il faticoso avvio del governo di larghe intese guidato da Enrico Letta. La persecuzione giudiziaria continua ad infiammare la polemica politica e Sallusti non manca di sottolineare che “non è una scoperta di oggi, questa sentenza era scritta da tempo, la dinamica di questo processo, non fatto regolarmente, lascia pensare che siamo di fronte all’ennesimo tentativo di incastrare Berlusconi per via giudiziaria”.
La questione dei processi che coinvolgono il pluri-imputato Berlusconi pesa sempre di più sui rapporti interni alla maggioranza forzata che sostiene l’esecutivo. Berlusconi non tornerà mai più a una posizione istituzionale, continuerà ad avere un peso politico, almeno fino all’esito del prossimo processo Ruby. L’attuale grande maggioranza di necessità, si poggia sul PdL e sulla forza della leadership del Cavaliere mentre dall’altra il PD è in profondissima crisi e soffre per questa alleanza che incombe continuamente sulle decisioni governative. Questa condanna getta benzina sul fuoco ma, fino a che non ci sarà una figura che coordinerà tutte le tensioni, scongiurando il pericolo frammentazione, difficilmente il traballante governo porterà a termine delle riforme necessarie per il nostro paese e sicuramente non si emetteranno leggi equilibrate sulla questione giustizia che scrivano la parola fine su quelle ad