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Berlusconi in tribunale: "mai conosciuto mills" caos in strada -foto/video

Creato il 09 maggio 2011 da Nocensura1
MILANO - Berlusconi non ha mai conosciuto Mills. E' quanto il presidente del Consiglio, in un'intervista a Bruno Vespa per il libro del 2008 Viaggio in un'Italia diversa, sosteneva riguardo al processo che lo vede imputato di corruzione in atti giudiziari, e che il premier ha ribadito anche oggi, distribuendo quell'intervista ai giornalisti in aula per l'udienza al tribunale di Milano. «Poi vi faccio il regalino ora però i miei avvocati me lo impediscono. Intanto - ha aggiunto - state buoni perchè altrimenti i carabinieri vi portano a San Vittore», ha detto Berlusconi. Nell'intervista a Vespa il premier sosteneva che Mills «era uno dei tantissimi avvocati di cui all'estero si era servito occasionalmente il gruppo Fininvest. Io non ricordo di averlo mai conosciuto».
«Questo è un processo già morto», ha detto il Cavaliere, parlando del disegno di legge sulla prescrizione breve che accorcerebbe i tempi della prescrizione di sei mesi anche per il processo Mills. Nonostante il disegno di legge sulla prescrizione breve, il premier ha spiegato che il processo Mills «è già morto». La prescrizione arriverà nel gennaio 2012 e col nuovo disegno di legge si accorcerà di sei mesi. Il processo Mills secondo il premier «è solo un processo mediatico, il peggiore di tutti, perchè non c'è prova, nè movente». Il dibattimento sulla corruzione dell'avvocato inglese è, per Berlusconi, un processo «paradossale, ridicolo e surreale».
"NAPOLITANO? NON MI IRRITO MAI" Il presidente del Consiglio ha avuto parole al vetriolo sui magistrati che stanno portando avanti il processo Mills, e non solo questo. Parlando fuori dall'aula, il premier ha annunciato che «c'è una richiesta all'interno del mio partito di una commissione di inchiesta per evidenziare se all'interno della magistratura c'è un'associazione con fini a delinquere». Berlusconi, rispondendo a Napolitano, ha detto di non essersi irritato per le parole del Quirinale, mentre sulle parole di Bossi, che ha detto che i magistrati non sono un cancro, ha replicato seccato: «Retromarcia di Bossi? Ma quale retromarcia?».
MANIFESTANTI PRO-GIUDICI FUORI DAL TRIBUNALE Clima incandescente davanti al tribunale di Milano, dove è in programma l'udienza del processo Mills alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Una decina di giovani manifestanti sostano infatti davanti all'entrata del palazzo di Giustizia, con cartelli che richiamano nella grafica il 'Via le Br dalle procure' che tanto ha fatto discutere nelle scorse settimane: i giovani manifestano a sostegno di Giorgio Ambrosoli (avvocato liquidatore della Banca privata assassinato su ordine di Michele Sindona) e dei giudici Guido Galli ed Emilio Alessandrini, uccisi da Prima Linea nell'80 e nel '79, con cartelli con la scritta 'Grazie ai magistrati e alla polizia giudiziaria che ci hanno protetti dalle Br e da tanti altri pericoli anche a prezzo della vita'.
A Berlusconi, arrivato in aula per la prima volta nel processo Mills, è stata revocata la contumacia: per il premier è la quarta volta nelle ultime settimane che si presenta in tribunale, per 4 diversi processi (Mills, Mediatrade, Mediaset e Ruby). Nel caso Mills il Cavaliere è imputato di corruzione in atti giudiziari.
PM: NON C'E' TEMPO PER CITARE DUE VOLTE UN TESTE «Richiamare un testimone è un lusso che non possiamo permetterci, se ci fosse più tempo a disposizione...». Così il Pm di Milano Fabio De Pasquale «nel corso del processo Mills che vede imputato Silvio Berlusconi, si è opposto alla richiesta dei difensori del premier di riconvocare il testimone Paolo Marcucci, un imprenditore farmaceutico, quando saranno terminati i testi del Pm. Pur non citandola esplicitamente, il Pm ha fatto un riferimento implicito alla prescrizione che pesa sul processo milanese per corruzione in atti giudiziari e che arriverà nel gennaio dell'anno prossimo. In particolare, dopo l'esame del testimone Marcucci portato avanti dal Pm, i difensori, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo con a fianco il premier presente nell'aula, hanno chiesto ai giudici di potere effettuare oggi soltanto il controesame di Marcucci e poi di poterlo riconvocare in un'altra data per effettuare l'esame da parte della difesa. Il Pm si è opposto, parlando di un »lusso che non possiamo permetterci«, visti i tempi stretti, e i giudici della X sezione penale hanno invitato intanto i legali ad iniziare il controesame, spiegando che all'esito del controesame »valuteremo« la questione.
CONTESTATORE PORTATO VIA Un signore di mezza età, uscendo dal tribunale, ha urlato all'indirizzo dei sostenitori di Berlusconi frasi di contestazione, tra cui «Vergognatevi buffoni». L'uomo è stato letteralmente sollevato di peso dagli agenti delle forze dell'ordine, all'entrata di via Freguglia del palazzo di giustizia, e allontanato dalla polizia. Mentre veniva portato via, seguito da decine di giornalisti e cameramen, ha continuato a urlare, dicendo «In questo Paese non si può neanche più parlare».
Si chiama Pietro Palau Giovannetti ed è presidente dell'associazione Movimento per la Giustizia Robin Hood, il contestatore portato via di peso dalle forze dell'ordine dall'entrata del Palazzo di Giustizia di Milano di via Freguglia, mentre apostrofava i sostenitori del premier Silvio Berlusconi. «Sono stato identificato dalla polizia - ha detto ai giornalisti - strattonato, portato in un portone ma mi hanno lasciato libero perchè non ho fatto nulla. È chiaro che lo hanno fatto per impedirmi di parlare, in questo paese ormai non c'è più libertà di espressione». Giovannetti ha spiegato che con la sua associazione da oltre vent'anni «combatte la vera corruzione giudiziaria».
«Stamattina ero in tribunale - ha aggiunto - stavamo preparando delle udienze, poi sono uscito ed ho visto questi manifestanti, mi sono scandalizzato, mi è parsa una cosa vergognosa ed ho pensato che fosse normale, senza insultare ed offendere nessuno, dire loro che i veri abusi sono altri». Giovannetti ha spiegato che ha portato in Cassazione ben 107 provvedimenti contro «la vera corruzione giudiziaria». Palau Giovannetti durante l'inchiesta Mani Pulite sostava ogni giorno davanti al tribunale con un banchetto a sostegno dei magistrati del pool e attorno a lui aveva mobilitato una decina di anziane signore.
Mai tenuto in considerazione dai magistrati, ha subito due condanne: una, nel 2003, per calunnia nei confronti del presidente degli avvocati di Milano Paolo Giuggioli e l'altra, nel 2004, sempre per calunnia nei confronti dell'ex capo della Procura Francesco Saverio Borrelli. Aveva scritto una lettera ad Agostino Cordova, all'epoca procuratore di Palmi, invitandolo ad indagare sul coinvolgimento in presunte logge massonico affaristiche di un pretore milanese e dello stesso Borelli

Il contestatore portato via
fonte   http://www.leggo.it/video.php?id_news=120478&idv=9772
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