Mai come oggi Silvio Berlusconi è in angolo. Spaventato: “Forse non gli era mai successo di sentirsi così a rischio, così vulnerabile e pure così disarmato” scrive Salvatore Merlo sul Foglio.
Il terrore si chiama Quirinale: è il fantasma di un Presidente della Repubblica che non gli garantisca un ruolo politico, interessi economici e salvaguardia giudiziaria.
Prodi, Zagrebelsky, Rodotà, Imposimato o altri: in fondo, le scelte possibili sono diverse.
Per porre fine ad un’anomali ventennale, pagata a carissimo presso, dobbiamo solo guardarci da noi stessi.
Dobbiamo guardarci dalla vecchia anima consociativa.
Nella dirigenza del Pd quell’anima è sopravvissuta ed è la stessa che appoggiava entusiasta Monti e l’Abc, che non ha mai voluto fare una legge sul conflitto di interessi, che guardava con distacco e paura a quel No B. day a cui affluirono centinaia di migliaia di suoi militanti, che considerava i grillini peggio di Berlusconi, che fino a un mese fa credeva di essersi liberata di ogni fastidio dopo aver liquidato Di Pietro e normalizzato Vendola.
Quell’anima che ha lasciato campo libero al M5S.
Un’anima fuori dal tempo e così ripetutamente perdente.
E’ il momento di tagliare ogni rapporto con quell’anima.
Un’occasione storica che non possiamo perdere.