Dopo tante illazioni, arriva una conferma dall’ex banchiere centrale Lorenzo Bini Smaghi: Berlusconi fu cacciato nel 2011 dalla UE, perché minacciò l’uscita dell’Italia dall’Euro
di: Giuseppe Timpone – www.investireoggi.it -
Italia fuori dall’Euro: cosa avvenne nell’ultimo mese di vita del governo Berlusconi
Nel suo libro “Morire di austerità”, Bini Smaghi parla della caduta del governo Berlusconi e ne anticipa i contenuti in un’intervista al quotidiano britannico The Telegraph, dove spiega di essere al corrente che il Cavaliere avrebbe minacciato in colloqui privati con la cancelliera Angela Merkel e l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy la fuoriuscita dell’Italia dall’euro.
Sempre secondo Bini Smaghi, la Merkel si mostrò molto preoccupata dalle intenzioni svelate da Berlusconi, tanto che la caduta del suo governo altro non sarebbe che una cacciata decisa ai livelli alti dell’Unione Europea.
Nell’intervista, poi, il banchiere italiano svela che la Germania fosse due anni fa intenzionata seriamente a cacciare la Grecia dall’Eurozona, convinta che non ci sarebbero state ripercussioni sul resto dell’unione monetaria. Solo nell’autunno del 2012, la Merkel avrebbe capito che le cose stessero diversamente.
Il ricatto dello spread
Tornando, però, al caso italiano, l’interrogativo posto dalle rilevazioni di Bini Smaghi è inquietante: com’è stato cacciato Berlusconi dalla UE?
Sappiamo che proprio nel periodo in cui il banchiere sostiene che il Cavaliere avrebbe presentato ai colleghi europei il suo piano per portare l’Italia fuori dall’euro, lo spread iniziò improvvisamente a impennarsi, dopo un’estate in cui si era stabilizzato a livelli alti, ma non certo esplosivi.
Il boom dello spread btp bund fu evidente nel mese di ottobre e agli inizi di novembre, quando l’Italia arrivò a collocare all’asta titoli a sei mesi al rendimento del 6,4%. E’ probabile che la crisi dello spread, che arrivò per la scadenza decennale fino a un massimo storico di 576 bp, sia stata innescata dalla decisione della coppia Merkel-Sarkozy di fine settembre 2011, di far sì che i titoli di stato semi-periferici, tra cui i nostri BTp, fossero conteggiati nei bilanci degli istituti al loro prezzo di mercato al 30 settembre 2011. La misura ebbe un effetto psicologico e materiale devastante: se i titoli pubblici italiani non possono essere iscritti più al loro valore di rimborso (100%), ciò significa che non sarebbero più considerati sicuri. E inoltre: se non posso iscrivere a bilancio il titolo al suo valore di rimborso, ciò implica che la mia banca dovrà fare i conti con perdite patrimoniali. Tanto vale acquistare solo bond sicuri, ossia Bund tedeschi e, semmai, titoli francesi.
Alla luce delle rivelazioni di Bini Smaghi, non è che tale misura ebbe un intento punitivo, tesa a contribuire a fare impennare lo spread a livelli tali, per cui il governo italiano fosse indotto alle dimissioni?
La risposta non sarà mai certa, fin quando i protagonisti di questa pagina di storia recente non decidessero di svelare all’opinione pubblica cosa realmente accadde in quelle prime giornate di novembre del 2011, coincidenti con l’arrivo alla presidenza della BCE di Mario Draghi. In altri termini, dovrebbe essere lo stesso Berlusconi a chiarire se davvero la sua caduta fu frutto di un “complotto” europeo, cosa da sempre circolata tra la stampa e in parte della stessa opinione pubblica, ma sempre smentita dallo stesso Cav.