Sembra un film la scena pubblica attorno a cui si è attorcigliata la vita politica italiana: sesso, bugie - quelle raccontate da Berlusconi e smascherate da Repubblica e El Pais - nei suoi videotape.
Poi a leggere certi articoli di giornale scritti da "autorevoli" giornalisti, capisco come mai Berlusconi è Presidente del Consiglio. Piace a un certo establishment culturale, non solo agli evasori fiscali, che tutto sommato lo difende. Come per esempio Ostellino che nel suo ultimo editoriale scrive:
Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia - diciamo così - partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l'indulgenza all'esame o al capo ufficio per fare carriera. Avere trasformato in prostitute - dopo averne intercettato le telefonate e fatto perquisire le abitazioni - le ragazze che frequentavano casa Berlusconi, non è stata (solo) un'operazione giudiziaria, bensì (anche) una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo
Spiegando poi in una contro-replica ai numerosi commenti critici:
vi dirò che voi confondete un giudizio di fatto – che nella storia le donne siano state sempre consapevoli di stare sedute sulla propria fortuna e alcune l’abbiano volentieri «condivisa»; una ironica citazione letteraria per non usare un’espressione più cruda - con uno di valore (è giusto sia così). Machiavelli ne sarebbe inorridito [...]
Francamente, chi se ne frega se Machiavelli inorridisce... forse di là nemmeno sa chi siamo noi. Fatta però la debita premessa che ciascuno ha il diritto di scegliersi la vita sessuale che ritiene più appagante, purché nel rispetto delle leggi tra persone adulte e consenzienti, c'è un ma grosso come una casa ed è la condizione insopportabile che sono costrette a vivere molte donne italiane, un'intera generazione di giovani donne che vengono pagate per fare le "escort".
Sono indirizzate da una certa cultura che le invita a usare tutti i mezzi che hanno a disposizione - non c'è niente di male dopotutto, dicono - tranne, possibilmente, la testa. Certo, le colpe non è giusto scaricarle sempre sugli altri. Nessuno le obbliga a fare certe scelte degradanti ma è anche vero che l'alternativa al mestiere di velina, che almeno consente loro di comprarsi la laurea al CEPU, non è delle più invitanti ed è molto verosimilmente fatta di precariato e disoccupazione se vengono da famiglie di estrazione sociale medio-bassa.
Alla fine però si torna sempre lì, a quel '68 che non dev'essere andato giù a tanti (io mi tiro fuori, perché dichiaro subito che sono nato dopo) e infatti Ostellino scrive:
Io ho solo scritto che una donna dovrebbe essere libera di usare il proprio corpo come crede – «l’utero è mio e me lo gestisco io», l’antica e legittima rivendicazione femminista della quale ora ci si scorda perché a esserne partecipe è il Caimano – rispondendone solo alla propria coscienza, senza per questo essere marchiata come una puttana. Il mio era un principio liberale; non un invito a darla.
Ve li immaginate questi qui, quando non sono impegnati a difendere il premier, cosa dicono fregandosi le mani: ve l'avevo detto io a dove ci avrebbe portato la liberazione sessuale... E però c'è una cosa che non mi torna. Ostellino dice di avere usato un'ironica citazione letteraria ("stare sedute sulla propria fortuna") e l'ho cercata su google: sta nell'autobiografia di una "maitresse" americana del primo '900. Possibile che 15 anni di Berlusconi ci abbiano riportato così indietro?