Il copione è sempre lo stesso e, pure quando cambiano gli attori e la regia, chi vince le elezioni la fa sempre da “asso pigliatutto”! Prima la Camera e il Senato, poi la Presidenza della Repubblica, poi quella della Rai e così via fino ai Ministeri per finire con l'occupare a macchia d'olio le migliaia di consigli di amministrazione che salassano un Paese ormai in coma irreversibile! L’assegnazione della presidenza di Camera e Senato è andata come da copione, ma ha creato un parapiglia all’interno del Movimento5Stelle che al primo vero impegno di democrazia rappresentativa ha palesato delle "crepe"! In quanto, se a Montecitorio non c’erano problemi di “maggioranza” e il Pd ha consegnato lo scranno più alto della Camera dei deputati a Laura Boldrini di Sel senza chiedere niente a nessuno, al Senato l’ha spuntata Pietro Grasso il procuratore nazionale antimafia su Renato Schifani, grazie ai voti di alcuni grillini 'dissidenti' che nella scelta tra la scheda bianca o "il magistrato" hanno sostenuto il secondo andando contro le direttive del Movimento: non votare nessuno al di fuori di un 5stelle! Una scelta che divide gli stessi militanti. Infatti, se per qualcuno il voto è stato in linea con "l’impostazione di principio" del M5S, per altri è andato contro i suoi valori fondamentali e le recenti direttive: votare solo candidati a 5stelle! Pertanto, non si è fatto attendere il “post” di un furente Beppe Grillo, che dal suo blog “invita” i traditori a dimettersi: “Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Nel ‘Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento’ sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato ‘Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S’. Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze”. Comunque il dado è tratto e adesso il M5S rivolge le sue preoccuppazioni al Quirinale: “Le cariche alla Camera e al Senato sono archiviate, dureranno lo spazio di una legislatura che si annuncia breve. Il pdmenoelle ha giocato l'unica carta che gli è rimasta, quella della ‘foglia di fico’. Franceschini e la Finocchiaro erano indigeribili per chiunque, anche per gli iscritti. Boldrini e Grasso continuano così la linea già tracciata da Doria e Ambrosoli. E' fantastico! I parlamentari del pdmenoelle non riescono a esprimere un loro candidato. Non si fidano di sé stessi, soprattutto di sé stessi. Sanno di essere impresentabili e quindi devono presentare sempre qualcun altro. Per loro ci vuole un po' di conservatorismo compassionevole. Ora tocca ad altre due cariche, la presidenza del Consiglio e quella della Repubblica, fondamentale per il futuro dell'Italia. Il presidente della Repubblica rimane infatti in carica per sette anni (travalica le legislature) con poteri da monarca. Il candidato di pdl e di parte (gran parte?) del pdmenoelle è Massimo D'Alema. Non è ufficiale e nemmeno ufficioso, ma è molto plausibile. Non ci credete? Non ci credevo neppure io. Super Maxipoteri a D'Alema?.... La candidatura di D'Alema sarebbe irricevibile dall'opinione pubblica. Un fiammifero in un pagliaio. Il Paese non reggerebbe a sette anni di inciucio. Un passo indietro preventivo e una smentita, anche indignata per le 'voci infondate', sarebbero graditi”. Ma, nonostatnte le invettive di Beppe Grillo, adesso si rafforzano le chance di Pier Luigi Bersani per ottenere l’incarico di formare un nuovo governo. Il Pd deve sperare che "la crepa" apertasi nel M5S, porti ad una fuga di grillini verso il prossimo "voto di fiducia" al costituendo governo Bersani. Il diktat del M5S anche stavolta è chiaro: nessuna fiducia anessun governo! Ora spetterà a Grillo decidere come reagire: chiudere un occhio sulla recente violazione del “non statuto” o fermare sul nascere gli ‘eversivi’? Il dilemma è: lsciare i 5stelli in parlamento liberi di votare secondo coscienza o secondo le direttive del tandem Grillo-Casaleggio? In entrambi i casi il rischio è quello di perdere il consenso popolare e non pochi senatori a 5stelle!