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Bersani e Di Pietro: “Porco boia siamo commissariati”

Creato il 08 agosto 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Bersani e Di Pietro: “Porco boia siamo commissariati”È trascorsa qualche ora di troppo ma alla fine anche i sindacati e le attentissime opposizioni si sono accorti che l’Italia è, di fatto, commissariata. Eppure non era difficile rendersene conto prima, perché non c’erano state solo avvisaglie ma passi concreti di un governo tenuto sotto scacco da Stati Uniti, Germania, Francia e Bce. Quando abbiamo letto che Pierlu Bersani aveva definito “una buffonata” la fulminea convocazione della conferenza stampa congiunta Berlusconi-Tremonti, ci siamo guardati un attimo attorno e, pudicamente, abbiamo pianto. Quella dichiarazione a due voci era stata preceduta da una serie di aut aut internazionali dei quali abbiamo ampiamente scritto nel nostro post di sabato scorso, che riprendeva notizie di venerdì che riportavano fatti accaduti giovedì. Sono trascorsi insomma quattro giorni prima che Bersani, impegnato a curare le occhiaie ai panda, e Di Pietro, immerso nella campagna della sua Montenero di Bisaccia, dessero un segnale di esistenza in vita. La capacità di reazione delle nostre opposizioni è dunque pari alla loro indolenza nel mettere in difficoltà un governo che ora, a maggior ragione, se definiamo governicchio nessuno avrà nulla da ridire. Quando è stato chiaro a tutti che qualcosa, nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi, era accaduto, i due leader dell’opposizione si sono scatenati rilasciando dichiarazioni al prozac di una veemenza inusitata. Bersani ha detto: Vogliamo la verità. È incredibile e inaccettabile che l'opposizione non abbia avuto fin qui comunicazione alcuna sui vincoli ai quali la comunità europea e internazionale ci sta sottoponendo. Che cosa davvero e precisamente ci stanno chiedendo la Bce e le istituzioni internazionali?Di Pietro, da parte sua, non è stato meno “caustico”: “Berlusconi è una persona incapace di intendere e di volere, perché non conosce e non capisce più niente della realtà del suo Paese. Rappresenta un ostacolo sulla via della risoluzione di questa crisi che il suo governo ha contributo ad aggravare moltissimo perché ha cercato fino all'ultimo di negarla”. Ma chi cerca sempre e comunque di metterci una pezza, usando per intero l’armamentario delle sue origini craxiane (e piduiste) è sempre Mr. 2232, al secolo Cicchitto Fabrizio, il quale ha detto sornione: “Con questi chiari di luna mettere in crisi un governo rappresenta un salto nel buio”.Allora. Fino a ieri siamo stati costretti a tenerci il governo Berlusconi perché era stato eletto dall’accezione lata del termine popolo, visto che a volerlo era stata la maggioranza degli elettori e, quindi, poca roba. Da oggi iniziano invece i richiami alla “responsabilità” e alla “tenuta” del Paese contro "le speculazioni delle democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente”, come ebbe a dire Benito Mussolini dal balcone di Piazza Venezia. Secondo Mr. 2232, comunque vadano le cose saremo costretti a morire berlusconiani, prospettiva che come potete immaginare, non ci affascina affatto. Ma a dar man forte al governo di morti di fame, però Responsabili, è intervenuto il nostro stimatissimo (non è una battuta, per carità) Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha infatti dichiarato: "Il futuro sta non nel conflitto e nella divisione ma nella cooperazione e nella integrazione”. Parole sante, monsieur le président, se vivessimo in un paese normale, con forze politiche normali, con politici meno avvezzi a curarsi i cazzi loro e meno quelli della comunità. Sommessamente, e con tutto il rispetto che merita il suo ruolo, vorremmo porgerle qualche domanda: ma lei come si sente dopo aver apposto la firma su decine di leggi e decreti salva-premier e dopo aver nominato (perché tocca a lei farlo, anche se su proposta del presidente del consiglio), ministri plurindagati e sottosegretari faccendieri? Possibile che non le girino un po’ le presidenziali palle quando legge sui giornali che il presidente del consiglio, appena una settimana fa, ha organizzato un’altra delle sue feste galanti ad Arcore mentre il paese viene tenuto a galla grazie alla respirazione artificiale della Bce? Ma, signor presidente, com’è possibile che un uomo tutto d’un pezzo, quale lei ha dimostrato in ogni circostanza di essere, soggiace passivamente ai desiderata di un lenone e mette una pezza “costituzionale” (perché la sua firma questo rappresenta) alle sue malefatte? Tutto ciò ci sconvolge e ci indigna, soprattutto ora che la comunità internazionale ha certificato la totale sfiducia in Berlusconi, nel suo governo e nell’Italia che non ha mai amministrato accontentandosi di saccheggiarla. Non vogliamo tirarla per la giacchetta, signor presidente, anche perché né noi né i lettori di questo blog abbiamo alcuna intenzione di farlo, ma non le sembra che un governo commissariato debba andarsene e lasciare il posto al commissario? Che ci sta a fare Berlusconi se comanda Trichet? A rubare lo stipendio? E come la mettiamo con Razzi, Calearo, Scilipoti, Moffa, Romano e tutti gli altri mangiapane a tradimento, continuiamo a stipendiare pure loro e ad assicurargli il vitalizio? Se fossimo in lei, signor presidente, ci faremmo cogliere dalla sindrome dell’analfabeta: niente più firme sotto un documento che riportasse anche quelle del fu Capataz. Magari due croci, una per il nome e una per il cognome perché noi siamo, nonostante tutto, analfabeti acculturati.


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