Ma non potevano pensarci prima? Esce su
Repubblica un'intervista di Giannini a Bersani dopo il patatrac elettorale, riassunta sul sito del PD:
Il mio piano per governare.
Sono le famose sette-otto proposte da presentare in Parlamento (a Grillo) e sulle quali costruire il governo. Ma prima occorre superare lo scoglio della fiducia.
Eppure, vi sono ancora due piccoli difetti: primo, otto proposte sono troppe, non troppe in senso assoluto, ma troppe per quella che potremmo definire una
seconda campagna elettorale alla ricerca dei voti del Movimento 5 Stelle; secondo, non sono tutte chiare ed efficaci come un colpo di frusta. Comunque sono sempre meglio di quello che è passato nella
prima campagna elettorale del centrosinistra.
- Interventi urgenti per occupazione e crescita
- Sblocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese
- Dimezzamento numero parlamentari
- Taglio degli stipendi dei politici (retribuzione come quella dei sindaci)
- Regolamentazione di partiti e finanziamenti ai partiti
- Norme anti-corruzione
- Conflitto d'interesse
- Sviluppo sostenibile e protezione ambientale
Se i dirigenti del
Partito democratico non facessero come hanno fatto ieri con l'inviato di Servizio Pubblico, ma accettassero di
mescolarsi con chi poi deve votarli e rispondessero alle domande anche quando la situazione è scomoda, ebbene si potrebbe fare un passo in avanti e il centrosinistra non sarebbe condannato a perdere costantemente (o non vincere, fate voi).
Al centrosinistra sarebbero bastati i voti dei suoi soli simpatizzanti, di quelli che li avevano sempre votati. Aver perso la loro fiducia significa che non sono stati in grado di coinvolgerli, non hanno detto le parole che la gente voleva sentire, non sono stati sufficientemente vicini a chi ne aveva bisogno, anche solo con un cenno.
E comunque, dice Bersani, niente
governissimo con Berlusconi.
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