Bersani, un uomo che resiste. All’evidenza

Pierluigi Bersani, bisogna ammetterlo, è un duro. Sente profondamente  la responsabilità del Paese sulle spalle, ma non può farci nulla. Non può risolvere questa situazione politica che si trascina da quarantuno giorni, non da solo. Per questo ha consultato chiunque (mancava giusto Zichichi) per ottenere una larga maggioranza. Il problema è che, il povero Pigi, non se l’è filato nessuno.

Cioè lui ha la responsabilità, ma gli manca tutto il resto. Non ha l’autorità. Nemmeno i suoi lo rispettano più. Basti pensare che Bersani è da più di un mese che dice “mai con Berlusconi”, poi Franceschini dice  “dovremmo pensare a un governissimo” e Pigi si arrende all’evidenza ed è notizia di poche ore fa che incontrerà Berlusconi nei prossimi giorni. Dall’incontro all’accordo, però, ce ne passa. Bersani sembra ancora fermo nelle sue posizioni, come ogni bravo leader. Solo che Pigi non è riconosciuto come tale. Fa tenerezza sentirlo ora ringhiare contro Berlusconi che “noi non dimentichiamo”. Vien quasi da andargli vicino e sussurrargli: “Bravo zio Pigi, ora da bravo vai da B. e fai l’acordo, su…”.

E poi c’è la manifestazione contro la Povertà. A parte che La Manifestazione, in quanto azione politica, non ha più senso. Insomma è una entità astratta che serve per far sfogare una parte di cittadini. Ecco, è astratta. E su cosa la fai, tu, nel 2013? Ma su una entità astratta, naturalmente! Quindi usi uno strumento astratto per parlare di un argomento astratto. Ma non solo, La Manifestazione la fai contro qualcosa e non per qualcosa, quindi manco propositivo, tenti di essere. Ma lo sappiamo tutti, in fondo. Per Bersani l’importante è essere vicini ai bisogni dell’elettorato, che non c’entra molto coi cittadini. Ma lui è in buona fede, pensa che le due categorie coincidano. In effetti è quello convinto che i mali del’Italia derivino da Berlusconi.