Bersani–Renzi–Vendola

Creato il 30 ottobre 2011 da Marvigar4

   La baruffa Bersani-Renzi-Vendola non è una novità nel “confronto” tra le forze della sinistra italiana, sembra di rivedere un vecchio film consunto dal tempo, con parecchie parti della pellicola bruciate o rovinate. Una cosa però è stata detta e molto bene: la crisi ufficiale fu inaugurata il 21 ottobre 1998, il giorno in cui Bertinotti uscì dalla maggioranza del 1° governo Prodi. Da allora non c’è stata più pace per la sinistra italiana: Rifondazione Comunista ha cessato di essere l’unica realtà di rappresentanza politica della sinistra radicale, le successive filiazioni (Partito dei Comunisti Italiani et cetera) hanno a loro volta generato altri partiti e partitini, tutti intenti ad assumere secondo vecchi schemi o nuovi possibili la titolarità della cosiddetta visione progressista e di sinistra. il risultato è la sconfitta epocale delle elezioni politiche del 14 aprile 2008, dove la sinistra non è riuscita ad eleggere nemmeno un rappresentante in Parlamento (anche grazie al concorso di un certo Veltroni… ricordate il “voto inutile”?). È nata Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola e ha ottenuto dei risultati importanti; Rifondazione Comunista si assesta sul suo zoccolo duro, che ormai non cresce più; i “Rottamatori” di Matteo Renzi si stanno imponendo come nuova forza emergente; il PD resta, resiste, ma non può essere considerato una realtà puramente di sinistra, troppe le componenti confessionali e antistoriche al suo interno. In codesto vuoto c’è chi si agita, i leader delle parti che dovrebbero unirsi per fare blocco denunciano il vecchio vizio italico del narcisismo (evidentemente l’esempio di Fausto Bertinotti non è servito a nulla). Una cosa però si può dire: nell’attuale scenario italiano, non solo di sinistra, buona parte della classe politica nata negli anni ’40 e ’50 non sembra più in grado di stare al passo con i tempi. Il linguaggio è fermo agli anni ’70 e ’80 (Bersani dovrebbe guardare la trave nel suo occhio prima di indicare la pagliuzza in quello di Renzi…), i riferimenti continuano a essere incredibilmente lontani nel passato e poco proiettati sul presente e nel futuro. Il corporativismo trionfa, stenta ad imporsi una visione generale che stacchi il tubo dell’ossigeno alla superfetazione post-fascista (il corporativismo è fascismo, di destra, di centro e di sinistra), i nuovi equilibri mondiali vengono subiti passivamente e nemmeno compresi. La sinistra italiana travolta dal Muro di Berlino sembra ancora sotto le macerie dell’89 e per niente capace di vivere il Terzo Millennio. La lunga onda dello choc berlinese continua. Matteo Renzi, nato nel 1975, può essere la novità tanto attesa? È ancora presto per dirlo, ma siamo qui ad osservare, spesso con sgomento…

© Marco Vignolo Gargini



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