Sempre.
Il primo incontro con Miura e Gatsu risale al tempo del liceo.
Il compare LuKa comprava gli albi, e me li feci prestare.
Come ho scritto anche qui sul blog (e in molti altri posti), ritengo tutto il flashback sulla Squadra dei Falchi uno dei momenti più alti della storia fumettistica nipponica.
Poi, da dopo la consacrazione, qualcosa è cambiato.
Miura ha preso un’altra strada.
Ma Berserk è sempre rimasto su livelli piuttosto alti.
Alla fine del liceo ero arrivato a leggere fino a quando Gatsu non sconfigge il pretone demoniaco.
Dopodichè ho fatto passare qualche anno – causa anche l’endemica lentezza di Miura nel disegnare – e mi rimisi in pari, arrivando a leggere Berserk fino a quando Gatsu non indossa l’armatura del Berserk per la prima volta.
Siamo intorno al 2007, credo.
Bello liscio.
L'armatura del Berserk!
Qualche settimana fa ho deciso di rimettermi in pari con la lettura.
E…
E niente: pensavo che Kishimoto con Naruto fosse l’esempio più cristallino di sputtanamento di un fumetto.
Ma mi sbagliavo.
Unicorni.
Sogno che diventa realtà.
Mostri a cazzo.
Pagine e pagine di disegni (splendidi ma) riempitivi.
E Falconia.
Volavolavolavolavola
Mi sono trovato davanti il più grande capitombolo della storia del fumetto nipponico.
Mi è sembrato di essere Dante che fa il percorso inverso nella Commedia: dal Cielo più alto del Paradiso al Cocito infernale.
Quello che leggevo sembrava tutto, tranne Berserk.
Caro Miura, ma cosa ti sei fumato?