Roma 13 dicembre 2013
Quando l’annegata sull’acqua scendeva
dai ruscelli nei fiumi più grandi,
l’opale del cielo stupendo splendeva
come una carezza sopra il cadavere.
S’avvinghiarono a lei il fuco e le alghe
e a poco a poco il suo peso s’accrebbe.
Freddi le nuotavano i pesci lungo le gambe
piante e bestie trattennero il suo ultimo viaggio.
A sera il cielo ero oscuro come fumo
e con le stelle di notte teneva la luce sospesa.
Ma all’alba era chiaro, ed anche per lei
c’era ancora il mattino e la sera.
Quando il suo pallido corpo nell’acqua non fu che marciume,
con il tempo anche Dio fu incline a dimenticarla:
prima il suo volto e le mani e infine i capelli.
Poi divenne una carogna con tante carogne nel fiume.
Traduzione di Roberto Fertonani
Una poesia in cambio di un’auto. L’autore che procura la poesia è Bertolt Brecht. Il dedicatario: la Steyr, a quei tempi famosa casa automobilistica austriaca. L’affare si concluse, e la Steyr consegnò al poeta un’auto nuova di zecca. Nella poesia in questione – che è del 1928 e porta il titolo di “Singende Steyrwagen”, ossia “Le canore auto Steyr”:
Discendiamo
da una fabbrica di armi.
Nostro fratello minore è
il moschetto Mannlicher.
Nostra madre però
una miniera della Stiria.
Abbiamo:
sei cilindri e trenta cavalli.
Il nostro peso:
undici quintali.
L’interasse:
tre metri.
Ogni ruota posteriore vibra divisa per sé:
abbiamo un braccio oscillante.
Teniamo la curva come
un adesivo.
Il nostro motore è:
un metallo pesante.
Uomo, dai, guidaci!
Noi ti portiamo senza scosse
e tu credi d’essere
sull’acqua.
Ti portiamo così sollevato
e tu pensi di dover far pressione col pollice
perché non ci si stacchi da terra e
così silenziose ti portiamo
che tu crederai di correre
sull’ombra della tua macchina.
A domani
Lié Larousse