di Sergio Gilles Lacavalla
Da domenica 10 gennaio 2010, quando Kristina Rady si è impiccata nella sua abitazione di Bordeaux, il giudice di sorveglianza Philippe Laflaquière si ripete sempre la stessa domanda.
Era stato lui che aveva accolto la richiesta di scarcerazione di Bertand Cantat mettendolo in libertà vigilata il 16 ottobre 2007 per aver mostrato in galera la volontà di reinserimento sociale e professionale. E adesso anche l’ex moglie del cantante dei Noir Désir era morta. Lui dormiva nell’altra stanza.
Ma come non chiedersi: «E se quella notte fosse stato ancora rinchiuso in una cella del carcere di Muret, dove doveva finire di scontare la pena a otto anni per l’omicidio della sua donna, l’attrice Marie Trintignant?». “«Urlava cose terribili, capite?
Entrava e usciva dal bagno e mi gridava in faccia insultando me e la mia ex moglie e i miei bambini. Io le dicevo di calmarsi ma lei non la smetteva, smettila Marie, smettila ti prego! Ma era inutile e io non potevo più ascoltarla.
Era come impazzita, capite? Le ho dato qualche schiaffo per farla calmare e lei è caduta sbattendo la testa sul termosifone. Ma io non volevo». Bertrand Cantat ripeteva la sua versione alla polizia che….
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