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Bestseller inizialmente respinti #3 – Le cronache di Narnia

Creato il 08 ottobre 2014 da Ilariagoffredo

Eccoci al terzo appuntamento con la nuova rubrica Bestseller inizialmente respinti. Negli scorsi appuntamenti abbiamo parlato di Agatha Christie e J. K. Rowling che si sono viste rifiutare più volte libri che poi sono diventati successi mondiali.

Oggi invece portiamo l’attenzione su C. S. Lewis, autore de Le cronache di Narnia. L’autore pubblicò diversi libri prima di arrivare a proporre la pubblicazione della celebre saga. Inizialmente rifiutata più volte, quando finalmente ottiene un contratto di pubblicazione la saga è talmente richiesta da essere tradotta in 47 lingue e vendere 100 milioni di copie. In casi come questo penso sempre a come si sentono poi gli editori che hanno rifiutato la pubblicazione. Poveretti.

 

narnia

 

C. S. Lewis

cslewis

Clive Staples Lewis, in breve C. S. Lewis (Belfast, 29 novembre 1898 – Oxford, 22 novembre 1963), è stato uno scrittore e filologo britannico.
Fu docente di lingua e letteratura inglese all’Università di Oxford, dove divenne amico di J. R. R. Tolkien col quale – insieme anche a Charles Williams ed altri – fondò il circolo informale di discussione letteraria degli Inklings.
È noto al grande pubblico soprattutto come autore del ciclo di romanzi Le cronache di Narnia.
Le vicende biografiche di Lewis si possono ritrovare tematizzate nelle sue opere: si veda ad esempio la morte della madre avvenuta quando Lewis aveva solo 10 anni o la complessa evoluzione intellettuale del giovane Lewis sfociata nella conversione al cristianesimo anglicano, per non parlare dell’amicizia con i membri del club degli Inklings J.R.R. Tolkien e Charles Williams.

Nel 1919, appena congedato dal servizio militare, Lewis pubblica la raccolta di poesie Spirits in Bondage. Nel 1926 pubblica un poema narrativo intitolato Dymer sotto lo pseudonimo Cluve Hamilton. I due libri hanno un esito editoriale deludente.
Il primo libro che dà a Lewis una certa fama – anche se venne stroncato dalla critica – è invece Le due vie del pellegrino (Pilgrim’s Regress) pubblicato nel 1933. Si tratta di un racconto allegorico che descrive l’esperienza autobiografica di Lewis stesso, il passaggio dalla fede dell’infanzia all’ateismo e il successivo ritornare al cristianesimo dopo un breve passaggio attraverso la filosofia idealistica.
Fondamentali per capire la visione del mondo di Lewis sono i tre romanzi di fantascienza. La trilogia spaziale (Space Trilogy) venne scritta in seguito ad una scommessa con l’amico Tolkien. Lewis si impegnò a scrivere un “viaggio nello spazio”, mentre Tolkien doveva scrivere una storia incentrata su un “viaggio nel tempo”. Al centro di entrambe le opere doveva esserci il concetto del Mito e della sua riscoperta. Tolkien non portò a termine il suo “viaggio”, un romanzo intitolato La strada perduta che riprendeva la mitologia del Silmarillion, mentre Lewis andò oltre, realizzando tra il 1938 e il 1945 la trilogia composta dai volumi Lontano dal pianeta silenzioso, Perelandra e Quell’orribile forza.
Nel 1945 Lewis pubblica Il grande divorzio, un sogno o visione ispirato alla Divina Commedia di Dante. Lewis immagina di viaggiare nell’oltretomba guidato da George MacDonald e di incontrare le anime dei defunti che devono dimostrare di aver superato il pregiudizio fondamentale che le mantiene prigioniere dell’Inferno: l’idea per cui “Io sono mio”.

IL PENSIERO

Nei romanzi di Lewis è sempre presente una visione filosofica abbastanza complessa anche se non esposta organicamente. Comprenderne i fondamenti è importante per cogliere a fondo anche gli altri aspetti delle sue opere. Poiché una parte importante della vita dell’autore è stata occupata dal percorso personale che lo ha portato dall’ateismo alla convinzione che esiste un Dio personale e che questo Dio è quello rivelato dal cristianesimo, l’analisi delle motivazioni razionali che stanno alla base della fede di Lewis è importante per comprenderne il pensiero. Ma un posto altrettanto importante (o forse più importante) va assegnato ad altre tematiche a cui Lewis dedica spazio nelle sue opere, e cioè il tema del desiderio come elemento essenziale costitutivo dell’esperienza umana e il tema della fondamentale continuità e affinità tra le religioni e i miti precristiani e la verità rivelata nel cristianesimo.

LE CRONACHE DI NARNIA

Il successo arride a Lewis con la serie di fiabe moderne, scritte tra il 1950 ed il 1956, che compongono la saga de Le cronache di Narnia.
Essa è composta da sette libri pubblicati in epoche differenti e narra la storia del mondo di Narnia. Si tratta di un luogo fantastico, in cui gli animali parlano, la magia è comune e il bene è in lotta con il male. Oltre ai numerosi temi cristiani, la serie prende in prestito anche personaggi ed idee della mitologia greca e romana, dai racconti tradizionali britannici e dalle fiabe irlandesi.
Secondo alcune fonti, il nome di Narnia era conosciuto a Lewis fin dall’infanzia, tanto che nel suo atlante latino era sottolineata, nella cartina d’Italia, la città di Narnia ora chiamata Narni.
Dal libro la casa di produzione Walden Media ha sviluppato un ciclo di film. Il primo episodio, Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio, è uscito nel 2005, il secondo, Il principe Caspian, nel 2008 ed il terzo, Il viaggio del veliero, nel 2010.
Il ciclo di Narnia ha subito anche pesanti critiche, prevalentemente da parte di oppositori che ne hanno criticano l’ideologia di fondo; in particolare, lo scrittore Philip Pullman in un articolo pubblicato su The Guardian nel 1998espone le sue perplessità sulle modalità con cui Lewis introduce idee religiose e filosofiche in opere per l’infanzia. Lo stesso Pullman ha pubblicato tra il 1995 e il 2000 un ciclo di tre romanzi fantasy che secondo alcuni sarebbero una replica, ugualmente colma di idee filosofiche e religiose, alle cronache di Narnia.

Nel 2007 Michael Ward ha pubblicato Planet Narnia in cui sostiene che l’intera opera letteraria di Lewis è una forma di allegoria in cui sono codificati riferimenti al pensiero cosmologico medievale. Questi riferimenti fanno delle Cronache di Narnia qualcosa di simile alla Divina Commedia di Dante per cui la lettura del significato dell’opera è possibile solo con un’adeguata esegesi che viene fornita dall’autore. Il libro di Ward è un saggio accademico per il pubblico specialista ma da esso lo stesso autore ha ricavato nel 2010 un saggio divulgativo dal titolo The Narnia Code che è stato usato dalla BBC come soggetto di un documentario trasmesso in Italia da BBC Knowledge nel 2011.

Diversi film sono stati tratti dai libri.

 

 

Fonte: Wikipedia

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