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Bevagna delle Gaite è dei giovani nel corpo e nello spirito!

Creato il 25 giugno 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Una particolare atmosfera  è quella che in questi giorni si respira a Bevagna. Siamo nel pieno della Festa Medievale: Mercato delle Gaite 2015. Tra le molte iniziative spiccano quelle artistiche e culturali. Tra gli eventi avvenuti, da notare  quello musicale, a cura del maestro Alessandro di Lillo di Roma, che, con angeliche voci femminili intonanti canti gregoriani, ha contrappuntato la messa domenicale della cattedrale di S. Michele. Affascinante e, ai limiti del raffinato erotismo, la performance degli Oplas di Umbertide: giovani efebi che, su alti trampoli, giravano per la città mimando una lotta tra centauri e suggerivano danze garbatamente dionisiache. Ogni giorno, fino al 28 Giugno, fervono dovunque le preparazioni delle gare delle Gaite con animazione relativa all’attività svolta. Grandi e piccini partecipano alla realizzazione della scena e alla spiegazione e illustrazione delle varie fasi del mestiere antico che viene proposto.

 Una grande partecipazione e agonismo domina tutti i 5200 abitanti della cittadina. S. Maria, S. Pietro, S. Giorgio, S. Giovanni, sono i nomi delle quattro Gaite storiche sin dal 1300. Ma in realtà non sono questi i nomi delle principali chiese della città che sono invece S. Michele, S. Silvestro, S. Francesco, S. Filippo, S. Margherita e molte altre, tutte ricche di elementi medievali o barocchi.

Ma l’attesa di tutti è puntata sulle gare delle Gaite. Al momento che la giuria entra nella bottega di un mestiere per giudicarne l’operato è annunciata da uno squillo di chiarina. Tutto si ferma, e solo  i giurati sono ammessi! Mastri e garzoni delle varie attività si prodigano per dimostrare la loro perizia. L’atmosfera di contesa medievale è assoluta! Ogni attività dell’ingegno artistico e artigiano è rappresentata: l’arte del dipintore anzi della dipintrice, che decora splendidi cassoni nuziali e icone dorate, il mastro liutaio che crea liuti, ribeche e allegre ghironde, l’arte della seta con l’allevamento dei bachi fino alla produzione del panno tessuto, l’arte del taverniere albergatore, il mestiere della birra, quello del vetratista che, dalle cenere e la sabbia, crea meravigliose vetrate, l’arte del tintore, della carta, delle campane ecc. Molto interessante la sequenza della zecca. Ci spiegano i fabbri  Sandro e Luca che ancora oggi non si possono riprodurre le monete medievali originali, per non incorrere in accuse di falso.

 Tra gli incontri che si possono fare in città i più interessanti sono quelli con gli artisti: imperdibile quello con il maestro Luigi Frappi, epigono  dell’artista tedesco dell’’800, Carl Diefenbach (1851-1913), pittore della Certosa di Capri. Frappi, con le sue opere, dipinte per la maggior parte nel suo studio bevanate, suggerisce incredibili atmosfere azzurre di romantica suggestione poetica e magiche sequenze naturali di struggente malinconia.  Oppure l’incontro con Gabriele  Russo e Peppe Frana dei Micrologus di Assisi che, in veste privata, e solo per passione musicale, improvvisano una jam session  di canzoni medievali, dalla Sebissa al Tourdion con il liutaio della bottega della Gaita e con la sottoscritta. Interessante anche la visita alla casa medievale e al teatro romano, inglobato in un edificio, con all’interno una fantastica ricostruzione di una ruota da mulino, la cui forza dell’acqua  scrosciante serve ai grandi pistoni  per la battitura della lana.

Altro onore  cittadino è quello che merita il gruppo del tiro con l’arco Arcatores de Mevania, antico sport su bersaglio, o realizzato come battuta di caccia nel bosco, ma solo con animali ologrammatici e virtuali, dal suo capo indiscusso Oscar, che studia i legni più morbidi e adatti per la realizzazione degli archi antichi e promuove alte manifestazioni nazionali. La FIARC (Federazione Italiana Arcieri di Campagna) ha scelto infatti Bevagna come sede dei prossimi campionati nazionali.

Jpeg

Incontri interessanti e importati anche con i bambini della città che diventano i piccoli testimoni di una manifestazione che è cresciuta con loro. Giovanissimi  sono infatti  i componenti  del gruppo Musicanti Potestatis che allietano con  i loro sonori strumenti le serate gastronomiche. Tutte le generazioni collaborano alla ristorazione dei pellegrini che girano per il borgo. La Gaita S. Giorgio vanta dei piccoli tavernieri di quattro anni che già si occupano di apparecchiare le tavole. Meritano un particolare encomio appunto i giovanissimi, e i loro genitori che favoriscono un particolare coinvolgimento dei giovani alle iniziative. In un mondo di bullismo è molto bello vedere con quanta attenzione, responsabilità e partecipazione i piccoli lavorano con serietà per il buon andamento della festa.

Le cucine preparano, per le serate, cibi speciali sui quali regna una specialità creata dal cuoco della S. Giorgio che, con uno spezzatino al Sagrantino di Monefalco unito a zenzero e cannella, ha vinto varie precedenti edizioni. Anche la Gaita di S. Pietro, all’insegna della colta gestione di Annunziata Bordoni,  che propone i mestieri del tintore, della cereria, dello speziale e la splendida bottega del vetro, con le appassionate spiegazioni dei  giovani vetratisti Giovanni e Debora, ha una ricca scelta di saporose pietanze tra cui un succulento spezzatino di lepre. Da non dimenticare Nello Bandelli, l’emerito chef di S. Maria da vent’anni, maestro e amante della poesia, che, tra un solenne Ippocrasso, ricco d’ingredienti speciali, imperdibili primi piatti, con eleganti salse a base formaggio, cannella e limone, e dolci indimenticabili, delizia gli avventori. La Gaita S. Giovanni , con Roberto, propone invece il famoso papero arrosto,  oltre a una selezione di dolci e delle verdure di campo dallo splendido sapore antico raccolte da vivaci ragazze ultraottantenni . Il tutto ricercato e dedotto dalle ricette medievali anche rivisitate col gusto moderno.

Solo dal vivo si può vivere appieno lo spirito che Bevagna e i Bevanati diffondono come un’ambrosia su chi, fortunato mortale, ha scelto di godere di qualche giorno all’insegna della cultura e dell’arte, del buon vivere e dell’ eccelsa cucina. Fino al 28 giugno. Per chi può, da non perdere.

Alessandra Cesselon



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