Presso il bar Zucca, in galleria a Milano, ho osservato con piacere e curiosità le nuove macchine da caffè Bialetti. Alla base del lancio e soprattutto dei prodotti, c’è la ricerca del gusto del caffè degli italiani, diverso a seconda delle varie zone del nostro paese.
I gusti Bialetti hanno i nomi delle nostre città più famose, come Venezia o Napoli, per richiamare il fatto che ogni tipo di caffè, oltre ad essere diverso, ha origini storiche e geografiche proprie. Così se nei Caffè letterari di Milano ci si ritrovava e comodamente si guastavano numerosi caffè e l’esigenza era quella di bere qualcosa di leggero, a Napoli invece navigatori che portavano cacao in America avevano bisogno di una tazzina più forte.
Anche oggi, se ci pensiamo, quando andiamo al bar a prendere un caffè con gli amici, ci accorgiamo che spesso finiamo per scegliere ognuno una ricetta diversa: caffè macchiato, lungo, corto, decaffeinato, marocchino e molti altri.
Bialetti in tema di aromi risponde alle esigenze classiche, storiche. Partita dalla ricerca, giunge a caffè in capsula di alluminio, in grado di garantire la massima integrità al prodotto ed al suo gusto.
In esposizione vi erano la classica Mokona, vera e propria icona di design, che ora funziona anche con le capsule e le nuove macchine di dimensioni mini, perfette per gli uffici o per le cucine non troppo spaziose. Sono disponibili in 7 colori, tra cui l’ultimo nato, il nero mascalzone soft touch (per intenderci, quello che ricorda le automobili stile Batman che vanno tanto di moda, solo che sulla Bialetti sta decisamente meglio!
Su un bel tavolo imbandito spiccavano gli ultimi servizi di porcellana, sempre a marchio Bialetti, bianchi con l’omino. Tante idee per colazioni, dopopranzo o merende, tutte di ottimo design all’italiana.
In bellavista anche alcuni gadget a forma di o con sopra l’omino Bialetti, disponibili nei 37 negozi a marchio della casa: magneti, sottobicchieri, tovagliette all’americana, shopper in plastica un po’ retrò…
ho dovuto trattenermi, perché vi assicuro che l’istinto sarebbe stato quello di portare via tutto!