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Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

Creato il 01 settembre 2012 da Wsf

“ Non è la bellezza ciò da cui si dovrebbe necessariamente partire? È un giacinto azzurro che attira col suo profumo Persefone nei regni sotterranei della conoscenza e del destino. Si può senza dubbio chiamare «esorcismo» questo attrarre, per mezzo di figure, lo spirito, che di certe cose ha sempre una grande paura.”

Cristina Campo (da L’intervista, p. 203)

“ Ma è vero, essi la temono. Più che la morte la bellezza è temuta “

William Carlos Williams

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

Metti un sabato pomeriggio di Agosto. Il sole ancora picchia forte, nonostante l’orologio segni le ore 18. Stremata da una giornata in spiaggia, in cui neanche il delizioso morbido lettino del solarium del lido più trendy di S.Maria di Leuca con annessa elegante musica lounge e  mare cristallino hanno potuto offrire ristoro contro il caldo implacabile, decido di fiondarmi a cinema prima di cena. Ne sono dipendente, lo ammetto. Non sono in grado di stare lontana da una sala cinematografica per più di una settimana. La scelta del film si presenta obbligata. Il cinema ha solo due sale di cui una proietta Madagascar 3- ricercati in Europa, l’altra Biancaneve e il Cacciatore. Non mi sono mai piaciuti i film fantasy, di fantascienza o di animazione, odio con tutte le mie forze l’Harry Potter style e di solito anche i remake dei remake. Tuttavia avendo venduto da poco su e-bay la mia collezione di fiabe in edizione anni 80’, e dunque presa dal senso di colpa per essere stata così venale da aver preferito un cospicuo gruzzoletto ad un pezzo della mia incantata infanzia , scelgo Biancaneve e il cacciatore.

Inutile  che io mi soffermi sul film che reputo in generale un flop al gusto di vaniglia, di cui certo ognuno si sarà fatto un’idea leggendo qua e là o anche avendo visto proprio il film. Senza infamia e senza gloria infatti , il film potrebbe risultare strabiliante solo se senza spirito critico , ci si lascia trasportare da tutti i commenti e  le clip fantasmagoriche della pagina facebook dedicata,  dove si presenta in aurea fantastica una mera e anonima pellicola commerciale come questa. Nel remake dark-gotico- medioevale di Sanders infatti, nulla coinvolge e nulla commuove particolarmente.  La versione storica  Disneyiana risulta assai più emozionante nella sua  più pura semplicità e tenerezza. Questa versione di Biancaneve invece, da un lato riprende la storia originale dall’altro la stravolge presentando la principessa come una sorta di super-eroina dotata di super poteri di bellezza fisica e morale che lotterà per l’amore, l’armonia e la prosperità del suo regno. Una super-eroina dalla forza invincibile, bontà, grazia e giovinezza , che alla fine salverà se stessa e il suo regno senza l’intervento di alcun principe . Infatti, per meglio precisare,  qui il principe è totalmente assente, e sarà proprio  la sua bellezza a salvarla come detta l’incantesimo. ” Solo per la più bella l’incantesimo è stato creato e solo da una più bella l’incantesimo può essere spezzato”

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

Biancaneve, dunque portatrice di bellezza collegata all’idea di bene, perciò anche valore metafisico che conduce all’assoluto alla stregua della dottrina Platonica , una bellezza dall’aurea di luce salvifica  e poteri attribuiti classicamente solo alla Madonna : la natura che attorno a lei rifiorisce ,  la foresta in cui lei s’immerge riprende vita, folletti ed elfi che producono musica, uccellini e coniglietti che la circondano, alberi che tornano ad essere rigogliosi, gemme che si schiudono, fino all’incontro con il cervo gigante, che a lei si inchina o anche, stavo dimenticando, il buffo godzilla cattivo della foresta nera che la risparmia grazie al potere benedetto del suo sguardo.

Nonostante però Biancaneve, Kristen Stewart, si faccia via via sempre più una action figure pronta alla battaglia , ella risulta essere sostanzialmente un personaggio decisamente poco sanguigno ed espressivo dal punto di vista della presenza scenica, poco abile nel prendersi quel protagonismo che nella fiaba originale le si attribuisce, poco incline dunque a creare in qualche modo quel trasporto emotivo che ogni spettatore estimatore della fiaba e del personaggio si aspetta. Dalla mimica facciale e sex-appeal prossimo allo zero infatti , in molte scene si fa fatica a distinguere i suoi stati d’animo di gioia e dolore, causa  mimica facciale sempre uguale a se stessa e una certa recitazione monocorde. Personalmente devo dire che  ho affrontato con molta insofferenza  le scene d’azione che la vedevano protagonista.

Invece, ciò che costituisce fulcro potente del film, ciò che ammalia e affascina insomma, riuscendo ad imporsi per personalità e bellezza è proprio la strega cattiva impersonata Charlize Theron . Dalla bellezza algida e inenarrabile è lei la vera protagonista.

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

Lei come la Acanthaspis petax , la cimice assassina , predatore che si nutre delle viscere della preda dall’interno e senza dilaniarle , risucchia le sue vittime per togliergli la giovinezza facendole morire di vecchiaia. Lei, con i suoi poteri di strega che nasconde dietro l’aspetto etereo e sublime il suo essere orrorifica e mortifera. Lei che rappresenta un modello negativo di femminilità, una donna che odia gli uomini e uccide durante l’atto sessuale come nella peggiore delle ansie freudiane, ed in maniera spettacolare mette in scena l’ira di una donna che deve vendicare la sua famiglia e ha scelto la via del male più assoluto e la volontà di perpetuarlo ab eterno cibandosi della giovinezza. Lei  vile ed indegna della sua giovinezza e portatrice del male al tempo stesso, legata a una natura in putrefazione  e a tutto ciò che è impuro. La strega costituisce non solo il contraltare della bellezza di Biancaneve, bellezza fine a se stessa distinta da altri valori come da dottrina Kantiana, ma  costituisce la storia dentro la storia,  a cui il regista Senders dà un passato e delle motivazioni.

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

La madre della strega educa la figlia secondo il principio che la bellezza è sopravvivenza. Dunque la strega è prigioniera della bellezza, la sua avvenenza è un superpotere, un’arma per la conquista di sommi privilegi e dell’eternità. Il personaggio della strega e la sua storia mostrano il lato drammatico di questa scelta, quello umano di una spietatezza scura inclusa nella sua ragione di vita. Perché “ l’amore sa sempre come tradirti “ dice la strega a Biancaneve, la bellezza no.  Questa strega riesce dunque a trasportare e a destare nello spettatore una soggezione ammaliatrice: bellezza, personalità, superbi ed eclettici vestiti che ricordano manti di corvi, gioielli in acciaio tra cui  acuminati artigli  con cui strappa le viscere dei passerotti per fare il suo spuntino. Una strega che incredibilmente desta anche molta tenerezza :   in lei si annidano le insicurezze e le paure di ogni donna. Simbolo ne è lo specchio da cui è dipendente e che ne esalta il lato umano e fragile poiché anche una regina potente ha bisogno delle sue rassicurazioni . Una sorta di gong dorato che interpellato  prende forma d’uomo,  un’entità riflettente che la tiene in scacco, un po’ come quella dell’odierna società dove è spesso la bellezza ad essere capitale erotico ed economico, dunque garanzia assoluta di potere che  decreta inclusione o esclusione sociale.

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

La promessa dell’ eterna giovinezza unita alla bellezza,  la seduzione,  la potenzialità di stimolare negli altri sensazioni di bello, di piacere, di soddisfacimento sessuale come suprema arma di comando: tutti input che rendono la perdita di queste doti un insopportabile sconfitta, la certezza di un’esistenza votata al fallimento e alla subordinazione. Sostanzialmente se in questo film non si rimane propriamente appagati della gloria e della sensazione di vittoria infusa storicamente dalle fiabe, nel cuore della mela di Biancaneve, si cela una riflessione energica su quella che è l’ossessione del nostro tempo circa l’esteriorità. La bellezza che salva il mondo e i regni dal male, una bellezza che è potere in Ravenna e motivo di vita per Biancaneve, tema che rimanda  attraverso lo scontro tra due donne anche ad una riflessione sull’estetica contemporanea dove viene rimarcata la distinzione fra la bellezza come sinonimo di valore estetico in generale (che segnala l’eccellenza di un oggetto in riferimento a molteplici e rilevanti criteri di valore) e la bellezza come un valore fra altri (che indica un alto ma relativo grado di valore, distinto da altre forme). Si potrebbe pensare a  Kant vs Platone o per passare alla cronaca spicciola, alla Biancaneve dei giorni nostri,  nonché la celeberrima consigliera lombarda Minetti , la quale nelle sue memorie difensive rimarca senza se e senza ma  “La bellezza è un potere, va usata”. E proprio quest’ultima si proclama immaginifica indagatrice delle favole dell’infanzia e non esita a richiamarle per farsene contrappunto nel suo memoriale difensivo.

Biancaneve e il cacciatore:la donna, la fiaba, la bellezza e il potere

“Cenerentola litigava con le sorellastre per andare al ballo, senza l’aiuto delle fatine non sarebbe stata mai baciata dal principe”- scrive  – “Un’altra Bella, fatalmente innamorata di una bestia, sfidava i pregiudizi della città, infischiandosi delle preoccupazioni del babbo”, “Puffetta poi godeva allegramente della sua beata condizione di unica femmina del villaggio e Biancaneve addirittura viveva con sette uomini”.  In effetti Biancaneve aveva sette nanetti accanto, lei  ne ha avuto uno solo, ma indubbiamente la generosità di quell’unico ne è valsa per sette. E certo poter godere della generosità di qualcuno è privilegio che la Minetti ci insegna che si può ottenere solo con la bellezza.  Le favole allora sono o non sono una cosa seria?   Biancaneve che si concedeva sette uomini e nessuno si inorridiva, anzi è passata alla storia delle fiabe come la più candida ed innocente fanciulla del mondo fornisce un alibi a che Nicole Minetti possa dire che  “La bellezza non è una qualità minore, ma un punto di forza. Non è un dettaglio estetico, ma un potere che viene da dentro”. E perciò ci ricorda di “non cadere nella trappola di chi se n’è accorto e ha cercato di annientare questa energia, facendola addirittura diventare un difetto, mortificandola”.

Forse dovremmo rispolverare e reinterpretare tutti le fiabe di infanzia, meditare sulla loro lezione, o richiamare semplicemente  le parole di Cristina Campo in merito a queste : “ Come i vangeli la fiaba è un ago d’oro sospeso ad un nord oscillante, inponderabile, sempre diversamente inclinato, come l’albero maestro di un vascello su un mare ondoso. ….Pesa su ogni fiaba – pesa su ogni vita- l’enigma impenetrabile e centrale : la sorte, l’elezione, la colpa”.


Filed under: Cinema, Recensioni, visioni visive Tagged: Charlize Theron, Cristina Campo, Fiabe, Kristen Stewart, Mezzanotte, scritture, visioni, William Carlos Williams, WSF

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