Mi sembrano interessanti i risultati di uno studio a campione elabarato da Vinitaly circa le abitudini di consumo del vino in Italia. Il report è stato diffuso stamattina e ve lo copio/incollo qui sotto. Non so quale valore scientifico possa avere, traddandosi di uno studio fieristico, ma mi pare, ad occhio, che un senso possa averlo.
FUORI CASA IL VINO È DONNA A TUTTE LE ETÀ PIÙ CASALINGHI GLI UOMINI
Per la prima volta il Salone internazionale del vino in corso a Verona fino a domani ha realizzato un’indagine su un campione autoselezionato e unico che caratterizza le abitudini di consumo per fasce di età, oltre che per sesso. Ne esce uno spaccato inedito e interessante, con le donne consumatrici di vino consapevoli e indipendenti, che legano più degli uomini un buon bicchiere ai momenti di convivialità
Verona, 9 aprile 2013 – Quasi il 44% degli uomini consuma vino tutti i giorni, mentre poco più del 42% delle donne beve 3 volte alla settimana. Se però si scompone il campione per fasce di età oltre che per sesso i risultati sulla frequenza di consumo, sui luoghi e sui gusti sono meno scontati di quanto siamo abituati a sentire, tanto da essere qualche volta sorprendenti.Per entrare un po’ più nel dettaglio, Vinitaly ha realizzato un’indagine su un campione di quasi 3.000 visitatori presenti in fiera nel 2012. Sei le fasce d’età considerate, comprese tra i 18 anni e oltre i 60 anni.
“Vinitaly – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è un osservatorio in grado di raccogliere ed elaborare informazioni esclusive e ad ampio raggio sul consumo di vino e sulle tendenze in atto, in modo da fornire indicazioni utili alle aziende del settore”.
Dall’indagine emerge che tra i 18 e i 25 anni il 45% degli uomini beve vino tre volte la settimana, mentre la maggior parte delle donne della stessa età (49,3%) solo una volta. Per entrambe le categorie il fine settimana è il momento in cui si concentrano i consumi (75% delle risposte), ma con le ragazze che si dedicano percentualmente di più al rito dell’aperitivo rispetto ai coetanei dell’altro sesso. Il 47,2% dei maschi, infatti, consuma più frequentemente vino in casa, mentre il 67,7% delle femmine nei ristoranti e nei locali pubblici.
Seguendo il filone della frequenza e del luogo prevalente di consumo, nella fascia di età 26-34 anni a parità di volte (tre alla settimana per il 50% in entrambi i sessi), per le donne la percentuale del fuori casa scende al 53,9% a favore del domestico che sale al 35,6%. Quest’ultimo dato cresce anche per gli uomini che arrivano al 53,2%.
Il piacere di bere vino tra le mura di casa aumenta con l’età. Lo conferma il campione tra i 35 e il 44 anni, con gli uomini che salgono al 66,2% e le donne al 52,7%, con il consumo tre volte alla settimana ancora prevalente (43,1 e 44,8%), ma in discesa a favore della frequenza quotidiana. Le signore (34,6%) conservano comunque il gusto del fuori casa e del week end, in particolare a cena e nel dopo cena (rispettivamente 79,9 e 100%) e per l’aperitivo (69,8%). In questa fascia di età, inoltre, il gentil sesso dimostra una libertà di approccio al vino superiore a quella dell’uomo, scegliendo la bottiglia dare bere facendosi condizionare meno dal prezzo e stando più attenta all’abbinamento alimentare rispetto all’uomo, pur manifestando una conoscenza analoga del prodotto vino.
Tra i 45 e i 54 anni la frequenza di consumo cambia, con la metà degli uomini (49,9%) che beve quotidianamente mentre, pur rimanendo prevalenti, le donne che consumano vino tre volte alla settimana (38,6%) si riducono a favore di quelle che bevono un bicchiere di vino tutti i giorni (35,5%). In questa fascia di età si accentua ulteriormente l’abitudine al consumo domestico, con percentuali rispettivamente del 73,1 e del 57,9%. La cena diventa il momento preferito per entrambe le categorie e nella stessa misura (76,3 e 76,8%).
Nella fascia 55-64 anni, la maggioranza delle donne beve tutti i giorni (56,4%), come pure quasi due terzi delle over 65 (62,5%), prevalentemente a cena (70,4% per entrambe le fasce di età) e a casa (68,5 e 78,3%). Analogo l’andamento del consumo negli uomini della stessa età, con una frequenza che sale prima al 62,5% e poi raggiunge il 75,2%.
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ROSSI D’ANNATA E BIANCHI SECCHI PER BERE IN COPPIA MENTRE SUGLI ALTRI VINI UOMINI E DONNE HANNO GUSTI DIVERSI
Per la prima volta Vinitaly con il suo Osservatorio ha realizzato un’indagine che caratterizza le abitudini di consumo per fasce di età, oltre che per sesso. Il primo dato che emerge è il gusto comune per i vini rossi invecchiati e i bianchi secchi; poi davanti a un rosso da tavola o a un prosecco le strade si dividono.
Verona, 9 aprile 2013 – Un vino rosso importante, invecchiato e barricato, un ballon per degustarlo ed ecco creata l’atmosfera che mette d’accordo donne e uomini. Pur così diversi nei gusti, infatti, i due sessi convergono quando bisogna dire quale sia il vino che piace di più. Il dato emerge dall’indagine realizzata da Vinitaly su quasi 3.000 visitatori dell’edizione 2012 del più grande salone internazionale dedicato ai professionisti del vino. Per la prima volta il campione è stato suddiviso in sei fasce d’età, per avere uno spaccato più dettagliato della frequenza e delle tendenze di consumo in Italia.
“Le ricerche sul consumo di alcool sono state numerose negli ultimi anni – dice Costantino Cipolla, ordinario di sociologia all’Università di Bologna – ma questa, dedicata al vino e con un campione autoselezionato ed unico, si presenta con delle sue sicure originalità e molto utile per tutti gli operatori ed i ‘politici’ studiosi del settore”.
Secondo l’indagine, c’è concordia tra i sessi anche sulla seconda preferenza, che va ai bianchi secchi fermi, poi le strade divergono con le donne che scelgono i prosecchi e gli uomini che scelgono un buon rosso da tavola.
Le regioni enologiche italiane preferite dal campione sono risultate il Veneto, seguito da Trentino, Piemonte e Toscana, mentre tra i Paesi esteri la Francia è la favorita tra gli uomini e le donne, mentre poi i gusti divergono: i primi confermano la loro predilezione per i vini rossi di carattere scegliendo Spagna e Cile; le donne si orientano verso vini più leggeri e dimostrano una curiosità maggiore rispetto agli uomini, mettendo al secondo posto Germania e Nuova Zelanda e al terzo Argentina, Australia, Austria, Spagna e Sudafrica.
Ma perché le donne preferiscono il prosecco? L’inclinazione per la bollicina italiana più trendy nel mondo da parte delle wine lover italiane è da legare a un altro dato emerso dall’indagine di Vinitaly e cioè che il consumo femminile è più mondano e legato alla convivialità rispetto a quello maschile, in particolare nelle fasce di età più basse, con l’aperitivo che risulta il più frequente momento di consumo per un terzo delle ragazze tra i 18 e i 25 anni di età, per più di un quarto tra i 26 e i 34 anni e ancora per un quinto delle rappresentanti della fascia 35-44 anni, con uno scarto costante di circa il 10% in più rispetto agli uomini.
Il momento di maggiore consumo è comunque per tutti la cena, con percentuali simili sul totale del campione (72% per gli uomini e circa 70% per le donne), ma con alcune differenze in base all’età. Gli uomini partono dal 59% di frequenza tra i 18 e i 25 anni per salire a quasi il 69% tra i 26 e i 34 anni e oltre il 76% fino ai 54 anni; poi c’è una discesa al 70 e al 60% passando dalla fascia 55-64 anni a oltre i 65 anni. Per le donne si parte dal 47% delle più giovani per passare progressivamente al 66, 75 e 77% fino ai 45-54 anni; poi si scende al 70 e al 62% per le fasce di età più avanzata.
Da notare, però che alla diminuzione di frequenza nelle fasce più alte corrisponde un aumento consistente di chi dichiara di bere vino più spesso a pranzo sia tra gli uomini che per le signore. Le over 55, inoltre, sono le uniche che per oltre la metà consumano vino tutti i giorni, rispetto alle donne più giovani che bevono prevalentemente tre volte alla settimana (a parte le ragazze fino a 25 anni che per quasi la metà hanno dichiarato di bere solo una volta alla settimana).
“Sul piano generazionale – spiega Cipolla -, i mutamenti in atto appaiono consistenti, soprattutto se consideriamo e compariamo le fasce di età sotto i trenta e sopra i sessanta anni. Intano, gli adulti-anziani consumano più vino dei giovani e ciò in maniera anche piuttosto consistente. La fruizione del vino a cena è analoga nelle classi di età a confronto, ma molto più rada fra i ragazzi, mentre a pranzo questi scompaiono per apparire, in modo del tutto diverso dalle generazioni più avanti in età, nel consumo connesso agli ormai famosi “aperitivi” (un pre-cena? Una cena più leggera e meno costosa?)”.
“Il punto di radicale rottura fra le generazioni si realizza, però, analizzando il tempo sociale ed il luogo del consumo di vino, che – fa notare Cipolla – fra i giovani è concentrato nel fine settimana e fuori casa, mentre nei più vecchi in casa e durante le settimana. Gli orientamenti del gusto restano per l’estero nettamente francesi, mentre i giovani (soprattutto le ragazze) virano sui vini bianchi leggerei ed aromatici rispetto ai più anziani (in prevalenza maschi) che tendono a prediligere banchi piuttosto strutturati ed anche invecchiati”.
“Le altre i variabili – conclude Cipolla – paiono discriminare, rispetto all’età, molto meno. La domanda, però, che ci possiamo porre è la seguente: invecchiando questa coorte di giovani tenderà a convergere verso gli stili di consumo e di gusto dei soggetti più avanti in età, oppure questa ‘rottura’ più che generazionale è di natura storica?”.
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