Anno: 2011
Nazionalità: Italia
Durata: 74’
Genere: Drammatico
Regia: Roberto Di Vito
Distribuzione: Cecchi Gori Home video cineKult
Uscita: 11/12/2012
Bianco. Questo è quello che vede il protagonista appena risvegliatosi in un seminterrato adattato a prigione. Si sveglia legato mani e piedi, imbavagliato e incappucciato. Presto scoprirà che i suoi due carcerieri sono degli improvvisati che hanno semplicemente sbagliato persona. Mentre vive la sua prigionia surreale, gli sovvengono alla mente ricordi della sua vita da uomo libero. I colloqui di lavoro umilianti, la sua ragazza che lo abbandona al bordo di una rotonda di periferia, correndo via sul suo motorino. La voce narrante riassume le sensazioni del protagonista: “Tutto è difficile, il lavoro, l’amore…”. Torna a quella realtà da prigioniero e capisce che i due rapitori pensano che sia figlio di un ricco imprenditore, ma lui stava semplicemente facendo jogging in una zona residenziale, nella quale l’imprenditore in questione aveva la sua villa. La solida fantasia narrante di Roberto Di Vito, accarezza il lirismo onirico per tornare alla realtà e lasciarla di nuovo per ricordi che somigliano ad incubi. A sottolineare i momenti più importanti vi sono le musiche, anch’esse realizzate dal filmaker Di Vito. Il viaggio del protagonista dentro se stesso, trascina lo spettatore a scoprire e nel contempo riscoprirsi in un rimandare di meccanismi atavici e sociali. Non da meno è il lavoro del regista sul quadro e la messa in scena che mai si abbandonano a manicheismi o vezzi compiaciuti, facendo calzare perfettamente significati e significanti. Le scenografie scelte rappresentano la desolazione urbanistica di una metropoli straniante, caricando di senso tutto quanto accade sia dentro che fuori. Film spietato col suo protagonista come con lo spettatore, volto a raccogliere le più profonde debolezze dell’animo umano, Bianco è un piccolo gioiello di film autoprodotto, che conserva una purezza espressiva rara.
Fabio Sajeva