Magazine Diario personale

Bianco come la luna

Da Lucas

Ho sentito dire, senza leggere nulla in merito, che è in voga della specie di letteratura erotica. Mi sono chiesto se sarei capace, io, di scrivere un racconto erotico. Forse, chissà. Ma non è questo il punto. Il punto è che tale vociferare sull'argomento mi ha provocato una domanda, questa: qual è stata la prima volta che, in vita mia, ho avuto l'impressione di vivere qualcosa di erotico, che provocò in me una parvenza di eccitazione?Veloce riavvolgimento di nastro biografico. Mi vedo bambino, piccolo, ma piccolo veramente, età dell'asilo. Il ricordo non è legato alle fidanzatine di quelle che si faceva finta, già a quattro/cinque anni, di essere fidanzati con la complicità scherzosa delle maestre. – Oh, Luca e Lorenza stanno sempre a giocare insieme, guardateli bellini, si fanno le carezze. No, il primo ricordo erotico non appartiene a questa roba qui. Risale a qualcos'altro.Una volta i medici prescrivevano sovente delle iniezioni. E quando ero piccolo le iniezioni nel sedere non tutti le sapevano fare. C'erano delle rare infermiere di paese, oppure qualche sparuto dilettante allo sbaraglio. Mia madre e mio padre le sapevano fare, pare imparando sui loro stessi culi e su quelli di parenti e vicini di casa. Una vicina di casa, appunto, esattamente non mi ricordo chi, ma una signora sui quarant'anni, un giorno venne da mia madre a farsi fare una puntura. Mia madre e la signora erano sedute in cucina a parlare mentre aspettavano che la siringa di vetro e l'ago si sterilizzassero. Mi ricordo ancora il gorgoglio di tali strumenti messi a cuocere, nel loro pentolino, sul gas. Io ero piccolo, dicevo, e gironzolavo per casa e la mia età non era ritenuta a rischio, quindi la signora, quando la siringa fu pronta, come se niente fosse, si alzò la gonna, si abbassò le mutande, si piegò lievemente sul tavolo di cucina e mia madre, dopo aver strofinato sul bersaglio un batuffolo di cotone imbevuto di alcol, zac, un colpo secco e deciso, un'iniezione accurata, estrazione, ancora strofinamento sul punto colpito, il tempo di dire, “ecco fatto”, e la signora si ricompose subito, ringraziò sentitamente, e arrivederci.Beh, io mi ricordo ancora quel culo, bello, grande, morbido, bianco come la luna, e quelle mutande a mezza coscia. Fu un lampo, sì, ma ancora m'illumina.

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