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Biarritz alla fine si prende la sua coppa europea

Creato il 19 maggio 2012 da Rightrugby
Biarritz alla fine si prende la sua coppa europea Amlin Challenge Cup - The Stoop
Toulon 18 - 21 Biarritz

Una stagione amara da riscattare, trascorsa anche con lo spauracchio della retrocessione e la gioia nell'invasione di campo del The Stoop di Londra: il Biarritz si aggiudica la Challenge Cup nella finale transalpina contro il Tolone per 21-18 e con essa il primo trofeo europeo nella sua storia, dopo i due secondi posti in Heineken Cup nel 2006 e 2010. Si mette a piovere, il gioco non decolla (è una finale, mettetevi il cuore in pace, la posta in palio è alta specie per i baschi, mentre i provenzali sono in corsa per il titolo del Top 14, non passerà alla storia, ma non si può liquidare nemmeno in quattro parole) e conta la precisione al piede: Dimitri Yachvili non stecca, fa 7/7, mentre Johnny Wilkison lascia sul terreno un penalty rimpiazzato comunque dal marchio di fabbrica, il drop, e l'unico tentativo dalla lunga distanza dell'estremo Benjamin Lapeyre arriva ben corto. Ad arbitrare l'incontro l'inglese Wayne Barnes.

Si comincia con una nota programmatica: Biarritz passa per i calci, precisi, calibrati, che costringono gli avversari nei propri 22, a rimesse sulla linea dei 5 metri e sotto pressione, una costante della serata. Arriva pure l'occasione di una mischia sotto i pali, ma gli avanti baschi anticipano l'ingresso. In compenso al 5' Yachvili apre le marcature per un fallo in ruck. E due minuti più tardi il pack rossonero torchia quello opposto e spedisce Wilkinson alla piazzola, ma l'ovale esce a lato. Poco importa: con i pezzi grossi compreso Mathieu Bastareaud Tolone muove (poco) palla e consente all'apertura all'11' di pareggiare i conti. Biarritz non si scompone: l'ala Dane Haylett-Petty è lucido per inventarsi come centro aggiunto e regista dal tocco morbido per confermare la nota programmatica. Altrimenti ci sono l'estremo Ian Balshaw e il solito Yachvili. Proprio Haylett-Petty al quarto d'ora si rende protagonista del primo assoluto spunto offensivo, con un ottimo inserimento sulla trasmissione al largo di Juliene Peyrelongue, ma si piglia in compenso le spedizione di viaggio da Lapeyre. 

La rimessa laterale del Tolone non ha confidenza, commette pure fallo e consente a BOP di andare sul 6-3. I segugi di mister Bernard Laporte vanno a caccia di Taku Ngwenya, l'ala finisce a terra, i suoi compagni per tutelare il possesso fanno infrazione e Wilko pareggia nuovamente al 22', al 25 Yachvili riallunga e un minuto più tardi trova un ottimo angolo da posizione laterale dalla propria metà campo per rispedire gli avversari sui loro 5 metri. Geometrie goniometriche. Damien Traille tenta la via del drop, non va a buon fine, mentre il pilone Yvan Watremez chiede ai suoi di essere più presenti nella battaglia nelle ruck, dove il peso massiccio del pack di Tolone si fa sentire e al 31' Wilko segna da poco fuori i 22: è il momento in cui vanno più vicini all'area di meta. Imanol Harinordoquy mette a nudo le difficoltà del Toulon in touche rubandogliela a centrocampo e i baschi si portano sul 12-9 a cinque dall'intervallo. Mantengono l'abbrivio, un calcio alto di Peyrelongue viene recuperato facendo montare la pressione nei 22, poi al largo l'iniziativa si annacqua per mancanza di uomini. 

La ripresa si apre con l'ingresso in prima linea per il Biarritz di Sylvain Marconnet, alla sua ultima apparizione prima di appendere le scarpe al chiodo. Joe van Niekerk subisce fallo in rimessa al 44' il solito Wilkinson pareggia nuovamente. Tolone prova a fare a sportellate, ma i baschi ripropongono il piede strategico per spedirli al punto di partenza. Al 45' il primo eventuale colpo che potrebbe cambiare le sorti della finale: l'ex All Black Carl Hayman va di tip tackle su Ngwenya (lo braccavano, si era detto), rischia davvero grosso perché a termini di regolamento il suo intervento pericoloso sarebbe da espulsione, ma Barnes gli mostra il giallo. Yachvili fissa il 15-12, mentre il gioco è sempre più spezzato e le due squadre optano per il ping pong, poi Biarritz opera per sette fasi con il suo pack e Steffon Armitage viene ammonito per un fallo in raggruppamento: due uomini in meno tra gli avanti per Tolone che si ritrova sotto di sei punti perché Yachvili nel frattempo ha mirato e centrato i pali. In una sfida del genere, tanta distanza equivale ad un break.

A Wilko il compito di destare i suoi, con un up & under dalla linea dei 22 avversari che Balshaw va a raccogliere al volo. Hayman torna in campo e si rende protagonista in mischia ordinata per assicurare alla sua apertura il calcio che accorcia le distanze. Calci, appunto: lunga serie prima di entrare nell'ultimo quarto. Dietro ci vanno le terze e le seconde linee, i trequarti rimangono bloccati. Quindi Harinordoquy e Yachvili non s'intendono un passaggio veloce e dalla palla persa al 66' nasce il drop di Wilkinson per il pareggio: si va sul sicuro, insomma.

Il match si riaccende improvvisamente, ci si danna per ogni possesso, si sprecano gli errori di trasmissione  e conservazione dell'ovale. Ma soprattutto, a dieci dalla fine, Tolone ha l'occasione per portarsi per la prima volta in vantaggio: il penalty se lo guadagna manco a dirlo la mischia, Wilkinson ci prova dalla sua metà campo e arriva corto di poco. Allora Armitage e Bastareaud vanno sulle autopiste, si crea lo spazio per il drop dell'inglese, ma stavolta il Biarritz ha predisposto le contromisure. E Yachvili se la cava: afferra per una caviglia il dirimpettaio Sebastien Tillous-Borde da terra appena fuori dal raggruppamento, Barnes e il guardalinee non vedono e dunque al 74' va a piazzare per il 21-18. 

Gli ultimi sussulti passano per la formazione dal singolare taglio di capelli alla mohicana che risale il campo di punizione in punizione, si attesta lungo il fronte dei 22 metri baschi, muove palla nello stretto con i carri armati che non sfondano la linea, piazzano il mortaio Wilko alle spalle per strappare il pareggio quantomeno, ma tutto svanisce quando Barnes fischia i mezzi pesanti pasticciano su incrocio e i sostenitori arrivati da Biarritz invadono il campo per cominciare la festa. Yachvili è il Man of the match, va a salutare i genitori che sono in tribuna, Marconnet saluta con il sorriso sulle labbra. Per la seconda volta, Tolone si ritrova seconda in Challenge, com'era accaduto con i Cardiff Blues a Marsiglia nel 2010.
La lucidità del Biarritz - by Abr
In campo c'erano la terza e la decima classificata nella stagione regolare del Top14, eppure è nettamente dalla parte dei più bassi la solidità mentale più che quella fisica - è una finale, come sottolinea il Socio inutile aspettarsi gran sfoggi di azioni corali. Deludentissimo Tolone da questo punto di vista: ci s'era illusi che la "cura Laporte" avesse fatto crescere i provenzali sul piano caratteriale, invece han subito il preciso gioco tattico dei baschi, perdendo pure la testa in una occasione (Carl Hayman ha rischiato il rosso a norma di regolamento).
Le finali piegano le gambe ai "novellini" ma Tolone non ha scuse, ha ambizioni e finali alle spalle oltre a grandissimi campioni: tanto per citare alcuni che NON sono riusciti ad essere un fattore, facciamo i nomi di Matt Giteau, David Smith, Alexis Palisson, Mathieu Bastareaud (s'è notato solo quando, rimasti in inferiorità numerica, l'han messo in terza linea a spingere in mischia), Joe Van Niekerk e lo stesso Steffon Armitage, ultimamente trascinatore dei suoi ma non stasera, emerso solo per una iniziativa palla in mano e quando s'è fatto beccare con eccessiva severità da quel distrattone dell'arbitro Barnes (quel che vede lo fischia bene, il problema è che non vede più tutto).
Se Biarritz ha gestito con maestria una gara tenuta "bassa" e monocorde, due sono state le opportunità non sfruttate da Tolone: la prima, una superiorità a tratti persino imbarazzante in mischia ordinata, dove la prima linea basca Watremez (poi Marconnet) -Heguy- Van Staden supportata da Thion e Taele, non reggeva la spinta dei primi cinque in rossonero Lewis Roberts-Bruno-Hayman più gli ancoraggi di Chesney e Samson; situazione opposta in rimessa laterale, dove Harinordoquy e la seconda linea basca han messo pressione su Bruno e gli altri specialisti Varois: se in campionato Tolone può contare sull'esperienza di Simon Shaw e Bakkies Botha, qui s'è sentita la loro mancanza.
L'altro momento topico non sfruttato appropriatamente da Tolone è paradossalmente stato l'inferiorità numerica: in quei lunghi 17 minuti Biarritz è riuscita a capitalizzare solo un risicato +3 (dal 12 pari alla fine era 18-15) e la spinta del superato pericolo ha portato i tolonesi al pareggio col drop di Wilko, ma nulla più. Un abbrivio in cui è arrivato l'unico paio di opportunità d'attacco tolonesi: brividi ma nulla più. Momento topico lasciato passare.
Lato Biarritz giganteggia Dimitri Yachvili, il singolo dal maggiore impatto in Europa e forse anche oltre: basti considerare che in stagione la sua squadra ha perso 16 volte in 18 sue assenze e ha vinto 10 volte nelle sue 12 presenze. Yachvili non è solo precisione dalla piazzola, è regìa: mirabile il modo con cui si scambia con Peyrelongue schierato apertura, 'na cosa che farebbe impazzire i "legislatori" Fir che fissano la nazionalità dell'apertura, come se il numero facesse il ruolo nel rugby moderno. Unica macchia, quella manina "francesina" che azzoppa Tillous-Borde, il più attivo dei suoi e valeva il piazzato del pari con supplementari annessi, ci fosse stato un arbitro e degli assistenti meno anglo e più presenti.
Ha vinto la capacità basca di giocar "tattico", cioè con la testa, dei giocatori chiave dietro: Balshaw, Traille, Haylett-Petty. In più, nessun errore difensivo ma in questo i tolonesi son stati pari, così come lo sarebbe stata la disciplina (gialli a parte), ovviamente pessima per via della posta in palio, del tempo e della tattica scelta (7 le punizioni piazzabili concesse ad ambedue le squadre, con due errori di Jonny Wilkinson).
In sintesi, Biarritz ha trascinato Tolone a giocare la SUA partita a palle in aria invece che per le terre, e Yachvili batte Wilko con un tennistico 7 a 6, zero errori contro due e un drop.
Il primo titolo europeo nel palmares del Biarritz è l'addio perfetto per coach Lagisquet chiamato in nazionale e per Marconnet che appenderà le scarpette al chiodo. 

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