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Biblioteca: Castelli di Rabbia (Alessandro Baricco)

Creato il 06 agosto 2012 da Candidonews @Candidonews

Biblioteca: Castelli di Rabbia (Alessandro Baricco)

Castelli di Rabbia  il primo libro di narrativa di Alessandro Baricco. Il romanzo è ambientato nell’Ottocento, in una cittadina immaginaria, Quinnipak. Qui si intrecciano le storie di tanti personaggi. Il signor Rail con il progetto della ferrovia cittadina. Sua moglie, la signora Rail, donna tradita che si trova a combattere con un bambino non suo. Il bambino Penth con il suo diario delle ‘esperienze’, il suo amico Pekisch. I progetti dell’architetto Hector Horeau, personaggio realmente esistito.

Tante storie, emozioni e sentimenti in un romanzo che segue poi l’evolversi delle vite dei personaggi con il passare degli anni.

Un bel libro, di facile lettura. Il lieto fine non è dietro l’angolo ma si sà, Baricco è autore particolare.

Alcuni brani dal libro:

Quando le donne di Quinnipak si guardavano allo specchio pensavano al volto di Jun Rail.Quando gli uomini di Quinnipak guardavano le loro donne pensavano al volto di Jun Rail.

I capelli, gli zigomi, la pelle bianchissima, la piega degli occhi di Jun Rail.Ma più di ogni altra cosa – sia che ridesse o urlasse o tacesse o semplicemente stesse li, come adaspettare – la bocca di Jun Rail.

La bocca di Jun Rail non ti lasciava in pace.Ti trapanava la fantasia, semplicemente.Ti impiastricciava i pensieri. “Un giorno Dio disegnò la bocca di Jun Rail. É lì che gli vennequell’idea stramba del peccato.” Così la raccontava Ticktel, che sapeva di teologia, perché avevafatto il cuoco in un seminario, così almeno diceva lui, era una prigione dicevano gli altri, stupidi è lastessa cosa diceva lui.

Nessuno potrebbe mai riuscire a disegnarlo, dicevano tutti.IL volto di Jun Rail, ovviamente.Stava nella fantasia di chiunque.

Ed ora stava anche li – soprattutto lì – girato verso la porta chiusa, perché da un attimo si erasollevato dallo scrittoio per guardare la porta chiusa e dire – Sono qui.

- C’è un pacco per lei, signora.-

Entra, Magg.- C’è un pacco… è per lei.

- Fammi vedere.Jun Rail si alzò, prese il pacco, lesse il suo nome scritto in inchiostro nero sulla carta marrone,rigirò il pacco, alzò lo sguardo, chiuse per un istante gli occhi, li riaprì, tornò a guardare il pacco, prese il tagliacarte sullo scrittoio, tagliò lo spago che lo teneva insieme, aprì la carta marrone e sottoc’era una carta bianca.

Magg fece un passo indietro verso la porta.

- Resta, Magg.

Aprì la carta bianca, che avviluppava una carta rosa, che impacchettava una scatola viola dove JunRail trovò una piccola scatola di panno verde.La aprì.Guardò. Non si mosse nulla nel suo viso.La richiuse.

Allora si voltò verso Magg, le sorrise e le disse – Sta per tornare il signor Rail

Perché è così che ti frega la vita.
Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine,
o un odore, o un suono che poi non te li togli più.
E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri
da quell’immagine, da quel suono, da quell’odore. Alla deriva.

…..

I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto.
Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di stare dietro ad un proprio desiderio.
Si fa la schifezza e poi la si paga. E solo questo è davvero importante:
che quando arriva il momento di pagare uno solo non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante.


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