Massimo Gramellini, giornalista e vicedirettore de La Stampa torna nelle librerie con ‘Fai bei sogni‘.
Il filo conduttore di tutto il romanzo, autobiografico, è ‘l’assenza‘. La mancanza della figura materna che ha segnato l’infanzia, l’adolescenza e l’intera vita dell’autore. Durante la lettura si scoprono poi le ‘figure’ importanti che hanno accompagnato la crescita di Gramellini. Dal padre alla tata, dall’amica piu cara della madre alle prime fidanzate, dalla passione per il ‘Toro’ a Belfagor, il ‘demone’ nascosto nell’animo del giovane orfano.
Il libro cela poi un ‘segreto‘, scoperto dal giornalista in età adulta e che rivela una ‘scomoda verità’, nascosta o piu semplicemente rimossa per paura.
‘Fai bei sogni’ è scritto in modo semplice, la narrazione è fluida, a tratti coinvolgente. Non posso non ammettere che, soprattutto nella parte finale del libro, ci si commuove facilmente.
Un romanzo che consiglio a tutti, soprattutto a chi ha perso ‘qualcosa’, un affetto, un amore, una parte importante della propria vita.
Qui di seguito un brano tratto dal testo e che, a mio avviso, racchiude appieno il messaggio lanciato dal romanzo.
Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo.
Molte frasi attribuite ai personaggi storici sono state inventate dai loro biografi. Eppure le citiamo con convinzione. Per rassicurarci nei nostri pregiudizi, leggiamo e ascoltiamo solo chi gia la pensa come noi. E ci lasciamo cullare la mente da storie fasulle e versioni tranquillizzanti, interpretando la realtà in forma mitica e i miti in forma letterale.
L’intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei, coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni. Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perche altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi.