Libri di Kajoch Adras
Nell’immaginario collettivo la figura del bibliotecario è sempre stata ricca di quel fascino un po’ retrò che abbiamo imparato ad associare ai grandi classici della letteratura e ai ‘tesori’ cartacei contenuti e conservati nelle suddette biblioteche. E’ facile accomunare grandi e alti scaffali ricolmi di libri dalle dimensioni e le copertine più disparate, disposti ordinatamente uno accanto all’altro, all’idea che ci siamo fatti delle biblioteche nel corso della nostra vita. Quasi luoghi di culto si potrebbe dire, silenziosi e solitari, ricchi di preziosi patrimoni in carta rilegata pronti per essere consultati che aprono le porte del lettore alla conoscenza e ne stimolano la fantasia, pagina dopo pagina.
Ogni libro racconta una storia a sé che non si limita esclusivamente al testo contenuto al suo interno, ma parla anche dei lettori che nel corso degli anni lo hanno sfogliato, che hanno pianto e riso sulle sue righe, che l’hanno amato, odiato, trovato noioso, disapprovato o semplicemente consultato.
Ogni pagina un po’ rovinata, ogni sbavatura, ogni piega porta immancabilmente il segno del tempo e rievoca il gusto del passato.
Ora, che i libri di carta stanno correndo in pista con quelli digitali in una gara non ancora paritaria, anche questi luoghi di cultura dal fascino innegabile stanno subendo un mutamento, un’evoluzione.
Al classico prestito dei volumi cartacei, in molte biblioteche moderne si è iniziato ad associare il prestito digitale. Col noleggio degli ebook i libri perdono il loro carattere fisico (niente più pagine da sfogliare e pesi da trasportare, niente timore di rovinare il testo o di smarrirlo, è abolita persino la ‘scomodità’ di recarsi personalmente in biblioteca) e acquistano un’indole tutta elettronica: diventano file, testi elettronici, parole su schermo scaricate direttamente da casa propria in pochi secondi e senza bisogno d’instaurare un rapporto umano con chi fa il prestito.
Per ricercare un preciso titolo o un autore in particolare basta digitare le parole che ci interessano e premere invio, niente più indici da consultare.
Già da tempo i vecchi schedari delle biblioteche erano stati sostituiti da moderni, e più freddi e distanti in un certo senso, archivi virtuali su computer. Ora ad essi si va ad aggiungere la tecnologia degli ebook: libri di saggistica e narrativa, testi scolastici e testate giornalistiche alla portata di un click. Di immediata reperibilità, facili da utilizzare ed in un certo qual modo funzionali proprio perché elettronici.
Cosa dire quindi di questa nuova tendenza?
Può considerarsi soltanto tale, una tendenza, una moda appunto, o effettivamente qualcosa sta cambiando?
Bambino e Prenota di George Hodan
Nel corso della storia dell’umanità e della comunicazione abbiamo assistito a tre rivoluzioni che hanno modificato radicalmente la società: la prima, avvenuta circa cinquemila anni fa, fu la nascita della scrittura; la seconda, verso la metà del Quattrocento, ebbe inizio da Gutemberg e per questo venne detta gutemberghiana: l’invenzione della stampa a caratteri mobili; la terza, molto più recente, fu quella dei mass media, della comunicazione istantanea (telegrafo, telefono, televisione). Dunque ora, che siamo nel ventunesimo secolo, l’era di internet e del digitale, si potrebbe parlare di quarta rivoluzione? C’è chi già ha espresso il proprio parere, come ad esempio Gino Roncaglia che ha scritto un libro sull’argomento (Edizioni Laterza, “La quarta rivoluzione, sei lezioni sul futuro del libro”), ma gli scettici aspettano ancora di vedere se effettivamente gli ebook riusciranno a sostituire il cartaceo o si limiteranno a farne da supporto. C’è chi considera gli ebook come un surrogato del libro, un prodotto di seconda scelta, e chi, invece, vede nei libri digitali il futuro.
Se si tratterà di una vera e propria rivoluzione al momento ha poca rilevanza, poiché nell’immediato gli enti sociali come le biblioteche e le aziende editoriali cercano di cavalcare l’onda di questa euforia collettiva per il digitale, sfruttandola per i propri fini e le proprie esigenze. Esse provano ad attrarre un numero sempre maggiore di lettori, vuoi con la novità degli strumenti digitali come e-reader, tablet e così via, vuoi con la praticità di suddetti strumenti. Per questo motivo le biblioteche ampliano il catalogo con gli ebook e danno il via ad iniziative che possano attirare l’attenzione del lettore moderno quanto quello tradizionale. All’estero è un fenomeno diffuso da parecchi anni, ma concentrandoci sulla situazione in Italia, sempre un po’ più lenta nei cambiamenti, si può notare già un approccio differente e innovativo.
E’ così che, lo scorso anno, la biblioteca di Cologno Monzese, con il sostegno della Regione Lombardia, ha acquistato una quarantina di e-reader di diverso tipo e marca e li ha messi, insieme ad un gran numero di ebook, a disposizione dei frequentatori della biblioteca. Ha dato così via al progetto Books eBooks, servizio di prestito digitale. I testi in prestito sono protetti da social DRM (detto anche filigrana digitale o watermarking), un sistema di protezione dei contenuti digitali che crea una traccia (una sorta di filigrana) nell’ebook con informazioni d’acquisto (ad esempio il nome del proprietario, la data e il numero della transazione) e lo rende pertanto unico e rintracciabile. Questo tipo di protezione mira a limitare la pirateria, ma è meno invasiva di quella DRM Adobe. Nello specifico, il social DRM utilizzato per i prestiti digitali permette al fruitore di leggere tranquillamente l’ebook su qualsiasi dispositivo o device, con l’unica limitazione (nel caso di quello utilizzato dalle biblioteche virtuali) di auto-cancellarsi al termine previsto dal prestito. Il libro digitale diventa illeggibile e ritorna disponibile presso la biblioteca che può quindi prestarlo ad un altro utente.
Un discorso a parte va fatto per quegli ebook protetti da DRM Adobe che necessitano di un programma apposito per funzionare (Adobe Digital Edition) e di un ID personale. Oltre a non poter essere letti su molti dispositivi elettronici (come ad esempio Kindle) e a non permettere legalmente di convertire il formato del file in modo da renderli leggibili anche su altri ereader, la protezione DMR Adobe consente di trasferire gli ebook acquistati su un numero massimo di sei device. Questo per le biblioteche, che acquistano i file al fine di prestarli più volte a più utenti diversi, rappresenta un enorme ostacolo in quanto la biblioteca potrebbe dare in prestito lo stesso libro digitale ad un numero massimo di cinque persone, a differenza di un libro cartaceo che può essere prestato un numero pressoché infinito di volte.
La direzione della biblioteca di Cologno Monzese ha dichiarato infatti: “Con gli editori che proteggono i loro file con i DRM Adobe non è stato possibile, per ora, addivenire ad alcun accordo. Sono rimaste senza soluzione anche alcune semplici questioni tecniche che abbiamo posto ad Adobe Italia e ad altre librerie online. In pratica spenderemmo dei soldi senza poter far leggere sui nostri device i libri elettronici acquistati!”
Concludendo poi : “Fino a che queste condizioni non saranno mutate la nostra Biblioteca non acquisterà ebook protetti con DRM Adobe e destinerà il suo budget all’acquisto di opere di altri editori, protette con sistemi meno invasivi, di opere in pubblico dominio e di opere distribuite con licenza Creative Commons.”
In conclusione, questo tipo di protezione va a limitare le possibilità del lettore onesto, più che a scoraggiare la pirateria (non esiste infatti alcun tipo di filigrana digitale che non sia stata aggirata dagli hacker) e non rappresenta quindi un deterrente per coloro che vogliono scaricare e mettere in rete abusivamente il file, ma solo per quelle persone oneste che vorrebbero semplicemente usufruire del prodotto acquistato legalmente.
Ma di biblioteche virtuali in Italia ve ne sono anche altre che hanno scelto comunque di utilizzare testi protetti da DRM Adobe, come quelle aderenti al progetto Media Library Online (in collaborazione con Edigita, società colosso nella distribuzione dell’editoria digitale) che mette a disposizione degli utenti iscritti alle biblioteche facenti parte del circuito una vasta collezione di contenuti multimediali. Media Library Online, oltre ad un ampio numero di ebook, consente ai fruitori di prendere in prestito audiolibri, video e file audio.
Le risorse utilizzabili possono essere consultate online in streaming oppure scaricate. Il prestito ha la durata di quattordici giorni durante i quali il file cessa di essere disponibile presso la biblioteca e diventa proprietà dell’utente. Terminato il periodo di noleggio, il file viene cancellato dal dispositivo dell’utente e torna disponibile presso la biblioteca virtuale per un altro prestito. Per ovviare al problema dei DRM Adobe, Media Library Online ha creato per gli utenti una guida che aiuta il lettore a scaricare il giusto programma per poter leggere il file dal dispositivo in possesso.
Media Library Online sarà presente anche al salone del libro di Torino 2013 dove verrà presentato un rapporto sul prestito digitale avvenuto nello scorso anno e verranno esposti i nuovi progetti in programma per l’anno 2013/14.
Cook Book Page di D Bickel
Queste realtà nascenti, l’editoria digitale e le biblioteche virtuali, scatenano reazioni contrastanti nei lettori che si trovano ad essere divisi fra ebook e cartaceo.
Da un lato gli ebook, comodi, pratici, non ingombranti. Dall’altra la sicurezza di un libro cartaceo. C’è chi dice che comprando un libro digitale non si è certi che questo possa essere conservato in eterno, si tratta difatti di un file che col tempo può andare perso o divenire inutilizzabile (basta ad esempio che cambino i formati utilizzati e supportati dai nuovi apparecchi perché il libro che si è acquistato diventi illeggibile), a differenza di un libro reale che bene o male resta sempre lì in biblioteca, pronto a passare di generazione in generazione senza problemi di backup e conversioni varie. E poi c’è chi dice che un libro deve il suo valore all’opera scritta in sé e non a come si presenta e che non ha senso spendere tanti soldi per una copia cartacea che riporta le stesse frasi e dà le medesime emozioni di una copia digitale che costa molto meno.
Per quanto riguarda i prestiti, invece, va fatto un discorso a parte: probabilmente l’ebook è più accattivante, lo si legge comodamente su qualsiasi dispositivo, senza spreco di spazio e di tempo (bastano pochi secondi per scaricarlo). Si tratta di un testo che si legge gratuitamente e che poi si ‘riconsegna’ alla biblioteca, che non rimane al lettore e che quindi non ha il valore affettivo di un libro che si possiede, dunque è sicuramente più comodo usufruire del servizio senza spostarsi da casa propria. Resta comunque il fatto che la sensazione che dà avere un libro fra le mani, invece di un freddo schermo, è ben diversa e questo è innegabile.
Di conseguenza, come per l’editoria in generale, anche quello delle biblioteche è ormai un campo minato, non si sa più come muoversi, quale direzione prendere perché vi sono pro e contro in entrambe le soluzioni. Potrebbe essere che gli ebook surclasseranno il cartaceo, alla luce di quanto sta avvenendo nel resto del mondo (addirittura in Giappone vanno di moda i romanzi e i fumetti per cellulare), ma qui in Italia non si è ancora avuta la giusta spinta e il libro stampato, con il suo fascino al di fuori dal tempo, vince di molto su quello digitale.
Amazon, con il progetto Lending Library avviato negli Stati Uniti e riservato agli abbonati Prime, ha concesso agli abbonati di prendere in prestito un ebook al mese, senza limiti di tempo per la lettura (quando si scarica un altro ebook, il primo si cancella automaticamente), registrando solo nel mese di dicembre 295mila titoli letti. Questo a conferma che in America il fenomeno ha una portata molto più ampia rispetto all’Italia, dove adesso cominciamo a muovere i primi passi.
Fare quindi ora un pronostico sul futuro della letteratura, dell’editoria e delle biblioteche (soprattutto per l’Italia) è difficile. Magari ci ritroveremo ad avere archivi virtuali pieni zeppi di materiale, ma dal trasporto umano assai discutibile. O magari, invece, il digitale affiancherà la stampa tradizionale aumentandone le possibilità e non sostituendola. Ikea opta per la prima possibilità, tanto che ha deciso di modificare uno dei suoi prodotti più conosciuti: la famosa libreria Billy (uguale dal 1978) rendendola più profonda e dotandola di ante di vetro perché convinta che in futuro le librerie verranno utilizzate più che altro per contenere soprammobili o, al massimo, pochi libri cartacei di valore. Una notizia che mette un po’ i brividi. Del resto sarebbe bello poter lasciare in eredità ai propri figli una biblioteca fatta di libri veri, piuttosto che una cartella di file compressi e immaginare che i nostri nipoti possano ancora passeggiare per i corridoi di una vecchia biblioteca, fra tomi antichi e romanzi moderni, fra alti scaffali ricchi di storia, con la luce calda delle lampade e il silenzio che li circonda.