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Biblioterapia e le vittime nelle storie di violenza

Creato il 28 maggio 2015 da Marcodallavalle
Biblioterapia e le vittime nelle storie di violenzaQuesta mattina ho avuto il piacere di intervenire al convegno riguardo la violenza sulle donne dal titolo La strada dell'abbraccio. E' sempre difficile presentarsi con l'idea di biblioterapia dopo interventi che riguardano la sofferenza patita sulla carne, nell'anima. Perchè parlare di libri quando professionisti del settore hanno discusso su quanto sia difficile la vita di queste persone e quanto sia complicato e delicato aiutarle? In realtà se c'è uno strumento che può essere estremamente delicato, questo è proprio il libro. Un libro può farti capire la sofferenza altrui senza sbattertela addosso brutalmente: leggi, cerchi di capire e quando la materia diventa troppo pesante puoi chiudere il volume e prendere fiato, per ricominciare poi. Non è semplice stare accanto a chi ha subito violenza, sia come familiari sia come operatori sanitari, e per questo serve tutto il tatto che la biblioterapia può fornire.
Ma c'è un altro aspetto che rende i libri insosotituibili: la loro funzione preventiva. Questa mattina ho affermato che Donne che amano troppo di Robin Norwood è un libro che le giovani donne dovrebbero tenere sul comodino, una lettura per riflettere sulle proprie fragilità, affinché non divengano in futuro un punto debole, ma si trasformino in una risorsa.
Da sola la biblioterapia può fare poco. Ma utilizzata assieme ad altre tecniche può diventare uno strumento indispensabile. Spero tanto di essere riuscito, oggi, a trasmettere questo messaggio efficacemente.

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