Big data: dai dati all’informazioni

Creato il 13 novembre 2012 da Leone_antonino @AntoniLeone
Articolo di Enrico Grazzini pubblicato sul Corriere Economia il 12 novembre 2012 Per molti contribuenti è stata una (brutta) sorpresa vedersi recapitare nelle ultime settimane dall'Agenzia delle Entrate, una letterina non proprio piacevole: la comunicazione indica, infatti, che le spese effettuate non sono apparentemente giustificate dal livello di reddito dichiarato. L'onda Questa è solo una delle innumerevoli applicazioni del Big Data, la nuova tecnologia che riesce a elaborare anche centinaia di miliardi di dati provenienti da diverse fonti e che è diventata la nuova frontiera dell'informatica. La mole di informazioni a disposizione è immensa: un recente studio di McKinsey riporta che le imprese con oltre 1.000 dipendenti in 15 settori su 17 hanno nei loro archivi più informazioni della colossale libreria del Congresso degli Stati Uniti. Anche se i dati interni ed esterni alle aziende possono diventare la nuova miniera d'oro del business, non sono ancora molte le imprese in grado di gestirli. «Il 90% dei dati attualmente disponibile non esisteva due anni fa ? afferma Marco Icardi, amministratore delegato di Sas Institute, gigante americano della business intelligence ?. I dati stanno esplodendo ma hanno valore solo se vengono interpretati bene. Con il Big Data è possibile scoprire correlazioni nascoste e comprendere fenomeni che altrimenti sarebbe impossibile interpretare». Idc stima che i dati cresceranno del 50% all'anno e che il 95% dei nuovi dati non saranno strutturati ma passeranno dalla rete.«La tecnologia Big Data sta conoscendo un salto di qualità ? continua Icardi -. Ormai il Big Data è capace di analizzare le chiacchiere dei social network e dei blog, ed è in grado non solo di fare statistiche ma di capire anche il significato delle informazioni». Secondo Morgan Stanley nei prossimi tre anni gli enti pubblici e le imprese spenderanno 150 miliardi di dollari per la gestione dei dati. Privacy
Spesso l'uso dei Big Data non è pubblicizzato per non risvegliare timori sulla privacy, ma queste tecniche sono sempre più utilizzate dalle grandi aziende in tutti i settori: nel marketing, nella finanza per il risk management, nel comparto della sicurezza e dell'intelligence, nella sanità e nella ricerca scientifica, nella logistica, nell'ottimizzazione dei processi aziendali, nelle previsioni di vendita e dei consumi, nell'individuazione delle frodi in tempo reale. Sogei non è, quindi, certamente l'unica: Istat, Inps, Enel, le grandi banche e le catene della grande distribuzione, stanno utilizzando le tecnologie più avanzate per elaborare miliardi di dati di diversa provenienza. CartaSi, il gestore delle carte di credito, rileva per esempio automaticamente comportamenti anomali di spesa e invia immediatamente ai titolari degli avvisi via sms per verificare se le carte sono state smarrite o rubate. Telepass in tre anni ha ridotto del 90% i mancati pagamenti. BTicino monitora in Rete il sentiment dei clienti.
Reti
Enel utilizza il Big Data nel trading. «Operiamo in diversi mercati: emissioni di CO2, energia e gas internazionale, derivati da petrolio, carbone e servizi di nolo ? - spiega Filippo Casertano di Enel Trade -. Prima dell'utilizzo dei Big Data ogni mercato era analizzato separatamente e non erano possibili elaborazioni avanzate sul rischio di trading. Attualmente gestiamo invece i diversi portafogli in maniera integrata e forniamo al top management gli indicatori con i risultati economici e i rischi correnti per guidare le scelte strategiche». Tutti i giganti dell'informatica, come Apple, eBay, Facebook, Google, rilevano in tempo reale quello che accade in Rete. Amazon è in grado di offrire immediatamente dei suggerimenti di acquisto ai suoi visitatori analizzando i comportamenti di milioni di persone online. I gestori mobili, come Tim, Vodafone e Poste mobile analizzano milioni di informazioni sui comportamenti dei loro clienti per mirare le campagne di marketing. Il Comune di Torino usa i Big Data per fornire ai responsabili della sicurezza e ai vertici politici il monitoraggio dinamico dei territori e la percezione che i cittadini hanno sulla sicurezza nelle diverse zone urbane. «L'integrazione dei dati isolati nelle diverse funzioni amministrative con i dati esterni al Comune provenienti da Prefettura, Questura, Guardia di Finanza e da altre istituzioni, fornisce una visione immediata del territorio consentendo analisi prima impossibili ? spiega Mario Sechi, responsabile del progetto ?. È possibile estrarre informazioni da oltre tremila microzone della città con i dati storici e quelli aggiornati all'ultimo giorno».

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