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- Scritto da Lorenzo Bianchi
- Categoria principale: Le nostre recensioni
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 18 Dicembre 2014
C’era una volta il Classico. Se Frozen aveva riportato in auge il termine, con Big Hero 6 il processo di marvelizzazione della Disney è nel pieno del suo compimento, lasciando la sensazione del ferro “supereroi” battuto perché caldo, ma senza reale sentimento ed empatia.
La storia di Hiro Amada, enfant prodige della robotica, capace di creare degli autobot fenomenali in età preadolescenziale, e di una una minaccia che incombe su San Fransokyo, è una classica trama da comicmovie. Per aiutare Hiro, ecco arrivare il suo robot Baymax e alcuni amici nerd, che tenteranno ogni via per salvare la città e scoprire chi si cela dietro la maschera che minaccia la pace.
Pensare ai Classici, e pensare di non trovarsi di fronte ad un film Disney. Ecco la sensazione che si prova guardando Big Hero 6, ultima fatica disneyana e film tanto atteso dopo il capolavoro Frozen. Ma se la storia di Anna ed Elsa aveva convinto sotto moltissimi punti di vista, in Big Hero 6 le remore sono parecchie, a partire dal fatto che non è né un film di supereroi, né totalmente un film Disney, lasciando un senso di perplessità mai cancellato in tutta la durata della pellicola.
A molti potrebbe ricordare Gli Incredibili, ma in quel caso il contesto e soprattutto le qualità erano nettamente superiori, mentre con questa pellicola si assiste ad uno script che ha il sapore di chi sta scegliendo di seguire la scia del successo ottenuto dai supereroi, invece che rivoluzionare, creare, sviluppare la fantasia come accadeva in passato. Senza dubbio è un film che gode di buon ritmo narrativo, e qualche scelta azzeccata c’è, a partire da Baymax, il buffo e toccante operatore sanitario robot, che rimane a tutti gli effetti il vero protagonista della favola e l’unico personaggio realmente riuscito. Nonostante l’inflazione del termine (dopo The Big Bang Theory), la scuola per nerd risulta anch’essa una buona scelta, visivamente ben studiata e con alcune invenzione che potrebbero ricordare nostalgicamente Tron. Eppure manca qualcosa, perché l’aspetto visivo è di buona qualità, indubbiamente, ma nella memoria rimane forse solo una delle sequenze finali, di impatto notevole, rispetto all’ordinaria amministrazione cui si assiste nel resto della pellicola.
Tra qualche risata e una discreta dose di buoni sentimenti, Big Hero 6 si presenta come un comic movie godibile, ma non eterno. D’altra parte, non è sufficiente citare “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, se poi è proprio la magia e l’aura fatata Disney a mancare del tutto.
Voto:2/4