E’ quasi l’ora del Vespro.
Il sole rapido è tramontato dietro i colli.
E un chierichetto con passo lesto
e andatura sbarazzina (non avrà neanche otto anni)
raggiunge disinvolto l’altare maggiore.
C’è tempo per la funzione
- lo rassicura il compagno di giochi.
E i due furbacchioni
compagni di tante avventure
lontani dallo sguardo del pievano
sono lì pronti a iniziare la gara.
Biglie, che passione.
I bambini lo sanno.
O, almeno, un tempo lo sapevano.
Lo sa anche Silvano,
quel bambino
che una volta cresciuto
non ha mai smesso
di portarle in saccoccia,
nei suoi giri per il mondo,
e raccontare agli altri,
accarezzandole,
quanto esse, le biglie, e quelle gare,
siano state importanti per lui.
Rumore di sedie che si spostano.
Luci fioche di candele e odore di cera
nell’aria che sa troppo di chiuso.
Ma anche un profumo d’erba
di fresco tagliata che penetra
a ogni nuovo sbattere d’imposta.
C’è qualche nonna con i nipotini.
E più di una quasi certamente.
Le donne, no. Sono a casa.
Attendono il rientro degli uomini
per il pranzo serale della famiglia.
Un canto d’ingresso è il segnale.
L’organo accompagna.
Si comincia.
E il Gesù buon pastore dall’alto
della pala d’artista anonimo
strizza l’occhio ai due “monelli”
e pare quasi che dica loro :”Seguitemi.”.
E così è stato.
(m.m.)