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Bilanci e bilance.

Creato il 27 dicembre 2015 da Scurapina

Verso la fine dell’anno sui giornali e nelle trasmissioni televisive imperversa la sagra dei bilanci: è tutto un incrociarsi di dati statistici, di impressioni soggettive e di chiacchiere che dovrebbero darci la misura di come è stato questo anno che sta per concludersi.

Ciascuno di noi poi tira le somme dell’anno che sta per concludersi ed elabora un bilancio assolutamente privato, un bilancio che è raramente positivo, ma che ci consente di guardare all’anno prossimo con un filo di ottimismo (difficilmente, ci rassicuriamo, il 2016 potrà essere peggiore di quello passato).

E così ci auguriamo l’un l’altro “Buon Anno” (anche perché sarebbe bizzarro augurare un anno “così così^o, peggio ancora, un anno “cattivo), nella speranza che l’anno che verrà sia veramente un “buon” anno per noi e, bando all’avarizia, per tutti gli altri.

L’augurio è per forza di cose generico, perché per ciascuno di noi quel “buon” può avere un significato diverso: per qualcuno si tratta di un po’ di salute, oppure di un po’ di denaro, di un lavoro, del successo, della realizzazione di un sogno, dell’inizio di una storia, della fine di una storia, di un po’ di felicità.

Per questo cominceremo a gettare un’occhiata distratta anche agli oroscopi che, tra poche ore, cominceranno a pioverci addosso da tutte le parti.

Tempo di bilanci, dicevo, ma anche di bilance.

Bilance lasciate colpevolmente in un angolo in attesa che ci diano il verdetto, dopo l’Epifania, e silenziosamente ci rimproverino per le abbondanti mangiate di questi giorni di festa nei quali le vere escluse sono proprio loro.

E così comincerà anche il tempo dei buoni propositi.

Trento


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