Ormai siamo a febbraio e mi sembra arrivato il tempo di fare un primo bilancio di questa annata della serie A.
Iniziamo dal banale, la Juventus più o meno sta facendo lo stesso campionato dell’anno scorso, nonostante la squalifica, forse ingiusta o forse no, di Conte.
Stesse doti e stessi problemi dell’anno scorso. La grinta è sempre quella, la mole di gioco anche ma ancora manca la bocca da fuoco, il bomber dei gol banali
che ti può salvare la stagione. Parlando con qualche amico bianconero, ho l’impressione che più di Del Piero, forse era meglio tenersi Trezeguet. Anche l’anno scorso
la Juve aveva avuto un periodo di appannamento, solo che quest’anno è arrivata qualche sconfitta, l’anno scorso erano pareggi.
Il Napoli è la dimostrazione di come la Coppa Campioni, lo so sono nostalgico e utilizzo il vecchio nome, possa portare via energie e punti. Ormai sono tre anni che la
squadra di De Laurentis fa parte dell’elitè del calcio italiano, ma l’anno scorso la Coppa più importante le ha impedito di lottare fino alla fine per le primissime
posizioni. Cavani e Hamsik ormai sono delle sicurezze e forse la vendita di Lavezzi ha portati più benefici che danni. Riuscirà Mazzarri a riportare il tricolore
sotto il Vesuvio? Intanto diamo merito alla squadra di aver riaperto un campionato che un mese fa sembrava indirizzato verso Torino.
Ora alzi la mano chi pensava a una Lazio così competitiva. Petkovic si sta dimostrando un grande allenatore, la sua creatura certamente non è spettacolare, ma molto
pratica. Vedremo nelle prossime settimane se nonostante gli infortuni di Hernanes e Klose saprà confermarsi terza forza del campionato. Merito a Lotito di aver puntato su
Marchetti e Candreva, due giocatori che molti davano per persi. Sorpresa assoluta della squadra, secondo me, Gonzales, un moto continuo uruguagio che riesce a dare
equilibrio alla squadra.
Le due milanesi stanno cercando di ricostruirsi dopo i fasti degli anni passati. Entrambe hanno messo alla porta molti dei senatori dello spogliatoio e cercato con cessioni
illustri e abbassamento del monte ingaggi di dare respiro ai bilanci perennemente in rosso. L’Inter era partita alla grande, per poi incappare in un periodo di crisi in
concomitanza dei primi freddi, l’esatto contrario del Milan in crisi in autunno e in gran spolvero nell’ultimo periodo. Le due squadre sono a pari punti e cercano di
raggiungere un posto nell’Europa che conta per la prossima stagione.
Ricordo che le prime cinque in classifica sono riuscite a qualificarsi per le fasi a eliminazione diretta delle coppe europee, cosa che non succedeva da qualche anno.
La seconda sorpresa dell’anno è la Fiorentina. I Della Valle hanno cambiato i quadri societari, allenatore e nove undicesimi della squadra titolare con ottimi risultati.
Montella è riuscito a dare alla squadra un bel gioco, ha ritrovato un Toni decisivo come non gli accadeva da qualche anno e il mercato di gennaio ha portato a Firenze
Giuseppe Rossi a prezzo di saldo. Il giocatore ritornerà utile il prossimo anno, se riesce ad uscire da un infortunio che sembra infinito, forse anche la Fiorentina il
prossimo anno potrà lottare per le primissime posizioni.
Il Catania sta facendo un campionato sopra le righe. Merito della dirigenza che è riuscita a confermare praticamente tutta la squadra che bene aveva fatto l’anno scorso e
di aver ingaggiato un allenatore intelligente, Maran, che non ha stravolto l’ottimo lavoro di Montella, ma anzi ha cercato di ottimizzare il gioco che la squadra aveva
espresso l’anno scorso. Attenzione a Castro, non è un titolare fisso della squadra, ma “il primo cambio offensivo”. Se il prossimo anno verrà ceduto un titolare (Gomez o
Barrientos su tutti) sicuramente farà il salto di qualità definitivo.
La Roma è il primo flop del campionato. Nove punti dalla Lazio. Il demerito principale secondo me è aver ingaggiato Zeman, ottimo per le squadre di medio/bassa classifica
che puntano sui giovani, ma pessimo quando ha a che fare con giocatori (o qualche campione) già formati. Pessima la gestione De Rossi. Se hai un giocatore del genere in
squadra devi assolutamente costruire il centrocampo attorno a lui.
L’Udinese, per una volta, sta facendo un campionato normale. Zona tranquilla di classifica senza patemi. Di Natale ormai ha una certa età, e anche se continua a timbrare
il cartellino con regolarità, non è più quello degli anni scorsi. Comunque 33 punti in classifica per una squadra che nel giro di due anni ha venduto Handanovic, Zapata,
Isla, Armero, Cuadrado, Asamoah, Inler, Sanchez etc etc non sono una delusione. Per una volta Guidolin non ha fatto il miracolo, ma solo buone cose.
Il Parma chiude la parte sinistra della classifica. Buona squadra con qualche giovane interessante, Belfodil e Sansone su tutti, e un allenatore che finalmente
sta trovando la sua giusta dimensione. Campionato tranquillo anche per gli emiliani, 15 giornate per fare 9 punti e arrivare alla quota salvezza in scioltezza. Unico neo
l’acquisto di Amauri, un azzardo estivo che al momento non ha pagato.
Il Torino di Ventura sta facendo il campionato che i tifosi sognavano d’estate. Buon gioco e a vele spiegate verso una salvezza tranquilla, nonostante un Ogbonna a mezzo
servizio causa infortuni e capitan Bianchi alle prese con un rinnovo che non vuole arrivare. Ottimi gli acquisti di Cerci, chi ha letto qualche mio articolo passato sa quanto
mi piace questo giocatore e Gazzi, un motorino inesauribile in mezzo al campo che quest’anno ha trovato anche qualche gol. Mi ha stupito positivamente D’ambrosio che si sta
dimostrando un buon terzino.
A pari punti c’è il Chievo, che per l’ennesima volta viaggia verso una meritata salvezza. Dopo il cambio in panchina con l’allontanamento di Di Carlo e il ritorno del
capitano storico Corini, il Chievo ha trovato una certa continuità di risultati e ha riscoperto Paloschi, giovane bomber che può garantire i gol salvezza se non incappa
in altri infortuni. Si sta confermando a buon livello Andreolli, nonostante le continue voci di mercato che lo vedono già a Milano.
Senza la penalizzazione anche l’Atalanta sarebbe a pari punti con Torino e Chievo. Colantuono ha praticamente la squadra dell’anno scorso e sta confermando quanto di buono
fatto. Forse l’unico sotto tono è Denis che da un punto di vista realizzativo sta rendendo meno dell’anno scorso. Ottimo Bonaventura, forse il calcio italiano ha trovato un
altro centrocampista di livello. Secondo me sottovalutato Cigarini, ottimo regista di centrocampo che si sta togliendo parecchie soddisfazioni.
E ora arriviamo alle squadre che secondo me da qui alla fine si giocheranno la permanenza in serie A.
Il Bologna è una buona squadra. Sta rendendo meno dell’anno scorso, ma Diamanti sembra un leone in gabbia. Sempre più decisivo e sempre più stretto in una squadra di
bassa classifica. Se Gilardino torna il bomber dei tempi di Firenze, la salvezza sarà possibile con una certa tranquillità. Ottimi Perez, Morleo e Cherubin.
La Sampdoria del nuovo allenatore Delio Rossi, sta ritrovando una regolarità di risultati che aveva perso nell’ultimo periodo di Ferrara, nonostante una partenza lampo.
Icardi si sta dimostrando l’attaccante del futuro, forse a Barcellona qualcuno si sta mordendo le mani. Se Maxi Lopez riesce a tornare in forma dopo l’infortunio la Samp
non dovrebbe avere troppi patemi a raggiungere la salvezza. Delio Rossi ha avuto il merito di rilanciare Palombo, un surplus forse decisivo. Poli e Obiang compongono una
mediana giovane ma di sicuro rendimento. Peccato per il periodo nero di Ferrara, altrimenti la Samp sarebbe già abbondantemente salva.
Anche il Cagliari ha cambiato allenatore ma non è riuscito a trovare la scossa giusta. Negli anni scorsi Cossu era in grado di fare la differenza, ma questa non sembra la
sua annata. Sempre positivi Conti e Astori. Sorpresa assoluta Sau, alla prima stagione in serie A. Il piccolo attaccante ha segnato in tutte le categorie minori
(Foggia in C1 con Zeman, Juve Stabia in B) e si sta confermando anche in serie A. Aspettiamo con ansia l’esplosione di Ibarbo, ancora troppo confusionario.
Preziosi è sempre Prezioni. 3 allenatori per tornare alla sicurezza Ballardini, squadra rivoltata come un calzino a ogni sessione di mercato e solo un punto di vantaggio
sulla zona retrocessione. La squadra sarebbe anche buona (Immobile, Borriello, Kukca, Frey, Antonelli) ma serve stabilità. Per quello che rappresenta il Genoa per il calcio
italiano spero che si possa salvare e che Preziosi finalmente capisca gli errori che ormai commette da troppo.
La prima squadra sotto la linea rossa è il Pescara, ma non parlerei di delusione. Molti la davano già retrocessa ad agosto, ma gli abruzzesi si sono messi in testa di lottare
fino alla fine per la permanenza in serie A e fino a questo momento ci stanno riuscendo. Ottimo Weiss, può fare la differenza in una squadra del genere. Aspettiamo il
ritorno di Quintero dal sub-20 americano per vedere quello che la squadra può fare.
Penultimo Siena. Senza la penalità sarebbe sopra la linea rossa, ma ancora non è spacciata. Intanto ha raggiunto il Palermo e ha messo nel mirino il Pescara. Se comunque
dovesse retrocedere, ha avuto la soddisfazione di fare 6 punti su 6 con l’Inter. Un azzardo vendere Calaio’ a gennaio. Se l’allenatore decide di puntare di più su Sestu
e Rosina ricomincia a fare il Rosinaldo ammirato a Torino, sicuramente sarà in grado di lottare fino alla fine.
E per ripetermi Zamparini e sempre Zamparini. Anche per lui 3 allenatori stagionali e per la prima volta tre direttori sportivi (due in realtà ma con il ritorno di Perinetti).
Vediamo se Malesani sarà in grado di arrivare alla colomba pasquale. Cronici problemi in difesa, forse l’acquisto di Sorrentino sarà in grado di dare sicurezza all’intero
reparto. Ilicic non riesce a confermarsi come quello del primo anno di Palermo e Miccoli ha cronici problemi fisici che gli impediscono di essere il solito trascinatore.
Comunque campionato più che mai aperto in tutte le posizioni: due squadre che lottano per lo scudetto, quattro per i posti europei e sette per non retrocedere senza nessuna
ormai spacciata. Forse uno dei campionati più aperti degli ultimi anni, dove tutte le squadre ancora hanno qualcosa da dire.