La letteratura sulle tecnicità del Web, sugli usi e le condotte più produttive di risultati cognitivi e comunicativi, è amplissima e in continuo aumento. Manuali di scelta dei software più appropriati per le diverse attività e il migliore utilizzo degli strumenti elettronici non mancano e tendono a semplificare sempre più le procedure d’impiego dei mezzi per accelerare e alleggerire il lavoro di scrittura, d’interazione e di comprensione del contesto globale in cui avvengono gli scambi interpersonali e le relazioni con audience vaste e imprevedibili.
Neppure mancano gli studi esplorativi sulla mediazione dei diversi strumenti di comunicazione e socializzazione a distanza, sugli effetti mirati e deviati di utilizzo dei pc, delle tablet, dei telefonini e sono ugualmente diffusi i galatei dell’informazione e dello scambio sul Web.
Il lavoro di ricostruzione e sistematizzazione, compiuto dalla blogger Titiou Lecocq e dalla giornalista Diane Lisarelli, «Encyclopedie de la Web culture», Robert Laffont, Paris, 2011, invece esplora gli usi e i costumi, i valori e i modelli di comportamento in atto sul Web, attraverso la loro evoluzione negli ultimi dieci anni, con lo scopo di verificare se la «democratizzazione» di Internet ha dato vita a una cultura nuova, con codici, linguaggio e formae mentis proprie.
«Internet, scrivono le autrici, è un mondo in cui occorre forzare l’accesso, perché uno dei suoi fondamenti, l’idea di anonimato, ne fa uno dei rari esempi di fenomeno culturale senza portaparola identificabile, giacchè quelli che potrebbero incarnarlo, di fatto rifiutano di giocare questo ruolo».
Il libro di Lecocq e Lisarelli si compone di quasi 250 voci, che in sintesi definiscono ed esemplificano i luoghi virtuali, le strutture e i modi di scambio presenti sulla Rete. Ogni voce ha una scheda che in linguaggio divulgativo, corredato da illustrazioni, affronta il meglio e il peggio del Web, come s’è venuto a configurare.
Non senza humour e documentazione le autrici aprono un largo ventaglio di caratteristiche della blogosfera, dei buzz, degli avatar, delle professioni, dei modi di comunicazione e dei pericoli che comportano, dei principali cambiamenti e delle zone di non diritto, che l’internauta può incontrare.
Chi non sa chi è un kikoolol [un adolescente che si esprime esclusivamente con linguaggio SMS in un forum, un social network o un videogioco] può venirne a conoscenza, per comportamenti e origine [una marca di prosciutto speziato, citata spesso ai tempi di Monthy Python, nei primissimi forum].
Non mancano le informazioni tecniche, ma il più e il meglio è dedicato a far capire l’essenza della Rete e il suo funzionamento generale, con infografie, storie, aneddoti e confronti.
Un’enciclopedia multifunzionale , che si legge con avidità e si rilegge per non essere impreparati a tutte le evenienze della vita sociale a distanza, dove milioni di persone sperimentano la forza dei nuovi modi di convivenza nella massa.