Una mamma, anzi in questo caso una futura mamma lettrice del blog MammeSBT – Le mamme del Piceno, ci tiene a condividere la sua esperienza di bilinguismo, tema interessante per molti genitori.
Lascio la parola a Marina:
Sono nata da mamma austriaca (nonno tedesco e nonna viennese) e papà italiano. I miei si sono conosciuti parlando in francese. Quando sono nata mia madre ha pensato bene di parlarmi in tedesco, sia perché il suo italiano era ancora in via di apprendimento, sia per introdurmi da subito in una seconda lingua, che mi avrebbe permesso di comunicare con il resto della famiglia all’estero.
Mio padre invece parlava solo italiano e non ha mai imparato davvero il tedesco. Entrambi hanno abbandonato il francese. Condizioni ideali per l’apprendimento (i due genitori utilizzano la rispettiva lingua madre veicolando anche contenuti emozionali e culturali). Il tutto veniva rafforzato dalla frequentazione estiva della parentela austro-tedesca, che salvo alcune eccezioni non ha mai appreso l’italiano. In questo modo la conoscenza della “seconda” lingua risultava effettivamente vitale ed utile a scopi comunicativi.
La capacità di riconoscere determinati suoni e di riprodurli inizia a quanto pare con la cosiddetta lallazione, per questo l’idea dell’apprendimento di una seconda lingua dovrebbe essere valutato da subito … se non addirittura nel pancione!!!
Per tutto ciò che riguarda la mia esperienza successiva: studio del tedesco al liceo, stage lavorativi ed Erasmus in Germania, visite guidate per gruppi tedeschi-austriaci negli ultimi anni e contatti frequenti con il resto della famiglia, mi hanno permesso di approfondire, ampliare e tenere viva questa lingua.
I testi di riferimento
Tra i vari libri comprati per farmi un’idea del bilinguismo ho trovato illuminante il testo di Barbara Abdelilah-Bauer “Il Bambino bilingue”ISBN 978-88-6030-176-5 Raffaello Cortina Editore 16,oo euro 2008
ed anche vari riferimenti su internet:
- www.bilinguepergioco.com
- www.liquida.it/bilinguismo
- www.montessoribilingue.com
- www.enfantsbilingues.com
- www.cafebilingue.com
- www.observatoireplurilinguisme.eu Osservatorio europeo del plurilinguismo
Ovviamente l’apprendimento di una seconda o più lingue non è solo legato alla lingua parlata dai genitori.
Si può parlare della lingua del paese nel quale la famiglia vive e che non è la lingua madre di nessuno dei due, oppure di apprendimento mirato di una seconda/terza lingua con altri strumenti/situazioni (corsi presso scuole di lingua/permanenza all’estero/scuola pubblica etc.) in caso di genitori monolingui. In tutte queste situazioni ci sono però vari fattori di cui tenere conto, l’identità culturale, l’utilizzo della lingua in più contesti, il valore della lingua appresa etc. etc. Inoltre ci sono altri fattori che vanno considerati se si parla di bilinguismo: il contesto di utilizzo, la conoscenza orale o anche dello scritto, i termini e il registro utilizzati … in effetti il bilinguismo raramente è equilibrato e perfetto.
I buoni propositi
Mio fratello vive a Stoccarda, moglie tedesca e due figli bilingui, mia sorella vive a Bologna, marito italiano e due figli bilingui. Due situazioni diverse: nel caso di mio fratello si tratta di un bilinguismo di prima generazione (madre tedesca, padre italiano), nel caso di mia sorella di un bilinguismo di seconda generazione (madre e padre italiani e con principale utilizzo della lingua italiana come lingua madre) come sarà il nostro: mio e di Achille. Se poi non vogliamo contarci l’identità napoletana di Achille, che aggiunge un tassello linguistico e culturale ulteriore… Non credo che ci divideremo perfettamente le lingue, cosa che per l’apprendimento sarebbe auspicabile (io il tedesco e Achille l’italiano), perché la mia stessa identità non è solo prettamente tedesca, ma anche e soprattutto italiana, avendo vissuto prevalentemente in Italia. Dovremo tenere conto anche delle differenze tra la mia esperienza e il tempo in cui si è svolta: per esempio a scuola ero l’unica in classe ad avere due identità e due lingue … ad oggi la situazione è molto diversa, le classi sono multilingue e multiculturali. Insomma viste le nostre conoscenze e la società attuale cercheremo di trovare e creare situazioni nelle quali l’uso del tedesco risulti utile/necessario e avvenga in modo naturale.
Marina Iride Ricci
Unitamente ai miei ringraziamenti, invio a Marina tantissimi auguri per la bella avventura che sta vivendo e per la grande gioia che presto stringerà tra le braccia.
Invito quanti volessero condividere una esperienza, un racconto di parto ecc.. a scrivermi al seguente indirizzo mail: mammesbt@gmail.com Grazie!