In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Accogliere un bimbo nelle sue necessità non è solo un generoso atto riservato ai figli degli altri che vivono sofferenze di emarginazione e disagio ma è un atto che è dovuto biologicamente ai nostri figli.
Noi papà diamo per scontate troppe cose perché il turbine delle giornate lavorative - dense di impegni e di preoccupazioni - ci concede di rapportarci coi figli spesso e volentieri solo con una modalità provvisoria, come succede con windows quando la quasi totalità dei driver e delle periferiche, e programmi di autoavvio, non vengono avviati.
L'ascolto che facciamo è parziale, è limitata la nostra attenzione, l'ascolto è spesso distratto e superficiale, l'affetto è subordinato ai "se" e ai "ma".
Cogliamo l'occasione di questo 2 ottobre che festeggia angeli e bimbi per mandare all'aria i nostri schemi, i nostri filtri percettivi, le saturazioni della nostra mente. Facciamo un bella passata di ccleaner per dare una lustrata al nostro sistema, liberando la nostra testa e il nostro cuore da tanti elementi superflui.
Guardiamo in questo momento nostro figlio dritto negli occhi, preoccupandoci di più di quello che lui "sente" e meno di quello che sta facendo o di come si sta comportando.
Proviamo a guardare il mondo come lo guarda lui, con i suoi occhi, le sue aspettative, i suoi bisogni e necessità, i suoi desideri (i suoi desideri); proviamo a intuire se ci sono cose che non ci sta dicendo, che non esprime, perché intimorito o (peggio) sfiduciato.
Accogliamolo adesso, profondamente, abbracciamolo e amiamolo senza "se" e senza "ma", senza riserve.
E' anche una buona occasione per iniziare a fare lo stesso verso di noi.