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Binari di vene

Da Leggere A Colori @leggereacolori
luca_rotaie-schiena-3I treni sferragliano in stazione. Mi chiedo cosa diamine portino con loro, quando tornano. E cosa lasciano, quando vanno via. Io i treni non ho mai avuto il coraggio di prenderli, né per mano, né per sogni. Figuriamoci se mi sono azzardata ad amarli. Mi fanno paura, mi fanno una paura assordante. Quei mille sussurri, quelle risate, quei libri aperti e letti tanto per, e quei silenzi incompatibili con i miei stati d’animo. Ho preso il treno solo una volta. Oggi sono qui alla stazione ferroviaria e sto aspettando un treno, uno qualsiasi, uno dei tanti. Mi siedo su una panchina, una qualsiasi, una delle tante color verde abnorme, una delle tante che accetta d’essere l’appoggio di un’anima vagante. Accanto a me vi è un estraneo, uno dei tanti. Veste un costume che vagamente mi ricorda il grande Gatsby. La camicia è di un bianco candido, forse a causa del nero che la mette in risalto, un po’ troppo. E le mani. Le mani poggiano malinconiche sulla stoffa nera dei pantaloni deliziosamente ripiegati all’orlo, infrangendo quell’uniformità notturna con un tenue colore rosato dal freddo. Ci sono mani che raccontano e mani che ricordano. Le sue riescono a fare entrambe le cose, con violenta innocenza, con quel pallido color roseo che fa da sfondo a delle venature violacee in rilievo, riescono a raccontarti del nulla dandoti tutto. Le sue mani sono campi di rose percorsi, scossi, da rotaie coperte da petali di fiordaliso. Ed il biglietto è timbrato. Sono lì, sulla malinconia viandante, cir Continua a leggere

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