Oppure di essere arrabbiati e di “sbranare” la cena?
Sono situazioni molto comuni che tutti possiamo aver sperimentato nel corso dell’esistenza: alcuni stati emotivi ci “chiudono” lo stomaco o ci danno la sensazione che sia un pozzo senza fondo.
Il fatto che il nostro umore e le emozioni che viviamo siano in connessione con il corpo è una cosa assodata ormai.
Corpo e mente sono in collegamento costante e le situazioni che sperimentiamo nella nostra quotidianità danno rinforzo reciproco sia sul piano corporeo che mentale.
Il cibo e l’alimentazione sono il primo luogo di scambio di ognuno di noi che, appena nato, entra in relazione con il mondo circostante introducendo cibo nel corpo attraverso l’allattamento ( che sia naturale o artificiale ) si caratterizza non solo per una sostanza che ingeriamo, ma anche per tutte le cure che si ricevono ( l’abbraccio e le carezze di chi ci nutre, l’incontro di sguardi, il calore della pelle e del latte, l’odore dell’altro e tutte le sensazioni tattili).
Se il cibo è “relazione” con gli altri e con noi stessi attraverso le sensazioni corporee, è pur vero che difficoltà di varia natura possono prendere come bersaglio il nostro rapporto con l’alimentazione.
Per esempio “mangiare” può diventare la strategia di preferenza per arginare emozioni improvvise differenti: rabbia, senso di abbandono, pressione e stress, stanchezza, noia e fuga dalle emozioni che facciamo fatica ad ammettere.
Aprire il frigorifero o la dispensa diventa una reazione automatica e una risoluzione pericolosa che con il tempo aumenta la sensazione di disagio e che i problemi sono ancora lì.
La fame emotiva nel giro di breve può condurre nella spirale del binge eating, ossia del mangiare compulsivo ( simile alle abbuffate bulimiche ma senza le cosiddette condotte eliminatorie : pillole, lassativi, diuretici e vomito autoindotto).
Spirale da cui diventa difficile uscire da soli perché si entra in un meccanismo ripetitivo, in cui si smette di cercare altri metodi per affrontare le difficoltà emotive ed il cibo diventa l’unica strategia.
Ecco un piccolo questionario per capire se vivete un rapporto difficile con il cibo.
Rispondete a queste 7 domande sulla fame emotiva con “SI” o “NO”.
1 Mangi di più quando ti senti stressato/a?
2 Ti capita di mangiare quando non hai fame o quando sei pieno/a?
3 Mangi per sentirti meglio (per calmare o gestire il disagio quando sei triste, arrabbiato/a, annoiato/a, ansioso/a, ecc)?
4 Pensi che il cibo possa essere una ricompensa?
5 Di solito mangi fino a che non ti senti pieno/a?
6 Il cibo ti fa sentire al sicuro o come se fosse un amico?
7 Ti capita di sentirti impotente o senza controllo nei confronti del cibo?
Se avete risposto “SI” ad almeno 3 domande è necessario riflettiate sulle modalità che utilizzate per affrontare le emozioni.
Hunger Pains
La difficoltà principale che di solito le persone che seguo mi fanno notare è che per poter iniziare a cogliere le emozioni dietro la fame emotiva, dovrebbero riuscire a riconoscerla dalla fame fisica.
E voi cosa ne pensate? Riuscite a distinguere la fame reale da quella legata alle emozioni?
La prossima settimana vi racconterò quali sono le differenze tra fame fisica e fame emotiva e i modi per imparare a riconoscerla.