Digressioni letterarie. Binomi letterari
Domenica dicembrina in una magnifica Torino pervasa dai caldi colori autunnali.
Il primo binomio è la visita al Museo Nazionale della Montagna che ospita la temporanea dell’artista Tino Aime: splendide atmosfere invernali.
L’appuntamento successivo è in libreria per scoprire l’intesa di due omonimi di classe: un libro ed un vino.
Secondo binomio. Si incontrano “all’esterno” la Libreria Therese e “all’interno” la Libreria Profumi per la mente, tra mura non di mattoni ma di libri, laddove sui piani alti, su una lunga balconata, troneggiano i volumi autografati in copertina dai celebri scrittori che questa porta hanno varcato.
Si fa la conoscenza dei primi due ominimi: Davide Ruffinengo e Davide Ferraris (terzo binomio), i padroni di una casa in cui oggi si parla di buone letture e buon vino. Ospite d’onore è lo scrittore Enrico Remmert, autore -tra gli altri- del libro Rossenotti (1997, ed. Marsilio) che da oggi è anche un vino (quarto binomio).
Ruffinengo e Ferraris hanno avuto l’idea di battezzare Rossenotti, ispirandosi al libro, un vino prodotto da Simone Roveglia, proprietario dell’azienda agricola Lo Spaventapasseri di Mombaruzzo.
Ma si compra a scatola chiusa? Assolutamente no! La degustazione è la parte migliore dell’odierna scoperta. E così… Non si può non essere rapiti dal profumo di Fresia che si spande tra gli scaffali e si mescola con il profumo della carta stampata.
Un libro che “ci racconta di gorni in cui si aspetta la notte e di notti in cui si aspetta il giorno, di tragedie avvenute e di altre che avverranno, nella storia corale di una generazione che vorrebbe chiedere aiuto ma non sa a chi chiederlo, che cerca dei punti di riferimento, ma non sa dove trovarli – ‘Li regalano? Si comprano?’ – con la straordinaria capacità di mascherare il disagio dietro una presa in giro, tenera e accorata, che è uno dei grandi regali di qeusto libro.” (dalla seconda di copertina).
Il vino “vigoroso e classico, è un vino chinato ottenuto da uve rigorosamente biologiche macerate con diverse spezie tra cui la corteccia di China Calisaia, onde estrarne le componenti aromatiche. Per la gradazione alcolica e il gusto pieno e deciso è ottimo come digestivo corroborante o come vino da meditazione, magari accompagnato da un quadretto di cioccolato amaro, oppure con ghiaccio, soda e vino bianco per ottenere uno Spritz di straordinaria delicatezza aromatica (N.d.R. oppure servito anche caldo, come vin brulè, ci suggerisce Simone). Il nome richiama l’omonimo romanzo di Enrico Remmert, con cui condivide schiettezza e sapore dolce-amaro. E’ un vino “intellettuale”, anima dei veri vini, quelli fatti secondo natura, lontano dalle malie della chimica e all’insegna di un’etica del buon coltivare e del buon bere.” (dall’etichetta)
Il risultato è un binomio di classe che rapisce i cinque sensi e, sicuramente, anche la mente!