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Biobalcone. Coltivare ortaggi e aromi con il metodo biologico e la permacultura

Creato il 22 luglio 2013 da Informasalus @informasalus

pomodori
Dedicarsi alla coltivazione consente di comprendere meglio i ritmi e gli equilibri naturali ritrovando il gusto per quei gesti quotidiani che fanno bene alla terra

PERCHÉ COLTIVARE SUL BALCONE
“Coltiva ortaggi e cambia il mondo” recita lo slogan di Growt the Planet (www.growtheplanet.com), sito frequentato da orticoltori hobbysti. Questa massima esprime in modo efficace i tre motivi alla base della decisione di coltivare ortaggi su balconi e terrazzi.
Coltivare: significa prendersi cura delle piante, ma anche seguire con impegno una passione e migliorare la propria educazione e la propria cultura. Dedicarsi alla coltivazione consente di comprendere meglio i ritmi e gli equilibri naturali ritrovando il gusto per quei gesti quotidiani che fanno bene alla terra come riciclare, favorire la biodiversità, ridurre i consumi di energia. Seguire il ritmo di crescita delle piante sviluppa le capacità sensoriali delle persone e allena alla pazienza, lasciando comprendere che la vita si alimenta con ritmi diversi da quelli frenetici e incalzanti del mondo moderno.
Ortaggi: sono i vegetali che consentono di ottenere cibo nei tempi più brevi e negli spazi più angusti. Nelle case e nei giardini le piante svolgono solitamente una funzione accessoria ed estetica. Ma la coltivazione può avere anche una funzione produttiva, mettendo così in pratica uno dei principi fondamentali della permacultura: ogni elemento svolge più funzioni contemporaneamente, in questo caso produttiva, estetica ed educativa. La produzione di alimenti è imprescindibile per organizzare degli insediamenti sostenibili ed è fondamentale per pensare e attuare le città di transizione (transition town), cioè quei centri che si preparano ad affrontare riscaldamento globale e picco del petrolio.
Cambia il mondo: è naturale che il mondo muti, ma vorremmo che cambiasse in meglio. E se coltivare un orto significa prendersi cura di se stessi (e quindi degli esseri umani) e della natura, allora il coltivatore impara a rispettare la Terra e i suoi abitanti. E questo è sicuramente il primo passo perché il mondo possa cambiare in meglio! Ma coltivare da sé il proprio cibo è molto di più!
Si è sicuri della genuinità dei prodotti, si risparmia (almeno qualche volta), si ha la soddisfazione di poter dire “questi zucchini li ho fatti crescere io!”, si ha l'occasione di avvicinare i bambini alla natura, educandoli attraverso piccole esperienze pratiche, e molto altro ancora… Per questi e altri motivi negli ultimi decenni la coltivazione fai da te ha iniziato a diffondersi sempre di più. Negli Stati Uniti non c'è solo l'orto biologico della first lady alla Casa Bianca, ma questa esperienza è condivisa da altri 70 milioni di persone. E, secondo alcune statistiche, i piccoli orti in Italia sarebbero circa 18 milioni.
CI SARANNO ANCHE INSUCCESSI
I buoni motivi per coltivare ortaggi sono numerosi e anche molto validi, ma prima di farsi prendere dall'entusiasmo è bene considerare le difficoltà che si dovranno affrontare. Coltivare sul balcone significa concimare, svasare e rinvasare, mettere graticci, tutori, parasole, riparare dal freddo e dal sole, spostare e rispostare i vasi… Prendersi cura delle piante e dedicarsi a questa attività richiede tempo e fatica.
Soprattutto non bisogna dimenticare di programmare bene le assenze, anche brevi, da casa, perché le piante devono avere sempre a disposizione una quantità di acqua sufficiente. Quindi si dovranno coinvolgere vicini di casa e parenti oppure adottare sistemi di irrigazione più o meno automatizzati. Ci saranno poi da affrontare le delusioni per qualche coltivazione andata male; l'irritazione per qualche intoppo tecnico che capita sempre nel momento sbagliato (dal vaso rovesciato alle pile del programmatore del sistema irriguo che si scaricano); il timore per una grandinata o una gelata fuori tempo; piccole e grandi angosce che ci recano le cose o le persone a cui teniamo di più.
Non si deve poi dimenticare che qualsiasi coltivazione richiede anche un impegno economico, soprattutto, ma non solo, nel momento iniziale, quando è necessario procurarsi l'attrezzatura e gli altri materiali necessari. Si spera che le produzioni ripaghino le spese, ma potrebbe non essere sempre così. Prima di cimentarsi con un orto sul balcone è meglio prevedere queste difficoltà, se si è titubanti è preferibile limitarsi a qualche vaso di aromatiche per le quali è sufficiente anche un davanzale, in attesa che le soddisfazioni ottenute diano nuovo slancio per realizzare un vero e proprio orto.

QUANTA VERDURA!
La quantità di verdure autoprodotte difficilmente soddisfa le esigenze di un single, tanto meno di una famiglia, a meno che non si disponga di un grande terrazzo, ma si potrà contare sul fatto che questi ortaggi saranno più buoni e avranno maggiori qualità nutrizionali. Inoltre è impagabile la soddisfazione di aver fatto da soli e di aver contribuito, con un piccolo gesto, a migliorare il mondo.
PERICOLO INQUINAMENTO
Le polvere sottili sembrano essere, nel contesto urbano, gli inquina nti più pericolosi che si depositano sugli organi vegetali delle piante coltivate. È bene, però, sgombrare subito il campo da inutili allarmismi: infatti i rischi che si corrono mangiando verdure provenienti da un ambiente inquinato sono bassi. In quell'ambiente è molto più pericoloso respirare! Ogni atto respiratorio porta dai 300 ai 500 ml di aria nei polmoni e un adulto compie dai 16 ai 20 atti respiratori al minuto, così ogni giorno un uomo inspira dai 7.000 ai 14.000 l d'aria. La quantità di aria con cui si entra in contatto è, dunque, molto più grande delle quantità di cibo ingerita quotidianamente. Senza contare che l'apparato digerente esercita una selezione tra quanto serve e quanto non serve, eliminando le sostanze inutili. Gli accorgimenti che alcuni prendono per ridurre i rischi causati dagli inquinanti sono quindi una buona norma di prudenza, ma non sono indispensabili.
Gli espedienti da adottare in via precauzionale possono essere la coltivazione in ambienti protetti (al chiuso o in una piccola serra) e il lavaggio accurato della verdura. Il primo provvedimento è il più efficace, perché permette di ridurre la quantità di polveri sottili che si deposita sugli ortaggi. Invece il lavaggio ha un effetto solo parziale, in quanto le particelle di dimensioni più piccole (di solito le più pericolose) possono essere trattenute dalla pelosità, anche non particolarmente evidente, degli organi vegetali.
UN'AZIONE A DIFESA DELL'AMBIENTE
Coltivare e mangiare la propria verdura, in ogni caso, contribuisce a ridurre l'inquinamento della città o del paese in cui si vive perché:
- riduce la necessità di trasporto delle merci e, quindi, il traffico;
- consente l'assorbimento di anidride carbonica grazie all'attività fotosintetica delle piante, reimmettendo nell'atmosfera ossigeno;
- evita, se gli ortaggi sono prodotti in modo biologico, la dispersione nell'ambiente di molecole potenzialmente pericolose.
Secondo gli studiosi, se le città potessero contare su spazi verdi per il 10% del loro territorio, l'inquinamento sarebbe ridotto in modo significativo. Insomma coltivare in città sul proprio balcone significa tradurre in azione concreta il motto “produrre localmente e agire globalmente”.
NATURALMENTE È MEGLIO BIO
Chi coltiva per soddisfare la propria passione (e per cambiare il mondo) può fare una scelta diversa dal biologico? Un piacere è davvero tale se nuoce alla nostra salute e a quella dell'ambiente? A qualcuno piace l'idea di impiegare pesticidi sul balcone di casa? Chi risponde no a queste tre domande è pronto al biobalconaggio! La coltivazione bio è sicuramente il modo migliore per coltivare (e non si potrebbe usare in questo caso un termine più appropriato) il proprio hobby: evita l'impiego di pesticidi chimici e rinuncia all'uso di fertilizzanti di origine sintetica, distribuiti in palline o pastiglie, migliorando così la qualità dei prodotti che risultano essere più ricchi di elementi essenziali come vitamine, sostanze antiossidanti, sali minerali e fibre.
Inoltre, se si rinuncia in particolare ai concimi azotati, il contenuto in nitrati (precursori di sostanze cancerogene) risulta essere significativamente più basso. Produrre ortaggi bio sul balcone, quindi, non significa solo disporre di verdura da servire in tavola pochi minuti dopo che è stata colta, ma anche poter godere delle sue migliori qualità nutrizionali e della sicurezza dell'assenza di pesticidi.
ACQUISTARE SEMI E PIANTINE
Per una coltivazione completamente biologica è necessario servirsi anche di semi e piantine bio. I primi sono relativamente semplici da trovare. Alcune catene di supermercati hanno linee di sementi biologiche e basta digitare “sementi biologiche” su un motore di ricerca per individuare ditte che assicurano la spedizione di semi anche agli hobbysti.
Chi non riuscisse a trovare le sementi bio o la varietà di semi desiderata può acquistare delle normali bustine dopo essersi accertato che i semi non siano stati trattati (non devono avere, cioè, delle strane colorazioni o presentarsi confettati). Gli stessi bioagricoltori professionisti ricorrono a questo espediente quando non sono disponibili varietà bio. Procurarsi piantine da trapianto bio può risultare, invece, più complicato.

I vivaisti che le producono non sono molti ed è un colpo di fortuna averne uno vicino a casa. Le strade da seguire possono essere due: accordarsi con un produttore biologico di ortaggi oppure prepararle da soli in un semenzaio. Altrimenti bisogna fare di necessità virtù e accettare di utilizzare piantine convenzionali.
A TERRA È PIÙ FACILE
Anche se molte piante si adattano bene ad essere coltivate in vaso, in natura i vegetali si sviluppano (di solito) a terra. La coltivazione in vaso, quindi, deve essere sempre considerata “forzata” e, come tale, richiede un controllo continuo da parte di chi la pratica. In vaso le radici delle piante dispongono di un volume limitato di terriccio da esplorare: questo è il principale problema che deve affrontare chi coltiva sul balcone di casa. Il piccolo volume del substrato, infatti, accelera la sua disidratazione e mette a disposizione delle piante una quantità di elementi nutritivi limitata. Inoltre in qualsiasi contenitore l'area esposta direttamente al riscaldamento del sole non è costituita solo dalla superficie del terriccio, ma anche da quella delle pareti del vaso.
In breve, l'ambiente confinato del vaso rende più complicato trovare l'equilibrio del sistema pianta-terreno. Ogni sbalzo di temperatura, mancanza di luce, squilibrio nella presenza di qualche elemento nutritivo ha un impatto importante e può determinare conseguenze sulla crescita delle piante. E non bisogna farsi ingannare dalle piante lussureggianti che si trovano dai fioristi e nei garden-center. Si tratta di piante nate e cresciute in un ambiente controllato e forzate a svilupparsi in un modo molto lontano, di solito, dalle tecniche di agricoltura biologica.
Alcune attenzioni permettono comunque di ridurre al minimo i problemi di coltivazione e di ottenere buoni risultati:
- scelta oculata dei vasi;
- scelta di un terriccio con buone caratteristiche fisiche e chimiche;
- realizzazione di un sistema di irrigazione in grado di assicurare costantemente la disponibilità idrica alle piante;
- organizzazione degli spazi in funzione delle loro caratteristiche (dimensioni, esposizione, illuminazione);
- scelta delle tecniche e dei prodotti per proteggere le piante dai parassiti;
- scelta di piante che si adattano bene alla coltivazione in vaso.
Questi argomenti saranno sviluppati nei capitoli successivi del manuale.
Leggi il libro "Biobalcone. Coltivare ortaggi e aromi con il metodo biologico e la permacultura"



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