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Biodiversità a rischio, nonostante gli sforzi

Creato il 01 maggio 2010 da Zonwu

biodiversitàIl mondo sta fallendo nel realizzare un altro traguardo ambientale. Si riteneva che entro il 2010 avremmo ridotto l'estinzione di alcune specie animali e vegetali, rallentando il ritmo al quale questi esseri viventi stanno scomparendo dal nostro pianeta; in realtà, il ritmo rimane costante, i rischi si fanno sempre più grandi, e non c'è verso di rallentare l'estinzione di molte specie.


Sia nel 1993, alla Convenzione sulla Diversità Biologica, che nel 2000 all'incontro Millennium Development Goal si era pensato che potessimo rallentare il ritmo di estinzione, preservando la biodiversità mondiale.
Ma pare che le previsioni siano state troppo ottimiste.
Nel 1993 erano stati progettati ben 31 differenti schemi di monitoraggio dell'estinzione delle specie viventi del nostro pianeta. Animali terrestri, marini, piante, interi ecosistemi sono stati costantemente osservati negli ultimi 20 anni, e questa settimana, per la prima volta, sono stati pubblicati i dati raccolti.
"Questi dati dimostrano senza dubbio che il mondo naturale viene distrutto velocemente come sempre" afferma Stuart Butchart, del World Conservation Monitoring Center di Cambridge, Regno Unito, e autore dello studio.
I dati mostrano come la biodiversità, che si tratti di alghe o di mammiferi, è diminuita fin dal 1970, mentre le pressioni sull'ecosistema, responsabili della diminuzione della diversità sono cresciute.
Non sembra che si sia trattato però di una mancanza di attenzione da parte del genere umano, non completamente almeno. I problemi sembrano essere sia le strategie elaborate fino ad ora, che non sono risultate vincenti o completamente efficaci in molti casi, sia la mancanza di fondi e soluzioni alternative ai fattori di pressione sugli ecosistemi.
Ed uno dei fattori di rischio è anche l'introduzione di specie aliene, che distruggono specie locali impoverendo la biodiversità. Molti governi, circa l'80%, hanno dichiarato guerra alle specie non locali, ma ben pochi hanno fatto effettivamente qualcosa per combatterle e ripristinare gli ecosistemi locali.
Ovviamente il discorso non vale per tutte le situazioni e tutti i Paesi del mondo. Ad esempio, il bisonte europeo ha recuperato parecchio rispetto alle scorse decadi, durante le quali si trovava sull'orlo dell'estinzione. "Questo significa che possiamo prenderci cura della natura se abbiamo sufficienti risorse" dice Butchart. Secondo lui, ulteriori 4 miliardi di dollari a livello mondiale potrebbero contribuire in modo efficace a preservare alcuni ecosistemi delicati ed in pericolo.
"Le energie che distruggono la biodiversità sono enormi - espansione economica che fa terra bruciata ovunque passi. Le forze che agiscono contro queste sono invece piccole. Questo non cambierà fino a quando non ci saranno forze in gioco in grado di contrastare questa distruzione". afferma Daniel Pauly, della University of British columbia di Vancouver.
Questa nuova analisi sull'andamento della biodiversità mondiale farà riunire 193 Paesi a Nagoya, Giappone, per discutere i nuovi obiettivi ambientali, ma non aspettiamoci grandi cose. Come per Kyoto verranno fatti annunci e proclami, ma il risultato sarà soltanto una frazione di quanto si dovrebbe fare per preservare gli ambienti più a rischio del nostro mondo.


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