Gli scienziati avvertono: non ci sono abbastanza foreste per soddisfare la crescente domanda di bioenergia. Innanzitutto sono necessarie regole imprescindibili per il prelievo dell legno, per esempio il divieto di rimuovere idi residui e i ceppi degli alberi abbattuti, soprattutto nei terreni poveri. Ma queste regole a loro volta ridurranno del 30 per cento il volume potenziale della biomassa disponibile in Europa. E’ quanto emerge da uno studio dell’Accor, l'Istituto Internazionale per l'Analisi Sostenibilità e le Strategie (International Institute for Sustainability Analysis and Strategy).
L’aumento della domanda di biomasse di origine forestale, significa importazioni, oggi solo parzialmente regolate dalla Unione Europea, e queste importazioni rischiano di moltiplicarsi fino a sette volte tra il 2010 e il 2030.
Un secondo studio dall'Istituto per la politica ambientale europea (IEEP) ha concluso ci sono pochi terreni rimasti in Europa per far crescere le colture energetiche - sufficienti appena a contribuire con un mero 0,5-1 per cento dell’attuale consumo energetico dei trasporti su strada o allo 0,5 per cento del consumo energetico per il riscaldamento.
In un altro rapporto pubblicato nel 2012, il IEEP ha lanciato l'allarme sul "presupposto viziato" secondo cui la produzione di energia da biomassa è “carbon neutral”.
Le associazioni ambientaliste Birdlife, EEB e Trasport & Environment, che hanno commissionato i due studi , insistono sulla necessità di nuove misure di tutela ambientale.
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