Di seguito riportiamo i principali vantaggi delle tecniche di biomonitoraggio, comuni per ogni tipologia di matrice ambientale analizzata:
- possibilità di ottenere rapidamente e con un’elevata densità di campionamento, una stima degli effetti biologici indotti su organismi sensibili dovuta all’interazione di più sostanze nocive;
- economicità rispetto alle centraline di monitoraggio;
- individuazione rapida di zone a rischio, con reale o potenziale superamento dei valori soglia stabiliti dalla legge per alcuni importanti inquinanti primari;
- valutazione dell’efficacia delle misure adottate per la riduzione delle emissioni di inquinanti su lunghi periodi;
- localizzazione di aree potenzialmente a rischio e conseguente ubicazione ottimale delle centraline automatiche di rilevamento;
- validazione di modelli di diffusione a lunga distanza e deposizione di inquinanti a diverse scale territoriali.
L’utilizzo di bioindicatori offre numerosi vantaggi ma non può sostituire il metodo strumentale. Infatti i licheni, rispetto alla singola stazione di rilevamento automatica, consentono di individuare più sostanze inquinanti contemporaneamente, ma non permettono di stabilire con certezza la relazione biunivoca tra i dati biologici rilevati e gli specifici inquinanti.
In conclusione, il bioindicatore può essere utilizzato per individuare possibili zone a rischio per la salute pubblica e per pianificare una successiva ed efficace rete di monitoraggio ambientale strumentale a basso costo o almeno risparmiando denaro.