Ogni Giovedì, a partire dal 23 Aprile fino al 28 maggio 2015 ore 20.30 al Cineporto di Bari, si terranno sei proiezioni “Biopic – Cinema d’Arte”, rassegna ideata e promossa dall’associazione PugliArte con il sostegno di Apulia Film Commission.
Il “biopic” o film biografico ha spesso indagato le vite di artisti di rilievo, da Caravaggio e Edgar Degas, Gauguin, Picasso, Van Gogh forse perché tra i più svariati linguaggi, la pittura e il cinema sono contigui, intrecciati fino a poter essere letti e interpretati come un’unica grande opera.
“È un esperimento questa incursione nel grande schermo – spiega il presidente di PugliArte Alessandro De Luisi -. La nostra associazione, impegnata da anni sul territorio, organizza escursioni turistiche finalizzate a sviluppare l’educazione storico-culturale con un punto di vista privilegiato sulla storia dell’arte e l’archeologia. Il cinema ci è sembrato l’anello mancante, il percorso inesplorato ed è forse, l’unica espressione artistica capace di rivolgersi a pubblici eterogenei, ma anche fondere più linguaggi”.
Le pellicole scelte sono: “I colori dell’anima” (Modigliani) di Mike Davis (2004), “Klimt” di Raul Ruiz (2006), “Basquiat” di Julian Schnabel (1996), “Séraphine” di Martin Provost (2008), “Camille Claudel” di Bruno Nuytten (1988) e “Frida” di Julie Taymor (2002).
Ogni proiezione sarà accompagnata da docenti universitari (Massimo Guastella e Giusy Petruzzelli) storici dell’arte (Giusy Caroppo), e ancora curatori, critici e saggisti di fama nazionale e internazionale (Ludovico Pratesi e Achille Bonito Oliva) con incursioni “estemporanee” come l’ambito musicale dei fratelli Francesco e Gaetano Occhiofino.
“I titoli scelti – prosegue De Luisi – non mirano al sensazionalismo o vantano visioni in anteprima. Il fulcro del progetto, da cui la selezione di queste pellicole, mira piuttosto a esaminare il mondo artistico attraverso dei “topos”, per esempio maschile – femminile (Modigliani e Klimt contrapposti a Séraphine e Camille Claudel) o il discorso sull’arte come riflesso di complesse e intricate dinamiche interiori riversate all’esterno, il cui esempio ci ha condotto alla scelta di Basquiat e Frida. Ci piaceva dunque l’idea di far incontrare il discorso cinematografico con quello di specialisti del settore per esaminare non solo gli intrecci tematici proposti, ma anche e soprattutto come verifica della verosimiglianza del punto di vista registico rispetto all’autore o se questo abbia piuttosto seguito la percezione comune, di volta in volta alterata dal contesto storico o sociale”.
Giovedi 23 Aprile “Basquiat” di Julian Schnabel.
Giovedi 30 APRILE ALLE 20.30 “Camille Claudel” di Bruno Nuytten (1988)
“C’è sempre qualcosa d’assente che mi tormenta”. Così scriveva la ventiduenne Camille Claudel in una lettera datata 1886 al noto scultore Auguste Rodin di cui fu musa, modella, allieva e amante, infine respinta. Un’assenza ben più straziante di quella sentimentale, una incompiutezza che per Camille si esprimerà non solo nelle opere, ma anche in mancati o tardivi riconoscimenti al proprio genio artistico.
Un film fortemente sentito e voluto dalla stessa Isabelle Adjani, anche produttrice che, acquistati i diritti del libro, ha chiamato al proprio fianco Gérard Depardieu per il ruolo di Rodin. In una intervista dell’epoca al New York Times aveva perfino dichiarato di essere l’unica ad aver compreso le intricate contraddizioni di Camille. Un fil rouge temporale per l’attrice che si riannoda all’interpretazione di un altro tragico percorso verso la follia: quello della figlia di Victor Hugo, Adele, nel classico di Truffaut, Adele H. – Una storia d’amore. Il poeta e scrittore torna, tra l’altro, a essere citato nel presente film perché è proprio nelle ore in cui si celebra il lutto nazionale per la sua scomparsa che Camille e Auguste vivono inizialmente la loro passione.
Sceneggiato dal regista con Marilyn Goldin, il film segue le vicende personali e artistiche di Camille che giovanissima, diventa apprendista del celebre scultore il quale le affida anche la fattura di particolari delle proprie opere. Rodin, molto più grande della ragazza, convive da anni con Rose (Danièle Lebrun) dalla quale ha anche un figlio, ma si concede alla passione per Camille arrivando perfino a promettere di sposarla. Tuttavia Camille intuisce che non lascerà mai Rose e lo abbandona senza rivelargli di essere incinta. Nella lontananza da Rodin sarà presa da una febbrile attività scultorea, ma l’ossessione amorosa la porterà al confine con la follia e a sentirsi perseguitata, finanche defraudata da Rodin di alcune sue opere e per questo portata in parte a distruggerle. Preoccupati e imbarazzati dalle condizioni in cui versa, saranno la madre e il fratello di Camille a farla internare in manicomio per infermità mentale. Ci resterà un trentennio fino alla morte senza toccare mai più un pezzo di argilla.
Bruno Nuytten, classe 1945, è regista e sceneggiatore francese. È stato uno dei più importanti direttori della fotografia francesi per due decenni, negli anni Settanta e Ottanta, prima di esordire alla regia nel 1988 con il film biografico Camille Claudel, che ha presentato in concorso al Festival di Berlino e gli è valso il Premio César per il miglior film. Ha avuto una lunga relazione con l’attrice Isabelle Adjani, protagonista del suddetto film, da cui ha avuto nel 1979 il figlio Barnabé, musicista e cantante del gruppo Makali.
Ospiti: Massimo Guastella, ordinario di Storia dell’Arte nelle Scuole Superiori, è ricercatore di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università del Salento. Responsabile scientifico del LabTASC, Dipartimento dei Beni delle Arti della Storia, è anche direttore di CRACC spin-off universitaria. Pubblicista dal 1995.
Giovedi 7 maggio 2015 “Klimt” di Raul Ruiz (2006)
Giovedi 14 maggio 2015 “I colori dell’anima” (Modigliani) di Mike Davis (2004)
Giovedi 21 maggio 2015 “Séraphine” di Martin Provost (2008)
Giovedi 28 maggio 2015 “Frida” di Julie Taymor (2002).