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Biotecnologia vs Big Pharma : Performance e Trend a confronto

Da Investireoggisicuro

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Perché investire nella cosidetta Red biotechnology (biotecnologia farmaceutica) piuttosto che nel biotecnologico industriale/agroalimentare?


J. Lamarck SIM ha scelto di occuparsi di RED biotechnology in quanto questa è, a nostro avviso la branchia più avanzata di questa scienza. Inoltre, la biotecnologia applicata alla realizzazione di nuovi farmaci è comunemente accettata da tutti mentre spesso vi sono ancora remore o dubbi ad investire nel settore delle biotecnologie applicate all’agricoltura o all’alimentare dove spesso, per definire le ultime innovazioni si richiama il termine di “prodotto Frankenstein”, nonostante l'evidenza dei benefici e della sicurezza.

 

Il settore biotecnologico è realmente più performante del tradizionale farmaceutico? (Gran parte di queste aziende biotech finiscono per essere nel 90% dei casi acquisite dalle grandi multinazionali farmaceutiche, come nel recente caso Sanofi aventis- Genzyme).

 

L’industria farmaceutica tradizionale come viene comunemente intesa, costituita da grossi conglomerati che basano il loro successo sulle vendite di farmaci “blockbuster” sta sperimentando negli ultimi anni significativi cambiamenti innescati da diminuzioni nelle prescrizioni, competizione dei generici, scarne pipeline, scadenze brevettuali per miliardi di dollari e, da ultimo, dalla riforma sanitaria voluta dal presidente Obama. Per anni, la farmaceutica tradizionale ha evitato la biotecnologia, essendo poco propensa a scommettere su tecnologie non ancora sperimentate.

 

Oggi, però, le Big Pharma stanno pagando molto caro questo atteggiamento di avversità al rischio: sono poche le società che oggi hanno farmaci promettenti in fase di sviluppo e molte sono bloccate da una strategia commerciale fortemente legata ai farmaci blockbuster (i cui brevetti stanno scadendo) anziché concentrarsi sullo sviluppo di farmaci “personalizzati”. Ora le Big Pharma stanno correndo ai ripari, diventando partner di società biotech, acquistandole o cercando di emulare il loro successo addossandosi parte delle spese da dedicare alla R&S.

 

Se consideriamo il numero di farmaci attualmente in sviluppo nel settore biotecnologico ed il trend crescente di approvazioni di farmaci biotech, posso senz’altro affermare che il settore biotech è notevolmente più performante del Farmaceutico tradizionale.

 

Per quanto poi riguarda l’attività di Fusioni & Acquisizioni da Lei citata, direi che la percentuale del 90% mi sembra un pò elevata. Attualmente sulla borsa americana sono quotate circa 300 aziende biotech di cui circa una trentina sono state acquisite da Big Pharma negli ultimi anni. Sono d’accordo con Lei sul fatto che questo trend continuerà, in quanto, a mio avviso, questo è l’unica modo che garantirà la sopravvivenza del settore Big Pharma.

 

Combinando questi fattori con i benefici derivanti dalla decodificazione del genoma umano, con un miglioramento della situazione finanziaria internazionale, tecnologie sempre più innovative e maggiori risorse per la FDA si può concludere che tutti gli ingredienti per la “rivoluzione biotech” sono intatti e pronti per generare un nuovo boom economico.


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