Zoe.
La simpatia per i furfanti è un desiderio di bassezza morale, e l’uomo che ha simpatia per i furfanti suppergiù un tale che cerca di avvicinare persone condannate e giudicate ree in processi di Stato, e, praticando costoro, crede di rendersi più esperto della vita e più temibile. E della gente onesta dice : secondo come mette, e va ripetendo che nessuno è onesto e tutti sono uguali; ed esclamare: quant’è onesto! è, in bocca sua, derisione. E dice che il malvagio, se si viene alla prova, è l’uomo libero, e, pur riconoscendo che nel resto intorno a lui si dice il vero, asserisce che si disconoscono certi suoi pregi; ché, secondo lui, esso è ben fornito d’ingegno naturale e pronto a soccorrere gli amici e sveglio; e si sbraccia a sostenere che non ha veduto mai un uomo di maggiore abilità. E quando costui parla in assemblea o si difende dinanzi al tribunale, lo favoreggia, ed è capace di dire ai giurati che ”non si deve giudicare la persona, ma la cosa”; e va dicendo che quello è il cane del popolo, perché fa la guardia contro chi tenta di sopraffarlo, ed esclama: noi non avremo mai chi si darà pena degl’interessi comuni, se lasceremo rovinare persone così. E non ha scrupolo di assumere il patrocinio di mascalzoni e di far camorra per loro tra i giurati in cause cattive, e, quando giudica, di trarre sempre al significato peggiore gli argomenti delle parti. (meditazione su: La simpatia per i furfanti di Teofrasto).
D I S P E R A Z I O N E
Altro son da quel ch’era; innanzi al mio
Corso si schiuse una varago e, dentro,
Capovolti gettarsi ad uno ad uno
Tutti i fantasmi del mio giovin tempo.
… Le speranze,
le vaghezze, i desir precipitarsi
tutti in quel gorgo, e, meraviglia a dirsi,
i verdi colli in esso e le fiorenti
piagge e i ruscelli e il puro etere e il sole
sparvero, e il ciel colle lucenti stelle;
e notte e sonnolenza e taciturno
orror mi cinse tutto intorno, ov’io,
ombra di quel che fui, lento m’aggiro.
-Giovita Scalvini-