Birdman or ( The an unexpected virtue of ignorance )
Genere: drammatico/commedia
Regia: Alejandro González Iñárritu
Cast: Michael Keaton, Emma Stone, Edward Norton, Naomi Watts, Amy Ryan, Andrea Riseborough
112 minuti
2014
di Giuseppe T. Chiaramonte. C’è un cinema che grida a gran voce, arriva dal Messico e quest’anno ha il volto di Alejandro González Iñárritu. Se l’anno scorso il festival di Venezia era partito con i piani sequenza di Cuarón e del suo Gravity, quest’anno è toccato a Birdman aprire le danze e ha fatto un gran casino.
Seguendo, letteralmente, il protagonista per quasi l’intera durata del film, la vicenda della compagnia teatrale di Riggan Thomson prende vita davanti agli occhi sbalorditi dello spettatore senza soluzione di continuità.
Proprio il testo di Carver è il motore dal quale si muove tutto. Riggan è un uomo disperato alla ricerca di amore e di affetto sincero, ma sembra non essere in grado di vederlo quando c’è e non è in grado di dimostrarlo nemmeno alle persone più care, anzi, ormai confonde l’amore con l’apprezzamento.
Tutta la vicenda ruota quindi attorno a questa tematica con una grande coerenza: a partire dai titoli di testa dove sul titolo appare la parola amor, fino all’ultimo fotogramma. Attraverso i virtuosismi della regia, conosciamo poi tutti gli attori in gioco: una ritrovata Naomi Watts nei panni di un’attrice scontenta di sè stessa nonostante il successo, un’ottima Emma Stone ex tossica e figlia del protagonista scontenta del rapporto col padre, un folgorante Edward Norton nei panni di un eccentrico attore che recita nella vita e vive realmente sul palcoscenico, un misuratissimo Zach Galifianakis, il produttore dello spettacolo pronto a tutto pur di ottenere un buon prodotto e tanti altri.
Birdman è un film densissimo che dribbla abilmente tra il dramma esistenziale, la commedia, il grottesco e il visionario, grazie anche ad un ritmo martellante. Un grande assolo di batteria di due ore dove gli attori camminano davanti alla macchina da presa guidandoci dai corridoi del teatro fino al palcoscenico, per strada fino a uno squallido bar, infine nel camerino di Riggan che altro non è se non la rappresentazione fisica della personalità tormentata del protagonista.
★★★★★