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Birth – Io sono Sean – Jonathan Glazer

Creato il 24 febbraio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

24 febbraio 2015 Lascia un commento

Birth - Io sono Sean
Esiste la reincarnazione? Il protagonista dice di no, per poi morire d’infarto pochi minuti dopo e a distanza di dieci anni, presentarsi come ragazzino impertinente dall’ex moglie, Nicole Kidman che nel frattempo ha cercato di ricostruirsi una vita.
Sara’ dura convincere tutti ma del resto la tesi della rinascita e’ tosta da digerire eppure non sembrano non esserci dubbi, soprattutto per lei, la Kidman che sara’ la prima ad accettarlo come dato di fatto per quanto incredibile appaia. Nel finale la soluzione non di meno esente da dramma.
Glazer stupefacente e non smettero’ mai di ripeterlo. Ha intuizione, coraggio da vendere, sa quello che vuole, lo pretende e per fare cio’ s’avvale della crema della crema hollywoodiana. Questa volta la regina e’ la Kidman, una che non deve dimostrare niente a nessuno ma il primo piano da due minuti e’ una medaglia da appuntare al petto di regista e attrice. Sensualita’ che toglie il respiro ma non per un istante la si sente fine a se’ stessa, anzi diviene disturbante perche’ necessaria. Disturbante ma piacevolissima, intendiamoci.
Anche l’allora undicenne Cameron Bright ci mette del suo per una parte che, parlando di disturbante, e’ complicata se si vuole far passare un bambino per adulto per giunta morto, percio’ col suo bel carico di rabbia repressa e atteggiamento maschio che di certo non appartiene ad un preadolescente.
Sul soggetto si puo’ pure discutere ma Glazer crea situazioni da risolvere come punti di partenza, mai d’arrivo.
In tutta la sua breve ma formidabile filmografia, la trama e’ sempre secondaria allo stile e al ritmo con la quale raccontarla, percio’ di "Birth" ci godiamo il viaggio, piu’ che l’arrivo. Certo e’ che la conclusione e’ controversa, la soluzione sensata ma repentina, resta uno stato di sospensione che non nasce dall’irrisolto bensi’ dall’aspettativa forse delusa. In realta’ la storia e’ nella psiche dei protagonisti, nelle loro reazioni ed li’ serve investigare curiosi su quanto avviene, osservare le mutazioni e le conseguenze, insomma la reincarnazione diviene secondaria all’impatto psicologico dei coinvolti. Resta il film piu’ debole di Glazer per quanto realizzato con tutta la macchina hollywoodiana alle spalle e forse lo e’ proprio per questo. Piu’ debole ma non per questo meno consigliato.

Scheda IMDB


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