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Biscottini di mandorla e limone: il patentino di madre non idonea.
Da Andantecongusto @AndantecongustoSi cresce.
Un'ennesima prova si profila all'orizzonte, neanche troppo lontano e osservando dall'esterno, alla ricerca di emozioni, paure, sudori freddi, nulla, se non uno sguardo perso in chissà quale mondo.
Lei vive leggera e inconsapevole.
O forse no. Forse sono io, madre apocalittica che assorbe ogni tensione e fa sua quella che dovrebbe essere una preoccupazione se pur accettabile, di una bimba preadolescente.
Allora scavo, sondo la mia memoria. Mi sembra così lontano, nebuloso. Una cosa però me la ricordo: andare a scuola mi piaceva.
Qui invece non capisco. Non più.
Quell'immagine di bimba che mi ero fatta nella testa, adesso ha lasciato posto ad una signorina che si muove come un'ombra per casa.
Vive chiusa nella propria camera da letto per accedere alla quale servono strumenti pesanti di disinfestazione.
Nella nostra vita si ripete ogni giorno l'ennesima epocale lotta tra il bene e il male: lo studio o il cellulare.
Non racconto nulla di nuovo, so che milioni di famiglie vivono il nostro stesso calvario quindi è solo un modo come un altro per raccontare una storia uguale a se stessa. Se non fosse che a meno di 4 settimane la signorina in questione dovrà affrontare il suo primo vero esame, la sua prima vera prova da piccolo individuo pensante, e l'unica persona presa dal panico in famiglia sono io.
Roba che non ci dormo la notte.
Si può essere più deficienti? Io vorrei tanto fare la madre forte, evoluta, cinica, che di fronte all'indifferenza dei figli sull'argomento studio, li lascia in balia della marea. Se bocciano sarà una lezione che non dimenticheranno e diventeranno più forti.
Ma dov'è scritto?
Io mi rendo solo conto che vivo ogni suo fallimento, ogni sua debolezza, ogni suo sbaglio come una sconfitta personale. Come la riprova di un'inadeguatezza nel lavoro di genitore: "madre non idonea" c'è scritto sul mio patentino.
Poi torno a pensare a freddo a com'ero io alla sua età, a quanto tempo passavo sui libri: poco. Quando tempo passavo a giocare: tanto. Non c'erano cellulari, ma c'era la musica, lo sport, i libri, la televisione. Ogni scusa era buona per svicolare l'impegno. Eppure sono sopravvissuta.
Ieri sera a tavola, durante una bellissima cena in terrazza al calore di un maggio generoso, parlando di scuola (ormai è l'argomento quotidiano), ho sospirato esclamando con reale nostalgia e desiderio:"quanto vorrei tornare a scuola".
Di tutta la mia vita, di ogni istante meraviglioso vissuto, di ogni gioia e conquista, di ogni regalo o scoperta, gli anni della scuola sono stati il vero ed unico periodo di totale libertà e spensieratezza.
Per ognuno di noi.
Non c'è e non ci sarà mai più un momento così assolutamente perfetto. Per ognuno di noi.
Dovrebbero scriverlo sulle istruzioni per l'uso.
L'amarezza della preoccupazione va smorzata con qualcosa di avvolgente, dolce ma non troppo, profumato e dal cuore fondente. Ma con una sorpresa croccante che risveglia l'umore e lo spinge verso l'allegria, la positività.
Se non esiste medicina per tutto ciò, ci sono i biscottini di mandorla con l'aroma inebriante del limone. Ma ricordate di usare mandorle di ottima qualità per ottenere dei dolcetti assolutamente indimenticabili.
Io ho usato delle stupende mandorle di Avola procurate dalla mia amica Flavia e che sto per terminare.
Non le batte nessuno. Pur avendo provato le pugliesi di Toritto o Bitonto, quelle di Avola sono di una eleganza sensoriale unica.
Per finire, questi sono tra i miei biscottini preferiti in assoluto. Non dimenticate le mandorle amare o le armelline, mi raccomando.
Ingredienti per c.ca 40 biscottini
250 g di farina di mandorle
5 g di farina di mandole amare o armelline
175 g di zucchero
2 albumi (60 g c.ca)
la scorza grattugiata di un limone non trattato
100 g di granella di mandorle tritate al coltello.
In una larga ciotola miscelate la farina di mandole, di mandorle amare, lo zucchero e la scorza di limone quindi aggiungete gli albumi leggermente sbattuti.
Lavorate il composto con un cucchiaio fino ad ottenere una palla, quindi lasciatelo riposare un'oretta coperto da una pellicola.
Aiutandovi con un cucchiaino, prendete dei pezzi di impasto e formate delle palline grandi come ciliegie.
Stendete la granella di mandola su una spianatoia e rotolatevi sopra le palline in modo che si rivestano di briciole su tutta la superficie.
Una volta ricoperte, schiacciatele leggermente fra le mani ed appoggiatele su una teglia ricoperta di carta da forno.
Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per c.ca 20 minuti.
Dovranno essere dorate e croccanti all'eterno e morbide e fondenti all'interno.
Lasciate raffreddare e conservatele in scatole di latta o vasi di vetro ermetici. Resteranno morbide per 5/6 giorni migliorando nel sapore.
Per gli amanti di pasta di mandorle, sono assolutamente irresistibili.
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