Quando Dio creò l'uomo lo fece con braccia abbastanza lunghe e articolate da permettere alle loro estremità, le mani, di svolgere normali azioni quotidiane, compresa l'igiene personale. Non Gli saremo mai grati abbastanza per questo.
Oppure.
L'Evoluzione delle speci ha permesso all'uomo di sviluppare arti superiori sufficientemente lunghi e articolati da permettere ecc. ecc.
Sebbene molte persone sfruttino poco le mani in chive igienizzante, questi Doni di Dio (o dell'Evoluzione) hanno un serio svantaggio: la mancanza precisa di un posto dove metterle. Se infatti qualche milione di anni fa aveva un certo senso andare in giro con una pietra (o lancia o ascia) in una mano e un pezzo di cibo nell'altra, ai giorni nostri difesa personale e viveri possono essere comodamente riposti in appositi contenitori. Venendo così a mancare la loro occupazione primaria, il Genio umano ha creato la Tasca, bene rifugio di tutte le mani disoccupate.
Certo, il problema di come occupare le mani è un problema tipicamente maschile. Le donne sanno dove mettere le mani, non chiedetemi perché. Come spiegare altrimenti la totale mancanza di tasche in gonne e abiti femminili, o anche addirittura nei pantaloni femminili! (quest'ultimo fatto, che i pantaloni femminili mancano delle tasche, personalmente l'ho scoperto solo in tarda età). Le tasche di vestiti, gonne e pantaloni femminili, se e quando presenti, sono pefettamente inutili, avendo dimensioni talmente ridotte da poter contenere a stento una moneta da 1 cent.
Invece, per tutti gli uomini (grazie all'Uomo) esistono le tasche, comode e abbondanti, dove vanno regolarmente riposte le mani (la mano destra nella tasca destra, la mano sinistra in quella sinistra), specie durante i tragitti, o comunque quando si è in piedi. Altri atteggiamenti come incrociare le braccia (che denota chiusura verso l'interlocutore) o il grattarsi gli zebedei (che denota disinteresse) sono altamente sconsigliati.
Personalmente, mi sono sempre trovato bene con le tasche, utili anche un po' per dissimulare la timidezza, un po' per nascondere un evidente difetto genetico: ho le braccia corte e le maniche delle giacche mi sono regolarmente troppo lunghe di almeno un paio di centimetri.
Neanche le tasche sono immuni da difetti, a cui neanche l'italico genio ha ancora trovato rimedio. Le mani in tasca denotano insicurezza, impaccio oppure (orrore!) il voler nascondere qualcosa all'interlocutore.
Ricordo quella volta a Mosca, mentre facevo l'interminabile fila davanti al mausoleo di Lenin. Era fine agosto, dopo 4 giorni di caldo umido, cominciavano ad arrivare le prime correnti fredde, dalla Siberia credo. Me ne stavo lì, con le mani in tasca, niente smartphone su cui twittare al tempo. Ero quasi arrivato all'entrata della tomba, quando una guardia mi chiamò fuori dalla fila, intimando qualcosa in russo. Dopo due minuti di difesa a colpi di "I don't understand!", capii che bastava togliessi le mani dalle tasche. Cosa potevo nascondere? Una fotocamera per far foto e rivenderle al mercato nero? Una mini bomba capitalista per distruggere il culto della pesonalità bolscevico? Una penna-stilo-pistola con cui avrei immobilizzato le guardie per poi fuggire con la mummia sottobraccio? (erano i tempi d'oro di James Bond, quando i Russi erano ancora i Cattivi, e anche Sting li guardava con sospetto)
Che poi esiste un efficacie rimedio, che fa sparire impaccio e aria imbarazzata, ma solo pochi ne sono dotati: basta guardare tutti dall'alto di 1,91 mt di altezza, come Jimmy Stewart. Lassù gli abiti si portano con disinvolta eleganza, e le mani in tasca servono solo per evitare di che tanta presenza fisica intimorisca i presenti. Bisogna avere il fisico giusto. - by Dario Cavedon - dariocavedon.blogspot.com