Magazine Diario personale

Bisogna far presto

Creato il 07 dicembre 2014 da Ritacoltellese
Da: La Stampa

Delrio: “Anche l’inchiesta di Roma ha pesato sulla bocciatura di Standard and Poor’s”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: la strada è giusta, ma la politica deve andare più veloce sul rinnovamento Bisogna far presto
07/12/2014 ALESSANDRO BARBERA ROMA Sottosegretario Delrio, il governo lavora, ma agli occhi di qualcuno i risultati non sono ancora sufficienti. Il giudizio di Standard and Poor’s è ingeneroso?  «Standard and Poor’s fotografa una situazione. E’ vero, il debito italiano è molto alto. Ma sostiene la nostra tesi, ovvero che la montagna è scalabile attraverso una sola strada: la crescita dell’economia con un programma convincente di riforme». 
Provo a tradurre il giudizio: Renzi ha energia, ma non basterà a risolvere i problemi dell’Italia. Non vi preoccupa un atteggiamento del genere?   «Sì, siamo preoccupati, ma sappiamo di essere sulla strada giusta. La velocità con la quale procediamo è un fattore imprescindibile, e lo deve capire anche la politica. Voglio ringraziare le Camere per la rapidità con la quale sono riuscite ad approvare il Jobs Act e il provvedimento sul rientro dei capitali. Ora bisogna correre per approvare la riforma elettorale, del Senato e del Titolo quinto». 
Una delle obiezioni di Standard and Poor’s è: i decreti attuativi del Jobs Act saranno annacquati dalle pressioni dell’ala sinistra del Pd.   «Gli analisti dell’agenzia non conoscono la forma giuridica della legge delega. I decreti del governo devono passare dal parere delle commissioni parlamentari». 
Le riforme in cantiere sono tante, ma anche costose. Per tornare a crescere è necessario superare il 3 per cento nel rapporto deficit-Pil?   «La legge di Stabilità parla per il governo. Posso solo aggiungere che nel 2015 la crescita e l’occupazione resteranno il nostro faro». 
Erano settimane che si vociferava di un declassamento. E se alla fine sulla decisione avesse pesato in negativo l’inchiesta della Procura di Roma?   «Quanto accaduto a Roma è pessimo, quanto di peggio possa capitare all’immagine di un Paese. Ma d’inverno, per far uscire l’aria viziata da una stanza, ogni tanto occorre aprire la finestra e accettare un po’ di freddo. Le decisioni che abbiamo preso sull’Expò di Milano, il Consorzio che gestisce il Mose di Venezia, o a Roma, sostenendo il lavoro di Marino sono un’opera di pulizia necessaria». 
Non c’è il rischio che l’indagine si allarghi a macchia d’olio?   «La Procura di Roma e le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro molto serio. Quando sono emersi i primi problemi nel bilancio dell’amministrazione ho coordinato un tavolo con il sindaco. Abbiamo discusso di come rivedere l’assetto delle municipalizzate, come rimettere in sesto una macchina sgovernata per anni. E’ evidente che gli attacchi di quei giorni a Marino erano la conseguenza di un lavoro che intacca interessi poco chiari». 
Renzi dice che nel 2015 si taglieranno le municipalizzate. Non potevate pensarci prima di mandar via Cottarelli?   «Finora non siamo intervenuti per via della sovrapposizione di norme e normette. Ora abbiamo pronto un progetto industriale. Un pezzo lo ha preparato lo stesso Cottarelli, un pezzo è frutto del lavoro di Palazzo Chigi. Posso garantire che nel 2015 ci sarà una caduta verticale delle attuali 8000 società».  
State preparando un decreto? O cosa?   «Aspettate e vedrete. Abbiamo studiato a fondo la materia. L’attuale assetto dei tre servizi essenziali gestiti dai Comuni – acqua, trasporti e rifiuti - produce poco più di 3,5 miliardi di investimenti l’anno. Con un serio progetto industriale è possibile triplicare quella cifra. I soli servizi idrici hanno bisogno di almeno cinque miliardi l’anno, oggi non sono più di 1,5. E questo si può garantire solo attraverso il drastico accorpamento delle società. Ce ne sono 330 per la gestione dei servizi idrici, non dovrebbero essere più di 80. Per la gestione dei servizi ambientali ne esistono più di 400, ne bastano 100». 
Su questo tema però finora avete traccheggiato. La tesi di alcuni è: questo è il governo degli ex sindaci. E gli ex sindaci non mangiano i sindaci.   «Dicevano così anche quando abbiamo promesso l’abolizione delle Province. Eppure il miliardo di risparmi previsti dalla legge di Stabilità sono il frutto di quella decisione». 
lI commissario Ue Katainen dice che sarà possibile scomputare dal piano Juncker solo i contributi nazionali diretti al piano, non quelli di cofinanziamento dei fondi per la coesione. Un po’ deboluccia come golden rule, non crede?   «Se questo fosse l’esito della discussione sarebbe parecchio deludente. L’Europa deve iniziare a concepirsi come uno Stato federale. Dove gli investimenti in coesione sono investimenti europei, non degli Stati nazionali». 
Nel 2015 ci riporterete alle urne?   «L’orizzonte è quello della legislatura. E tutto ciò avverrà finché avremo la fiducia del Parlamento. Non stiamo qui ad ogni costo». 
Non teme che la partita del Quirinale finisca per rallentare il processo di riforme? L’atteggiamento di Berlusconi non vi preoccupa?   «Bisogna distinguere le polemiche politiche dalla sostanza. E’ stato impostato correttamente un processo. E non mi pare ci sia la volontà di interromperlo».  Twitter @alexbarbera  
Bisogna far presto Non voglio ripetermi, ma l'avevo già scritto e come sono stata Cassandra per Italia dei Valori evidentemente lo sono per altre cose. Ma sono Cassandra o è tutto davanti agli occhi di tutti da tempo, prima che la magistratura e la politica si decidano a prenderne atto? Alcuni esempi ai quali bisognerebbe dare risposta alla domanda: E' DA RITENERSI NORMALE? martedì 2 dicembre 2014 Diario quotidiano di una Scuola Pubblica
martedì 25 novembre 2014 L'isola ricca chiamata RAI

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